Freidenker 07/2004.pdf

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(file: @@freidenker-200407.pdf@@)libero pensatore Menschengleiche Maschinen – wozu? Kernfragen und der Debatte rund um die künstliche Intelligenz auseinandergesetzt: Streitpunkt in der Debatte ist unter anderem das Leib-Seele-Problem, der Streit also zwischen denen, die an etwas Immaterielles wie einen Geist oder eine Seele glauben, das in uns wohnt, und jenen, die der Überzeugung sind, der Mensch sei ausschliesslich stofflicher Natur und letztlich nichts weiter als eine Maschine. Beide Seiten sind sich aber in einem Punkt einig: Gibt es eine solche immaterielle Wesenheit, dann steht dies der Konstruktion intelligenter Automaten entgegen, wie sie die künstliche Intelligenz anstrebt. Der Dualismus von Geist und Körper bezeichnet Dietz als überholte Theorie: die Position des psychophysischen Dualismus sei kaum noch zu halten. Der Geist als reale, aber von der physischen Welt losgelöste Entität scheine für das Zustandekommen mentaler Prozesse keine Erklärungskraft mehr zu besitzen, wenn er sie denn je besessen habe. Wer den Dualismus für eine überholte Sichtweise hält, setzt sich dem Vorwurf des Reduktionismus aus. Dies sei ein unhaltbarer Vorwurf. Niemand habe je behauptet, in einem Neuron sei schon Freges Logik (Gottlob Frege, 1848-1925, Begründer der modernen Logik) oder Schuberts Unvollendete "angelegt". Nicht einmal für die Erklärung des Schmerzes oder der Eifersucht gebe eine Nervenzelle für sich genommen irgendetwas her. Aber Tausende oder Millionen von Neuronen erzeugten höchst komplexe Strukturen, aus denen offensichtlich etwas qualitativ Neues hervorgehe. "Die Informatik hat uns beim Umgang mit grossen Softwaresystemen den Blick für die Bedeutung von Komplexität geschärft. (...) Im menschlichen Hirn befinden sich um die 1011 Neuronen. Die Zahl der Synapsen liegt vermutlich bei 1014 oder darüber. Diese Komplexität ist um Grössenordnungen höher als bei jedem anderen uns bekannten System in der Natur, das Weltall ausgenommen. Kein Wunder, dass dieses System merkwürdige Dinge hervorbringt. Dies ist die Botschaft. Kann man sie noch materialistisch nennen?" Dietz beanstandet, dass viele Forscher die Lösung des Problems immer noch darauf reduzieren, Automaten mit genügend Computing power auszustatten. Wie leistungsfähig ein Computer sein müsse, um menschliches Verhalten in befriedigendem Umfang und in Echtzeit zu emulieren, könne man noch nicht annähernd beziffern. Er vermutet aber, dass die notwendige Rechenleistung in absehbarer Zeit zur Verfügung stehen wird. "Alan Turing (1912-1954, britischer Mathematiker, einer der Urväter des Computers) hat von einer intelligenten Maschine verlangt, sie müsse mit einem Interviewer kommunizieren, daraus entstandenes Wissen speichern, Urteile darüber fällen und Schlüsse daraus ziehen, bestimmte Muster wiedererkennen und sich an neue Situationen anpassen können – und zwar so, dass der Interviewer nicht sicher sein kann, ob er mit einem Automaten redet. Er hat damit eine enorme Aufgabe gestellt, die mit den Methoden der künstlichen Intelligenz (KI) bis heute – fünfzig Jahre nach der Postulierung seiner Forderungen – zwar für zahlreiche Einzelfälle, nicht aber in einem umfassenden Sinn gelöst wurde. Inzwischen gehen die Forderungen an menschenähnliche Automaten aber weit über das rationale Denkvermögen hinaus und zielen auf alle Verhaltensweisen des Menschen. Im Mittelpunkt der Diskussion steht gegenwärtig seine Gefühlswelt. Forscher haben inzwischen mithilfe des Computers virtuelle Wesen geschaffen, die emotionales Verhalten zeigen oder realen Robotern kommunikative Techniken beigebracht, die den Anschein erwecken, sie Fortetzung S. 5 FREIDENKER 7/04 Menschen haben schon immer davon geträumt, Ebenbilder ihrer selbst zu schaffen. Derzeit sind es (einige) Informatiker, die mit beseelten Robotern dieses Ziel erreichen wollen. Zwischen ihnen, Philosophen und Neurobiologen tobt der Streit, ob dies überhaupt möglich sei. Noch ist er nicht entschieden, berührt er doch zutiefst die Frage, was den Menschen ausmacht und welches Bild er von sich hat. Dahinter lauert die weitere Frage, welchen Sinn dieses Unterfangen überhaupt macht und ob die Protagonisten solcher "menschengleichen Maschinen" nicht von einer fixen Idee besessen sind. Der deutsche Physiker Peter Dietz, Professor an der Universität Dortmund, hat sich in seinem Buch "Menschengleiche Maschinen. Wahn und Wirklichkeit der künstlichen Intelligenz" (2003) mit den THEMEN in diesem FREIDENKER Menschengleiche Maschinen 1,5-6 L’Europa e la libertà religiosa 2 Europa: Verfassung ohne Gott 3 Ludwig Feuerbach: "Der Mensch schuf Gott nach seinem Bilde" 4-5 Forum 7 1 L’Europa e la libertà religiosa L’Articolo 9 della Convenzione Europea sui diritti umani, ratificata dalla Svizzera il 28 novembre 1974, assicura la libertà di religione e la libertà di cambiare religione ma non menziona la libertà di non avere religione alcuna. Ci sono due possibili interpretazioni di tale omissione: a) che questa libertà è ovvia e non necessita di essere esplicitata e, b) che ai cittadini senza religione tale libertà non si applica. Una simile omissione sarebbe inconcepibile nella Costituzione europea, sia per le ragioni esposte in precedenza, sia perché tutti gli stati membri hanno firmato e ratificato le Conclusioni dell’Incontro di Vienna del 1986 sulla sicurezza e la cooperazione in Europa la quale afferma che i governi si impegnano a favorire l’effettiva eguaglianza tra credenti e non credenti e a promuovere un clima di tolleranza e rispetto reciproci tra cittadini di differenti comunità religiose e tra credenti e non credenti. La maggioranza dei cittadini europei sono, tutt’al più, indifferenti alla religione e al credo religioso. Alcuni appartengono ad associazioni filosofiche e non confessionali, alcuni a comunità di pensiero o di fede, ma la grande maggioranza di essi non sentono il bisogno di associarsi su temi che ritengono essere di natura strettamente privata. Confidano che il loro parlamento e il loro governo raggiungeranno la migliore soluzione di compromesso, rispettosa di tutti, su temi etici che riguardano la cittadinanza nel suo complesso. Si tratta di un rapporto di fiducia giusto e prezioso, l’essenza della democrazia. Tuttavia se a una religione fosse permesso di fare pressione o di pronunciarsi ufficialmente su tematiche riguardanti il processo decisionale, ciò creerebbe un privilegio per i cittadini appartenenti a quella religione. Tale privilegio comporterebbe inevitabilmente la discriminazione dei non credenti e dei cittadini appartenenti a minoranze religiose, cioè di una parte cospicua della popolazione europea. I Paesi europei hanno sottoscritto il principio secondo il quale lo Stato è tenuto ad assicurare ai cittadini l’esercizio effettivo dei propri diritti; quindi essi sono tenuti ad attribuire lo stesso peso ai credenti e ai non credenti, ai cittadini singoli e a quelli associati. Pertanto, le associazioni religiose e le associazioni filosofiche non confessionali devono godere degli stessi benefici relativi alla libertà religiosa riconosciuti ed elargiti dallo Stato. Il governo e la libertà di religione devono essere rigorosamente separate. La Costituzione europea, varata venerdì 18 giugno 2004 dopo laboriose trattative dal primo Consiglio dell’ Europa allargata a 25 Stati dell’Unione, giustamente non contempla nel suo preambolo riferimenti sulle radici cristiane dell’Europa come auspicate dal Vaticano, dall’Italia e dalla Polonia, ma solo una generica eredità culturale religiosa e umanistica. Una Costituzione non è un documento filosofico e perciò ogni riferimento alla storia – comunque soggetto a interpretazioni di parte – è superfluo. Inoltre, considerato che l’allargamento dell’UE ha creato una popolazione più ricca, variegata e differenziata di 480 milioni di abitanti, era necessario che la Costituzione ne tenesse conto, evitando ogni privilegio e conseguente discriminazione. La citazione nella Costituzione di un "patrimonio religioso", accettabile per chi ritiene che il Diritto e la Legge ci vengano da una autorità o una ispirazione celeste, è estranea ai principi della democrazia parlamentare; va comunque ricordato che, fino alla prima metà del ventesimo secolo, la Chiesa cattolica si è opposta a molti dei grandi principi fondanti della democrazia. In ogni caso, il dibattito sulle "radici cristiane" d’Europa era mal impostato per due ragioni. La prima è che nessuno nega l’influsso del Cristianesimo, sebbene pochi ricordino che tale influsso è stato spesso assai deprecabile – come i troppo scarsi pentimenti del Papa testimoniano – e non è assolutamente unico, dal momento che è al Rinascimento e all’Illuminismo che dobbiamo la libertà di religione e i valori della nostra politica cui teniamo maggiormente. Inoltre, la storia insegna che l’intolleranza religiosa - e quindi le guerre di religione - sono un prodotto delle religioni monoteistiche che ancora oggi affermano di essere le uniche a detenere la verità. La dichiarazione Dominus Jesus della Congregazione vaticana per la diffusione della fede (agosto 2000) è illuminante in questo senso. Perciò era evidente che „il carattere universale“ dei valori cristiani doveva essere fermamente respinto. La seconda ragione è che un riferimento alle radici cristiane dell’Europa sarebbe equivalso, all’atto pratico, al riconoscimento del ruolo ufficiale delle religioni nel processo pubblico europeo. Ciò non solo avrebbe aperto la via alle richieste da parte degli esponenti delle chiese di considerare come diritti acquisiti i loro attuali privilegi, ma avrebbe consentito loro di opporsi ad ogni misura considerata contraria alla dottrina, in particolare nell’ambito della libertà di coscienza, famiglia, educazione, vita sessuale (La Santa Sede ha condannato il Field Manual dell’Alta Commissariato per i Rifugiati dell’ONU utilizzato nei campi profughi perché raccomanda la contraccezione), ricerca scientifica, ecc. Fonte: UAAR - Vera Pegna In Svizzera la libertà di credo e di coscienza è garantita dall’art. 15 della Costituzione federale della Confederazione Svizzera del 18 aprile 1999. Purtroppo nel rinnovo della stessa non si ha trovato il coraggio di adeguarsi ai tempi, lasciando nel preambolo un anacronistico riferimento a un „Dio Onnipotente“. Questo preambolo non è compatibile con uno Stato che si vuole moderno e multiculturale, in quanto discrimina oltre 600.000 Cittadini che non possono razionalmente accettare che si dia una Costituzione in nome di un fantomatico Dio Onnipotente di cui nessuno può provare l’esistenza. Inoltre questo preambolo favorisce chiaramente le religioni monoteistiche a scapito di altre credenze e non è compatibile con la concezione di uno Stato moderno e multiculturale che può solo essere laico e in cui deve vigere l’incondizionata separazione tra Stato 2 FREIDENKER 7/04 e Chiesa, appartenendo le credenze e le convinzioni alla stretta sfera privata del singolo citadino. rs ZPs-Corner Aufruf des Zentralpräsidenten Weiterbildung: "Rituale - feierlich gestalten"/"Leserbriefe-Schreiben" Beide Angebote können nur realisiert werden, wenn wir genügend Interessentinnen und Interessenten finden. Bitte beachten Sie die untenstehenden Ausschreibungen und Anmeldetalons. p Zusammenkunft der Mitglieder-Betreuerinnen und -Betreuer p Sonntag, 8. August 2004, in Olten Weitere Anmeldungen sind noch möglich, bitte bis 31. Juli 2004 an Sylvia Steiner-Roehri ¤ 056 401 36 13 oder an mich, ¤ 052 337 22 66. Danke! Die Zukunft der FVS In der Juni-Nummer erschien eine kurze Zusammenfassung der Ergebnisse der Delegiertenversammlung in Basel. Wir haben uns Termine gesetzt für die Ratifizierung der Beschlüsse durch die Sektionen. Einige Sektionen haben ihre "Hausaufgaben" bereits gemacht. Der Zentralvorstand ist auf die rechtzeitige Rückmeldung Eurer Meinungen angewiesen, damit wir an unserem Projekt auf intelligente Weise weiterarbeiten können. Die Sektionspräsidenten haben vor einigen Tagen ein ausführliches Protokoll der DV erhalten. Lasst Euch informieren! Wir appellieren an das solidarische Denken aller Mitglieder, damit wir hier den für uns alle wichtigen Anschluss nicht verpassen! Ich danke Allen, die dabei mithelfen. Euer ZP, Jürg L. Caspar Erste europäische Verfassung ohne "Gott" Am 18. Juni war es soweit: die erste europäische Verfassung war geboren. Bis zuletzt haben vorwiegend katholische Staaten für einen expliziten Gottesbezug in der Präambel gekämpft – ohne Erfolg! Die Präambel lautet nun: "Die Verfassung, die wir haben heisst Demokratie, weil der Staat nicht auf wenige Bürger, sondern auf die Mehrheit ausgerichtet ist. (Thucydide II, 37) In dem Bewusstsein, dass der Kontinent Europa ein Träger der Zivilisation ist und dass seine Bewohner, die ihn seit Urzeiten in immer neuen Schüben besiedelt haben, im Laufe der Jahrhunderte die Werte entwickelt haben, die den Humanismus begründen: Gleichheit der Menschen, Freiheit, Geltung der Vernunft, Schöpfend aus den kulturellen, religiösen und humanistischen Überlieferungen Europas, deren Werte in seinem Erbe weiter lebendig sind und die zentrale Stellung des Menschen und die Unverletzlichkeit und Unveräusserlichkeit seiner Rechte sowie den Vorrang des Rechts in der Gesellschaft verankert haben, In der Überzeugung, dass ein nunmehr geeintes Europa auf diesem Weg der Zivilisation, des Fortschritts und des Wohlstands zum Wohl all seiner Bewohner, auch der Schwächsten und der Ärmsten, weiter voranschreiten will, dass es ein Kontinent bleiben will, der offen ist für Kultur, Wissen und sozialen Fortschritt, dass es Demokratie und Transparenz als Wesenszüge seines öffentlichen Lebens stärken und auf Frieden, Gerechtigkeit und Solidarität in der Welt hinwirken will, In der Gewissheit, dass die Völker Europas, wiewohl stolz auf ihre nationale Identität und Geschichte, entschlossen sind, die alten Trennungen zu überwinden und immer enger vereint ihr Schicksal gemeinsam zu gestalten, In der Gewissheit, dass Europa, "in Vielfalt geeint", ihnen die besten Möglichkeiten bietet, unter Wahrung der Rechte des Einzelnen und im Bewusstsein ihrer Verantwortung gegenüber den künftigen Generationen und der Erde dieses grosse Abenteuer fortzusetzen, das einen Raum eröffnet, in dem sich die Hoffnung der Menschen entfalten kann, (...) Sind die Hohen Vertragsparteien nach Austausch ihrer in guter und gehöriger Form befundenen Vollmachten wie folgt übereingekommen:" FVS-Weiterbildungsangebot 2004 Kurs 1: Rituale – feierlich gestalten Trauerfeiern, Begrüssungs- oder Namensfeiern (statt kirchlicher Taufe) und Hochzeitsfeiern. Gesucht sind Frauen und Männer, die sich für diese schönen und bereichernden Aufgaben zur Verfügung stellen möchten. Der Kurs richtet sich nicht nur an "Neulinge" sondern auch an Redner/innen mit Erfahrung. Kurs 2: Leserbriefe schreiben Die Erfahrung zeigt, dass Leserbeiträge von einer breiten Leserschicht regelmässig wahrgenommen werden. Die Zeitungen drucken aber mit Vorliebe Reaktionen ab, die in Zusammenhang stehen mit Artikeln oder Leserbriefen aus dem eigenen Blatt. Eine Fachfrau wird uns dazu praktische Tipps geben. Kosten: Für Mitglieder keine Zeit: Herbst 2004 Veranstaltungsort: Olten FVS-Weiterbildung 2004 Ja, ich interessiere mich für den Kurs: und bitte um Datumsvorschläge. u "RITUALE" u "LESERBRIEFE" Name: ................................................ Vorname: ............................................ Adresse: ............................................................................................................... Telefon:............................................... Sektion: ............................................... Einsenden bis 31. Juli 2004 an Freidenker-Vereinigung der Schweiz Jürg L. Caspar, Büelrain 4, CH-8545 Rickenbach oder Fax 052 337 22 20, oder E-mail jlcaspar@bluewin.ch FREIDENKER 7/04 3 "Der Mensch schuf Gott nach seinem Bilde" Das Jahr 2004 ist nicht nur ein Immanuel Kant-Gedenkjahr, der vor zweihundert Jahren starb. Vor zweihundert Jahren wurde zugleich der deutsche Aufklärer, Philosoph, Humanist, Freidenker und Atheist Ludwig Feuerbach geboren. Nach der weltgeschichtlichen Diskreditierung des Marxismus-Leninismus tritt Feuerbach endgültig aus dem Schatten von Hegel und Marx heraus, zu deren Bindeglied er lange Jahrzehnte verharmlost wurde. Es ist die Zeit gekommen, ihn in seiner eigenständigen Bedeutung und Grösse zu erkennen und zu würdigen. Feuerbach gehört zum philosophischen Weltkulturerbe. Er ist ein Gipfelpunkt menschlicher Selbstreflexion, nicht nur ein Hauptvertreter deutscher Philosophie, namentlich deutscher Aufklärung, gleichen Ranges mit Gotthold Ephraim Lessing und Immanuel Kant. Er gehört zum Kanon der Weltphilosophie, zu nennen in einem Atemzug mit Aristoteles, Epikur, Konfuzius, Leibniz, Spinoza, Voltaire, David Hume, Kant und Hegel. Allerdings: seine Büste fehlt in der "Ruhmeshalle der Deutschen", der "Walhalla" bei Regensburg an der Donau. Wohl kaum ein Zufall … Lebensgeschichte Verfolgen wir sein – wenig aufregendes – Leben in einem kurzen Abriss. Geboren wurde er 1804 in Landshut (Bayern) als Sohn des bedeutenden liberalen Juristen Ritter Anselm von Feuerbach, dem wichtige Reformen zu verdanken waren (Abschaffung der Folter). Gemäss den Dienstorten des Vaters lebte der junge Ludwig dann in München, Bamberg, Ansbach. Er studierte Theologie in Heidelberg und Philosophie in Berlin bei Hegel. Zum Studienabschluss kehrte er an eine bayerische Universität zurück und promovierte in Erlangen, wo er auch Naturwissenschaften studierte. In Erlangen erschien 1830 seine erste Schrift "Gedanken über Tod und Unsterblichkeit", in der er ein individuelles Fortleben jeglicher Art nach dem Tode leugnete. Durch einen Polizeispitzel wurde die Autorschaft der anonym publizierten Schrift bekannt gemacht. Zeitlebens wurde Feuerbach mit der Verweigerung einer Anstellung als Hochschullehrer für diesen religiösen Tabubruch bestraft. Von 1837-1860 lebte er im Schloss Bruckberg bei Nürnberg, das eine Porzellanmanufaktur beherbergte. Diese Manufaktur gehörte seiner Frau, Bertha Löw, und sicherte dem Denker seinen sorgenfreien Lebenszuschnitt. Die Bruckberger Zeit war seine glücklichste und produktivste Zeit. 1841 erschien sein Schlüsselwerk "Das Wesen des Christentums", das ihn schlagartig berühmt machte. Im Revolutionsjahr 1848 nahm Feuerbach am Frankfurter Paulskirchenparlament teil. Heidelberger Studenten und ein Arbeiterbildungsverein luden ihn zu "Vorlesungen über das Wesen der Religion" ein. Respektvoll sprachen sie ihn als den "Spinoza Deutschlands" an und dankten ihm für die allgemeinverständlichen Ausführungen. Sein bedeutendster Hörer war der Schweizer Dichter Gottfried Keller, der seit der Heidelberger Begegnung mit Feuerbach seine Poesie mit naturalistisch-atheistischen Inhalten bereicherte. 1860 musste der Denker mit seiner Familie Bruckberg verlassen, weil durch eine Absatzkrise das dort hergestellt Porzellan unverkäuflich wurde. Er übersiedelte nach Rechenberg am Stadtrand von Nürnberg. Eine unglückliche Zeit in einem kalten und lauten Haus begann. Feuerbach kam sich vor wie eine "Blume ohne Blumentopf, ein Bild ohne Rahmen, ein Fluss ohne Bett". Am Rande der Armut, von Spenden erhalten, konnte er dennoch einige wichtige Werke vollenden. 1872 starb er. Unter grosser Anteilnahme der Nürnberger Bevölkerung wurde er auf dem Johannisfriedhof beigesetzt, auf dem Deutschlands grösster Maler und Graphiker, Albrecht Dürer, ruht. Dem Grab blieb erspart, was dem späteren Feuerbach-Denkmal auf dem Rechenberg zweimal widerfuhr: geschändet und abgerissen zu werden. Das 1930 errichtete Denkmal zu Ehren Feuerbachs wurde 1933 – wenige Wochen nach der Bücherverbrennung – durch die Nazis wieder demontiert. 1955 wurde es zwar wieder errichtet. Ludwig Feuerbach 1804-72 Aber im Klima des kalten Krieges, als das "christliche Abendland gegen den gottlosen Bolschewismus" verteidigt werden sollte, wurde es zweimal beschädigt. Heute ist es ein touristischer Geheimtipp, der weiter ausgeplaudert werden sollte. Worin besteht Feuerbachs Bedeutung? Weshalb lohnt es sich, seine Philosophie zustudieren? Was verdankt die Menschheit dem deutschen Denker? Möglichst einfach gesagt und sofort auf den Punkt gebracht: Er hat einen epochalen und bleibenden Beitrag geleistet zur Entzauberung und Entzifferung der Religion. Damit gehört er zu den Begründern eines weltlichen Humanismus. Gegenüber der religiös-idealistischen Spekulation seines Lehrers Hegel rückte er den Naturbegriff ins Zentrum der Feuerbach-Denkmal in Nürnberg Auf dem Rechenberg zu Nürnberg steht das schlichte Denkmal, ein nach dem 1. Weltkrieg gestifteter Kenotaph ("leeres Grab") mit den Inschriften: DER MENSCH SCHUF GOTT NACH SEINEM BILDE TUE DAS GUTE UM DES MENSCHEN WILLEN DEM FREIDENKER LUDWIG FEUERBACH ZUM GEDENKEN 4 FREIDENKER 7/04 Weltanschauung. Er holte die Natur von der Fussnote in den Haupttext der Philosophie. Damit betonte er die körperliche Verfasstheit des Menschen in Raum und Zeit als seinen unentrinnbaren Grenzen. Für Feuerbach ist die Natur das Eine und Ganze des aus sich selbst Seienden, keines Schöpfers bedürftig. Der Mensch ist nicht das Ebenbild eines Gottes, sondern vorbildloses Evolutionsprodukt der Natur. In der Tradition des Spinoza denkt Feuerbach weit über den Horizont der Geschichte hinaus. Zugleich geht er auch über Spinoza hinaus. Aus dessen Formel "Gott gleich Natur" wird bei Feuerbach "Natur statt Gott". Eine andere bleibende Erkenntnis Feuerbachs ist die Ich-Du-Beziehung als Grundform der menschlichen Existenz. Sie gilt ihm auch als der Ort der Wahrheit: Wahrheit ereignet sich nicht monologisch, sondern nur dialogisch. Damit grenzt Feuerbach sich zugleich ab gegen die individualistische Verabsolutierung des Einzelmenschen, wie sie zu seinen Lebzeiten von Max Stirner und später in Nietzsches Ideal des "Übermenschen" vollzogen wurde. Die Ich-Du-Beziehung als Beziehung zwischen gleichrangigen Partnern wird von Feuerbach auch ausdrücklich auf das Verhältnis der Geschlechter angewandt. Insofern ist im Herzen seiner Anthropologie ein Beitrag zur Emanzipation der Frau angelegt. Der Gedankenfortschritt Feuerbachs gegenüber der Religionskritik der europäischen Aufklärung des achtzehnten Jahrhunderts besteht darin, dass er Religion nicht länger als blossen Unsinn von oben herab abkanzelt, sondern von innen her ihren Sinn zu begreifen sucht: den Sinn im Unsinn, die Wahrheit in der Unwahrheit zu begreifen trachtet. Feuerbach-Sondermarke 2004 der Deutschen Post Insofern verwarf er die Theorie des Priesterbetrugs, wonach Religion als ein Betrugsmanöver machtgieriger und kluger Kleriker zu entlarven sei. An ihre Stelle setzte Feuerbach die Projektionsthese, wonach die Menschen ihre eigenen Wünsche, Ideale und Ängste an den Himmel projizieren: "Der Mensch schuf Gott nach seinem Bilde." So steht es als wörtliches Zitat auf dem Feuerbach-Denkmal in Nürnberg. Religion wird also primär als menschliche, menschheitliche Selbsttäuschung verstanden, die sich dann sekundär als Fremdtäuschung machtpolitisch instrumentalisieren lässt. Atheismus als Religion Im Geschichtsbild Feuerbachs gehört die Religion in die Kindheitsphase der Menschheit, die von einer ernüchterten Reifephase abgelöst wird. Allerdings macht sich hier eine gedankliche Unklarheit bemerkbar. Feuerbach charakterisiert auch den von ihm entworfenen Atheismus als Religion: als neue Menschheitsreligion. Diese innere Schranke des Denkers sollte nicht verschwiegen werden. Sie weist uns darauf hin, sein Werk zwar gründlich zu studieren, aber nicht unkritisch bei ihm stehen zu bleiben. Er selbst hat seinen Familiennamen als Bach aus Feuer interpretiert, als Purgatorium, durch dessen reinigende Kraft wir hindurch zu schreiten hätten. Ein atheistischer Humanismus auf dem Niveau unserer Zeit speist sich aus vielen Quellen. Darunter wird das Werk Ludwig Feuerbachs immer eine herausragende Stellung einnehmen. Aber ein vereinsmeierischer Personenkult sei ferne! Die glasklaren Worte, mit denen er 1849 seine Vorlesungen im Rathaus zu Heidelberg (die Universität blieb ihm verwehrt) beendete, sollen auch diesen kleinen Aufsatz beschliessen. Er wolle, so hiess es dort, seine Hörer und Leser "aus Gottesfreunden zu Menschenfreunden, aus Gläubigen zu Denkenden, aus Kandidaten des Jenseits zu Studenten des Diesseits, aus Betern zu Arbeitern, aus Christen zu Menschen" machen. Joachim Kahl (Marburg/Deutschland) Fortsetzung von Seite 1 hätten Gefühle. Die Methode der künstlichen Intelligenz ist jedoch dem Behaviorismus (Verhaltensforschung) abgeschaut. Wie dieser das Verhalten von Menschen beschreibt, ohne sich im Geringsten dafür zu interessieren, was in deren Innerem vor sich geht, so zielt die KI darauf ab, menschliche Verhaltensweisen ihrer artifiziellen Geschöpfe ohne besondere Rücksicht darauf hervorzurufen, wie diese intern zu Stande kommen. Vermutung über innere Zustände Und es ist ja auch wahr, dass reale Menschen artifiziellen Wesen, die sich emotional so verhalten wie sie selbst, im Wege der Empathie ebenso eine Gefühlswelt zusprechen würden wie anderen Menschen, bei denen sie auch nur eine vage Vorstellung von dem haben, was in ihnen vorgeht. Wenn mein Nachbar und ich aus dem Fenster schauen und den wolkenlosen Himmel betrachten, mögen wir uns einig sein, dass er blau gefärbt ist. Aber ob er und ich dieselbe Empfindung der Farbe Blau haben, steht dahin. Warum soll man das von intelligenten Robotern verlangen? Warum sollen sie Schmerz empfinden, Freude oder Trauer, Liebe oder Hass, in derselben Weise, wie dies Menschen tun? Warum sollen sie etwas verstehen – etwa im Sinne eines Aha-Effekts? Die KI begnügt sich damit, Verhaltensweisen ihrer Automaten hervorzubringen, hinter denen der Beobachter im Wege der Übertragung von sich auf ihn solche inneren Zustände zu vermuten geneigt ist. Man mag dies für unbefriedigend halten oder als betrügerisch denunzieren; aber es entspricht nun einmal dem Paradigma, das für die künstliche Intelligenz gilt. Zwar haben sich Informatiker und Robotiker immer wieder in der Wortwahl vergriffen und enthusiastisch verkündet, ihre Geschöpfe würden tatsächlich denken, verstehen, Gefühle haben, und so fort. Wenn aber ihre Kritiker ihnen dabei auf den Leim gingen, dann zeugt dies entweder von geheuchelter Empörung oder einer gehörigen Portion Naivität. (...) Ohnehin erhebt sich die Frage, ob programmierte Simulationsmodelle den richtigen Weg darstellen und ob nicht generische Modelle viel geeigneter sind, um die angesprochenen Probleme zu lösen. Zumal dann, wenn man ihnen die Fähigkeit verleiht, in realen Umgebungen und Situationen zu Fortetzung S. 6 FREIDENKER 7/04 5 Fortsetzung von Seite 5 lernen und die dabei gewonnenen Erfahrungen zur Grundlage künftigen Verhaltens zu machen. (...) Eine grosse Aufgabe wartet hier auf Psychologen, Neurobiologen und Computerwissenschaftler. Sind menschengleiche Maschinen technisch möglich? Auf die Frage, ob menschengleiche Maschinen möglich sind, kann es ehrlicherweise nur eine Antwort geben: Nach unserem derzeitigen Wissen steht dem prinzipiell nichts entgegen, je nachdem, wie eng oder wie weit man das Attribut menschengleich fasst und ob man das behavioristische Paradigma zu akzeptieren bereit ist. Die Betonung aber liegt auf prinzipiell. Denn zu einer aufrichtigen Antwort gehört auch die Feststellung, dass der Umfang der konzeptionellen, technischen und sonstigen Schwierigkeiten heute überhaupt noch nicht abzusehen ist. Es können sich noch schier unüberwindbare Hürden auftürmen. Und niemand vermag zu sagen, welcher intellektuelle und materielle Aufwand hierfür nötig sein wird. Sind wir überhaupt bereit, ihn zu leisten, und wofür letztlich? Ist die Entwicklung menschengleicher Maschinen sinnvoll? Die eigentlich relevante Frage lautet nämlich, ob ein solches Unterfangen sinnvoll wäre und bis zu welchem Punkt es vernünftigerweise vorangetrieben werden sollte. Auf dem Wege zu im Wortsinne menschengleichen Maschinen könnten intelligente Automaten entstehen, die nützlich und hilfreich sind: Anthropomorphe Konstruktionen, die schwere oder gefährliche Arbeiten tun, die man Menschen nicht zumuten möchte. Dienstbare Geister, die selbstständig lästige Hausarbeit verrichten. Roboter, die alten, kranken oder behinderten Menschen beistehen, wenn deren Betreuer nicht anwesend sind. (...) Das ultimative Ziel der künstlichen Intelligenz ist ein Wahn Keine Frage: Das ultimative Ziel der künstlichen Intelligenz ist ein Wahn. Eine solche Wahnvorstellung ist auch Hans Moravec’ (Prof. für Robotik an der Carnegie-Mellon University in Pittsburgh, Verfasser von z.B. "Computer übernehmen die Macht", 1999) Prophezeiung von den Mind Children (ComputerKindergarten), die in vierzig Jahren die Oberhand über die menschliche Rasse gewinnen und sie von diesem Planeten verdrängen werden – wobei der Prophet uns die Erklärung schuldig geblieben ist, warum ausgerechnet seine Vision so viel wahrscheinlicher sein soll als die neunundneunzig anderen Szenarien, die sich auch für diese Bühne entwerfen liessen. Prophetie als Marketingstrategie Vielleicht aber muss man Weissagungen von Wissenschaftlern etwas gelassener sehen und sie für das nehmen, was sie gelegentlich auch sind: Marketing. Ohne eine spannende Story bleiben öffentliche Anerkennung und Forschungsmittel möglicherweise aus. Insofern haben einige Forscher des angehenden 21. Jahrhunderts wenig mit den meist introvertierten Gelehrten des 19. und des frühen 20. gemeinsam; manchmal erinnern sie eher an Unternehmen, die an die Börse gehen wollen. Zu den zweifelhaften Propheten zählt auch Ray Kurzweil (*1948, Erfinder von Spracherkennungssystemen, Autor von "Homo S@piens", 1999), der ein erfolgreicher High-Tech-Unternehmer war und es wohl noch ist. (...) Er will den heutigen Menschen durch allerlei elektronische Einbauten so verbessern, dass seine Intelligenz und sein Gedächtnis um ein Erhebliches zunehmen. Allerdings haben frühere Ideologien mit ihrer Vorstellung vom neuen Menschen kläglich Schiffbruch erlitten, weil die real existierenden Menschen sich entweder nicht umbiegen liessen oder, wo es doch gelang, zu Monstern wurden. Immerhin aber war Stephen Hawking (*1942, britischer Physiker, "Eine kurze Geschichte der Zeit ", 1988) von all den Horrorszenarien so beeindruckt, dass er zur genetischen Aufrüstung der Menschheit aufrief, um sie für die drohende Herausforderung durch die künftigen hoch intelligenten Automaten fit zu machen. Ohne Fantasie keine Zukunft Warum lässt sich ein Wissenschaftler wie Hawking zu solchen, mit Verlaub, schwachsinnigen Äusserungen hinreissen? Es muss die Faszination sein, die von der Vorstellung von menschengleichen Maschinen schon immer ausging und noch ausgeht. Offensichtlich regt sie die Fantasie ungeheuer an, denn es geht dabei ja auch um uns Menschen und unser Selbstverständnis. Fan- Peter Dietz Menschengleiche Maschinen. Wahn und Wirklichkeit der künstlichen Intelligenz. Verlag: Bühler & Heckel, 2003 ISBN: 3980923703, EUR 24,80 tasie aber ist eine der schönsten und wertvollsten Eigenschaften, die uns Menschen mitgegeben wurde. Recht betrachtet, hat der Mensch ohne Fantasie keine Zukunft, weder als Individuum noch als Spezies. Allein schon deshalb wird die künstliche Intelligenz unbeirrt an ihrem ultimativen Ziel festhalten, es sei denn, man dreht ihr den Geldhahn zu. Aber mit welcher Begründung? Weil die Gesellschaft das Vorhaben als nutzlos einschätzt? Dann müsste die bemannte Raumfahrt, die noch viel höhere Mittel verschlingt, erst recht auf den Prüfstand. Und die Unsummen, die für riesige Teilchenbeschleuniger aufgewandt werden, liessen sich auch nicht mehr glaubwürdig durch die vage Hoffnung rechtfertigen, eines Tages das Higgs-Partikel experimentell nachzuweisen. Wahn hin oder her – stellen wir uns darauf ein, dass das Bemühen um die menschengleichen Maschinen weitergeht. Und warten wir gelassen ab, wie die Wirklichkeit der künstlichen Intelligenz in zehn oder zwanzig Jahren aussehen wird." Dr. Peter Dietz Dr. Peter Dietz (*1933), Physiker, hat Anfang der sechziger Jahre im eigenen Unternehmen seine ersten Computer entwickelt und gehört damit zu den Pionieren der Informationstechnik in Deutschland. Nebenberuflich lehrt er seit vielen Jahren Informatik an der Universität Dortmund. Vollständiger Text: http://www.heise.de/tp/ deutsch/special/robo/16346/1.html 6 FREIDENKER 7/04 Forum Folter und Vergewaltigung: patriarchales Alltagsrepertoire zu "Steh auf – denk selber!" in FREIDENKER 6/2004 Sehr gut ist der Bericht über den Papstbesuch im neuen FREIDENKER. Sie schreiben über "den Nährboden bereiten auf dem Monstrositäten wie jene von Abu Ghraib gedeihen können". Das ist sehr wahr. Amnesty International publiziert einen Jahresbericht im Taschenbuchformat und es sind etwa 180 von den ca. 210 Ländern der Welt dargestellt. Davon wird in etwa 140 Ländern auch heute noch gefoltert, in Gefängnissen und Polizeistationen, wie auch vergewaltigt. Dem Publikum ist es nicht bewusst und Abu Ghraib, meinen sie, sei ein Einzelfall. Und dabei gehört dies zum patriarchalen Alltagsrepertoire. Ohne Folter, Vergewaltigung, Krieg und die Mitarbeit von "psychisch verformten" Handlangern gäbe es die heutige patriarchale Gesellschaftsordnung nicht. In den Büchern von Karlheinz Deschner ist dies geschichtlich über die letzten 2000 Jahre genaustens nachzulesen. Soeben ist der 8. Band von ihm erschienen und sehr wahrscheinlich wird San Carlo Borromeo, von dem die Tessiner Sektion soeben berichtet, auch enthalten sein. Psychologisch wäre es lohnenswert einmal heraus zu arbeiten, was mit diesen Menschen in ihrer Kindheit, Jugend, etc. passiert ist, was für kulturelle, religiöse, pädagogische Werte ihnen vermittelt wurden, dass sie die Menschenwürde anderer hemmungslos verletzen. Meistens spüren sie die eigene nicht, da diese auch verletzt wurde. Sich daran zu erinnern ist schwierig und schmerzhaft und auch das erlittene unrecht zu sehen. Da ist es oft einfacher die Verletzung weiter zu reichen und andere zu verletzen. Das meiste geschieht auf unbewusster Ebene. M. Schnyder, Zernez in den Sektionen Basel - Union Jeden letzten Freitag im Monat ab 19:00 Uhr: Freie Zusammenkunft im Restaurant "Storchen" Basel. Basel - Vereinigung a.o. Mitgliederversammlung, Datum folgt in der schriftlichen Einladung. Jeden letzten Donnerstag im Monat 15 bis ca. 17:30 Uhr: Donnerstag Hock Restaurant "Park", Flughafenstr. 31. Bei schönem Wetter im Gartenrestaurant. Bern Samstag, 3. Juli 2004 ab 11:00 Grillfest im Freidenkergarten nur bei schönem Wetter. Anmeldung bis Do. 1. Juli unter Tel. 031 372 56 03 Winterthur Mittwoch, 7. Juli 2004 19:30 Freidenker-Stamm Restaurant "Chässtube" am Archplatz Zürich Dienstag, 13. Juli 2004 ca 14:30 Freie Zusammenkunft Grünwald Thema: "Humanistisches Manifest" Für Fussgänger mit Bus 69 und 80 bis ETH Hönggerberg, von dort zu Fuss bis Grünwald ca 45 Min. Oder mit Bus 46 und 89 bis Geeringstr., umsteigen auf Bus 485 bis Grünwald. Voranzeige das Letzte Innovative Kirche Laut einer Meldung von Radio DRS 2, Sonntag 20. Juni 2004, lagert die katholische Kirche mangels Priesternachwuchs gewisse Dienstleistungen an ihren Kunden in die Dritte Welt aus. So sollen Fürbitten im globalisierten Markt der Kirche neu etwa in Indien eingekauft werden können. Für die dortigen Priester offenbar eine willkommene Erwerbsmöglichkeit. Man anerkenne: die katholische Kirche ist durchaus innovativ und übernimmt die Rezepte der globalisierten Wirtschaft mit erstaunlicher Geschwindigkeit. Fragt sich nur, wie lange es noch dauert bis auch die Gläubigen selbst ihre persönlichen Gebete, die Beichte, das dazugehörige Bussetun und die Teilnahme an Gottesdiensten und Eucharistiefeiern "outsourcen" können. rc Sonntag, 15. August 2004 Grillfest auf dem Sternenberg Bitte Datum reservieren. Ausführliche Angaben im August-FREIDENKER. Dienstag, 21. September 2004 Freidenker-Ausflug in den Horrorfilm ... Mystery-Park, Interlaken Ein Ausflug für skeptische Freidenkende und ihre Angehörige aus der ganzen Schweiz. Wir reisen per Bahn nach Interlaken Ost, von dort fährt ein direkter Bus zum Gelände. Sonderbillette der SBB ab Zürich Fr. 95.- ab Basel Fr. 89.-, ab Bern Fr. 65.-. Ein gemeinsames Mittagessen ist vorgesehen. Anmeldungen bitte an: Heinrich Habicht ¤ 01 865 16 93 In Langwise 23, 8424 Embrach h.habicht@swissonline.ch Winterthurer Freidenker FREIDENKER 7/04 7 FVSFreidenker-Vereinigung der Schweiz Mitglied der Weltunion der Freidenker und der Internationalen Humanistischen und Ethischen Union Trauer Feiern Basel (Vereinigung) 061 401 35 19 oder 061 321 31 48 Basel (Union) 061 321 39 30 oder 061 601 03 23 Bern 031 372 56 03 oder 031 911 00 39 Grenchen 076 53 99 301 oder 032 645 38 54 Luzern und Innerschweiz 041 420 45 60 Schaffhausen 052 337 22 66 St. Gallen 052 337 22 66 Vaud Waadt 026 660 46 78 ou 022 361 37 12 Winterthur und Thurgau 052 337 22 66 Zürich 01 463 16 55 Falls unter der regionalen Nummer niemand zu erreichen ist: Zentralsekretariat FVS 032 641 26 24 oder 052 337 22 66 Regional- und Orts- Gruppen Freidenker-Vereinigung Basel und Umgebung Postfach 302, 4012 Basel *auch Fax Präsidentin: Y. Andrek 061 401 35 19* Vizepräsidentin: B. Bisig 061 321 31 48* Kassier: R. Wenger Tel. 061 692 86 27 Fax 061 692 86 28 Mitgliederdienst: R. Frey 061 421 12 80 Freidenker-Union Region Basel USF Postfach 4471, 4002 Basel Präsident: G. Rudolf 061 601 03 43 Infos: 061 321 39 30, 061 601 03 23 Mitgliederdienst: 061 321 39 30 Postkonto: 40-4402-5 Bestattungsfonds: 40-4007-5 FVS-Ortsgruppe Bern Postfach, 3000 Bern 1 Präsident a.i.: J. Kaech 031 372 56 03 Mitgliederdienst: A. Hänni 078 859 35 73 Libre Pensée de Genève 27 ch. des quoattes, 1285 Avusy Président: J.P. Bouquet 022 756 40 49 tél. et fax Sektion Grenchen und Umgebung Postfach 451, 2540 Grenchen Auskünfte: Peter Hess, Präsident 032 645 38 48 oder 076 376 38 48 Mitgliederdienst/Krankenbesuche: Lotti Höneisen 076 53 99 301 Sektion Luzern-Innerschweiz Postfach 2908, 6002 Luzern Präsidium: vakant FVS Mittelland Postfach 637, 4600 Olten Präsident: W. Zollinger 062 293 39 30 Freidenker Schaffhausen c/o Alice Leu Haargasse 12, 8222 Beringen Kontaktperson: A. Leu 052 685 23 03 FVS-Regionalgruppe St. Gallen c/o Ernst Diem St.Georgenstr. 218b, 9011 St.Gallen Präsident: E. Diem 071 222 47 54 Associazione Svizzera dei Liberi Pensatori (ASLP) Sezione Ticino Casella postale 721, 6902 Paradiso Presidente: R. Spielhofer 091 994 21 45 Ass. vaudoise de la Libre Pensée Case postale 131, 1000 Lausanne 17 Président: J.P Ravay 022 361 94 00 Secrétariat: 026 660 46 78 Winterthurer Freidenker Postfach 1806, 8401 Winterthur Präsident: J.L. Caspar 052 337 22 66 Sekretariat: D. Dünki 052 222 98 94 FVS-Ortsgruppe Zürich Postfach 7210, 8023 Zürich Präsident ad interim: H. Rutishauser Tel. und Fax 01 463 16 55 Mitgliederdienst: M. Dobler 01 341 38 57 FREIDENKER - BIBLIOTHEK Zürich, im Sozialarchiv Stadelhoferstr. 12 (Nähe Bellevue) Bücherausgabe: Mo. - Fr. 10–20 Uhr Sa. 10–13 und 14–16 Uhr Auskunft: 01 251 80 66 FVS Zentralsekretariat Zentralkasse Mitglieder melden ihre Adressänderungen bitte an die Sektionen. Zuschriften an den Vorstand, Adressänderungen Nichtmitglieder, Auskünfte, Materialbestellungen an: Zentralsekretariat FVS Postfach 217 CH-2545 Selzach Tel. 032 641 26 24 Fax 032 641 26 25 Internet: www.freidenker.ch Postkonto: 84-4452-6 Adressänderungen an: Postfach 217 CH-2545 Selzach Impressum Redaktion Reta Caspar Rainweg 9 031 911 00 39 3052 Zollikofen e-mail: reta.caspar@swissonline.ch Erscheinungsweise monatlich Redaktionsschluss 15. des Vormonats Jahresabonnement Schweiz: Fr. 30.– inkl. Porto Ausland: Fr. 35.– inkl. Porto (B-Post) Probeabonnement: 3 Monate gratis Druck und Spedition Basler Druck+Verlag AG, bdv Postfach, 4010 Basel ISSN 0256-8993, Ausgabe 7/2004 Namentlich gekennzeichnete Beiträge können, aber müssen nicht mit der Ansicht der Redaktion übereinstimmen. 2545 Selzach AZB