Freidenker 11/2004.pdf

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(file: @@freidenker-200411.pdf@@)libero pensatore Religionsfreiheit hat Grenzen nung der Baubewilligung für das umstrittene Kreuz verbundene geringfügige Einschränkung der Nutzungsmöglichkeit ihres Grundstückes taste auch den Kerngehalt der Eigentumsgarantie nicht an. Es lasse sich auch nicht im Ernst vertreten, ein nachts beleuchtetes Kreuz, das mit seiner Höhe von 7,38 m bis auf 12 cm an die an seinem Standort in der Wohnzone W2 geltende zulässige Gebäudehöhe von 7,5 m heranreiche, sei bewilligungsfrei . Das Verwaltungsgericht war zum Schluss gekommen, ein beleuchtetes Kreuz von dieser Grösse gehöre "nicht zum herkömmlichen Inventar einer Wohnzone", sondern sei in einer Wohnzone von Gerlafingen fremd und störe das Quartierbild. Das Kreuz lege in der von der Bewegung von Dozulé vorgeschriebenen Grösse und durch seine Beleuchtung ein dominantes Zeugnis einer kleinen Glaubensgemeinschaft ab. Die Verkündung einer Religion habe keinen positiven funktionalen Zusammenhang mit dem Wohnen. Eine durch ihre Grösse und nächtliche Beleuchtung dominant in Erscheinung tretende Baute zur Verkündung einer religiösen Botschaft, die möglicherweise im Quartier niemand zur Kenntnis nehmen wolle, sei ein Fremdkörper im Ortsbild und daher in einer reinen Wohnzone nicht zonenkonform. Das Bundesgericht meint dazu: "Die Beurteilung des Verwaltungsgerichts, das Kreuz wirke dominant, ist keineswegs unhaltbar. Es ist vielmehr durchaus nachvollziehbar, dass auch die Nachbarn dies so empfinden und sich gerade an dieser tags und durch die Beleuchtung des Kreuzes besonders auch nachts erzielten 'Drittwirkung' stören. Es ist jedenfalls verfassungsrechtlich nicht zu beanstanden, dass das Verwaltungsgericht das umstrittene Kreuz als an diesem Standort störenden Fremdkörper für nicht bewilligungsfähig beurteilte." Die Beschwerde wurde abgewiesen. Das Beispiel zeigt einerseits, welch infantiles Gottesbild die Gläubigen haben. Man stelle sich vor: Ein allmächtiger Gott, der es nötig hat, seinen Schäfchen detaillierte Bauanleitungen für seine Werbeträger als Botschaft zu übermitteln... Es zeigt aber vor allem im kleinen Massstab, wie fundamentalistische Kreise ihre Botschaft über das staatliche Gesetz stellen. Im grossen Massstab sehen wir das gleiche in den USA, wo ein "wiedergeborener Christ" als Präsident sich nicht scheut, öffentlich zu sagen, dass er die Bibel über die Verfassung stelle und sich selbst und die USA als das neutestamentliche "Licht der Welt" auffasse. 40% der Menschen in den USA bezeichnen sich ebenfalls als "wiedergeborene Christen" – das dürfte leider ausreichen, um diesen Präsidenten und sein gefährliches Ziel im Amt zu halten. Diese Evangelikalen sehnen sich nämlich nach dem Reich Gottes und sind bereit, alles dafür zu tun, dass es möglichst bald komme: Der 11. September 2001 und der vom Rest der Welt gefürchtete Zusammenprall der Kulturen – der eigentlich ein Zusammenprall der Ideologien ist – ist für sie Teil der Apokalypse und damit Teil des Heilsplanes ihres rachsüchtigen Gottes. Wie die Islamisten versuchen auch die "wiedergeborenen Christen", die westliche Errungenschaft der Menschenrechte zu instrumentalisieren, insbesondere die Religionsfreiheit für ihre Zwecke zu verabsolutieren und ihr Produkt mit dem ganzen Fortsetzung S. 3 FREIDENKER 11/04 Mit Urteil vom 21. Juni 2004 hat das Bundesgericht einen Entscheid des Verwaltungsgerichtes des Kantons Solothurn gestützt, das dem Besitzer eines Einfamilienhauses in Gerlafingen befahl, ein in seinem Garten aufgestelltes, 7.38 m hohes und nachts beleuchtetes Aluminiumkreuz zu beseitigen. Das Bundesgericht argumentierte: Das Aufstellen des Kreuzes als Symbol des christlichen Glaubens bezwekke nach der Darstellung der Beschwerdeführer die "Verbreitung der eigenen Glaubensansicht". Das Kreuz diene somit der Bekanntmachung oder Weitergabe ihrer religiösen Überzeugung an Dritte, was nicht zum absolut geschützten Kernbereich religiöser Betätigung und damit der Glaubensfreiheit gehöre. Die mit der Ableh- THEMEN in diesem FREIDENKER Religionsfreiheit hat Grenzen 1-3 ASLP: Come – Perché – Quando 2 Moderne Menschheit? 4 FreidenkerInnen im Mysterypark 5 Filmtipp: Monte Grande 6 FU Basel: Freidenkerspende 7 1 ASLP: Come – Perché – Quando Considerazioni di Guido Bernasconi sul ruolo che la nostra associazione dovrebbe assumere nel Cantone e nell’ASLP nazionale, estratti da una lettera al presidente del 13 settembre 2004. ..."In primo luogo sarebbe buona cosa che non assumessimo attitudini troppo seriose: siamo – o dovremmo essere – persone che pur credendo in quel che fanno trovano nell’ASLP il piacere di una convivialità tanto più godibile in quanto fondata su affinità ideali. Non dovrebbe dunque essere considerato come 'perso' il tempo che viene dedicato al chiarimento delle posizioni su questa o quella questione. L’ASLP non è un partito politico: è un gruppo di persone che hanno un orientamento etico-filosofico di matrice illuminista e un impegno civile informato ai principi di uguaglianza, di libertà e di solidarietà. L’auspicio nostro è quello di costituire un punto di riferimento per coloro che propugnano la laicità dello Stato e la neutralità confessionale delle pubbliche istituzioni. Ci assumiamo perciò il compito di denunciare quei detentori dell’autorità pubblica che si discostino da queste posizioni. Ed è del pari nostro dovere rintuzzare i tentativi di ingerenza delle organizzazioni confessionali in tutto ciò che compete ai pubblici poteri e in tutto ciò che attiene alla pubblica amministrazione. Per altro, noi prendiamo posizioni di principio, ma non è nostra incombenza la ricerca di soluzioni di compromesso. Tutt’al più possiamo esprimere preferenze per scelte che appaiono come "male minore", il che non significa che le facciamo nostre." (...) "Ho saputo che è stata presa posizione contro le sparate arroganti del vescovo Grampa sul caso del prete Casiraghi. Sempre a proposito del Grampa, non so se costui sia stato insediato con la pompa che i clerico-cattolici riservano a simili eventi, ho però motivo di credere che rappresentanti dello Stato siano stati invitati ad assistere alla cerimonia. Se lo avessero fatto sarebbe stata opportuna l’espressione del nostro dissenso. Analogo dissenso meritava l’esternazione di quel consigliere federale che, in occasione della festa nazionale, si è permesso di invocare la benedizione divina sulla Svizzera e sugli svizzeri. Nell’ultima riunione del 9 giugno scorso ho espresso alcune considerazioni sul frate Enrico Caldelari (in arte, 'Padre Callisto') apparso sulla 'regione' circa la questione dei crocefissi."... "Il Caldelari, per la sua collocazione eccentrica, ha una notevole influenza sui 'cattolici vergognosi' iquali, pur esprimendo qualche timido dissenso (soprattutto d’ordine amministrativo) rimangono pur sempre dei 'fedeli'." Di più: per la sua attitudine apparentemente bonaria e aperturista – nonché per la disinvoltura con cui porta l’abito talare – il Caldelari riesce a presentarsi, anche di fronte al 'mondo laico' come uomo disponibile al dialogo, all’intesa e (perché no?) al 'compromesso' con i non credenti. Eppure, non meno del Grampa, il Caldelari è uno dei rappresentanti di quella Chiesa Catttolica Apostolica Romana che vede nella Rivoluzione francese la causa di tutti i mali peggiori dell’età moderna e contemporanea. È uno capace di sostenere spudoratamente che i morti da attribuire a motivi confessionali negli ultimi duemila anni sono frutto del 'conflitto fra religiosi e irreligiosi': un conflitto che, a suo dire, si sarebbe concluso con 'un risultato di parità'! Pari e patta..." (...) Un ulteriore 'contributo', del Caldelari, apparso su 'il caffé' del 25 luglio scorso, da motivo a Guido Bernasconi di tornare sul suo caso. "L’articolo in questione è un dichiarato attacco contro la 'libertà di opinione' dunque, a maggior ragione, contro la libertà d’espressione. Conoscendo la sensibilità e la suscettibilità dei credenti, noi sappiamo quanto sia offensivo anche solo esprimere dubbi su ciò che per loro è oggetto di fede. Ma così come è consentita la propaganda confessionale nelle forme più invadenti, deve essere lecita (e per noi doverosa) adeguata risposta: sia per ciò che attiene agli aspetti filosofici, sia sul piano etico politico, sia sul piano del costume. Con un ragionamento capzioso tipico della gente del suo orientamento, il frate esige 'rispetto' per chi crede, pretendendo che tale 'rispetto' debba essere esteso a ciò che viene creduto. Orbene, al di là dei giuochi di parole, non è certo dai preti che dobbiamo lasciarci calare lezioni per ciò che attiene ai diritti dell’uomo. E tuttavia è chiaro che quando si postula il rispetto per la libertà dicoscienza (inclusa quella di credenza), tale rispetto va alla libertà e non all’uso che ciascuno ne fa. L’articolo contiene concetti che non diventano accettabili solo per il fatto che il Caldelari li attribuisce al cardinale Ratzinger (suo mentore per l’occasione): in particolare laddove si sostiene che 'l’Occidente non ama più se stesso', che 'l’Europa ha bisogno di una nuova accettazione di se stessa' e che non può sussistere senza il rispetto per la sua fede'. Non è per il fatto d’essere nati nel territorio europeo che siamo tenuti a far nostre le scelte di chi lo ha abitato prima di noi. La conoscenza della storia non implica una nostra compartecipazione (men che meno, una nostra corresponsabilità) circa i fatti e i misfatti dei nostri antenati. Anzi: se davvero vogliamo mostrare d’aver imparato qualcosa – pur senza rinunciare a ciò che di positivo è stato realizzato – dobbiamo respingere ogni tentativo di ricondurre gli "europei" d’oggi nel solco di una tradizione caratterizzata dalla superstizione, dall’intolleranza, dalla persecuzione dei diversi, dallo spirito guerrafondaio." (...) Guido Bernasconi A Richiesta è a disposizione il testo integrale della lettera di Guido Bernasconi nonché il testo del contributo di Caldelari sul "il caffè" del 25.7.2004. 2 FREIDENKER 11/04 Zum Brief von Guido Bernasconi, aus dem die Auszüge auf Seite 2 stammen: Guido Bernasconi hatte 1990 vor Bundesgericht im Streit gegen die Tessiner Gemeinde Cadro obsiegt, in dem es um die Verfassungsmässigkeit von Kruzifixen in den Primarschulräumen ging . Er wohnt gegenwärtig im Ausland, verfolgt aber das gegenwärtige Geschehen im Kanton Tessin und bleibt mit unserer Bewegung über Briefwechsel in Kontakt. Im ersten Teil des Briefes an den Präsidenten der Sektion Tessin der FVS macht Bernasconi Überlegungen darüber, welche Rolle unsere Bewegung im Kanton und in der gesamten FVS annehmen sollte, und bei welchen Gegebenheiten ein Einschreiten erforderlich gewesen wäre oder ist, z.B. beim Gottessegen in der Rede zum ersten August des Bundespräsidenten. Guido Bernasconi war bei der Zusammenkunft der Sektion Tessin vom 9. Juni 2004 zum Thema "Kruzifixe in den Schulzimmern der Primarschulen – die Situation mehr als zehn Jahre nach dem Bundesgerichtsentscheid" dabei. Während dieser Zusammenkunft erwähnte er den Pater Enrico Caldelari (Pseudonym "Padre Callisto") im Zusammenhang mit einem Artikel über Kruzifixe in der Tageszeitung "La Regione". Caldelari schreibt eine Kolumne in der Sonntagszeitung "il caffè", und ist sonst in Tageszeitungen und Fernsehsendungen präsent. Beim grossen Publikum kommt er gut an, da er sich scheinbar offen zeigt; im Grunde aber ist er überzeugter Integralist. Ein Artikel von Caldelari vom 25. Juli 2004 im "il caffè" veranlasst Bernas-coni, sich im zweiten Teil des Briefes nochmals mit Caldelari auseinanderzusetzen, da der Artikel einen erklärten Angriff auf die freie Meinungsäusserung ist. rs Fortsetzung von Seite 1 Arsenal modernster Marketingmethoden zu verbreiten. Das Bundesgericht hat in seinem Entscheid einmal mehr klar gemacht, dass deine und meine Religionsfreiheit genau dort aufhört, wo die der anderen beginnt – wie das bei allen Freiheitsrechten der Fall ist. Wirksame Mittel gegen -ismen Wie das im Einzelnen durchgesetzt werden kann ist allerdings eine schwierige Frage. Dieser weicht auch Bundesrat Moritz Leuenberger aus, wenn er unter dem Titel "Wer das Kopftuch verbieten will, verschleiert das Problem" schreibt: "Gegen das unfreiwillige Kopftuch gibt es andere und direktere Mittel, um die Rechte der Frauen und Mädchen zu schützen, als den Schleier zu verbieten." (NZZ am Sonntag, 17. Oktober 2004) Welche? Darüber lässt er sich nicht aus (auch nicht in der vollständigen Fassung seiner Rede über "Die Wiederkehr des Religiösen in der Politik" auf www.moritzleuenberger.ch). Aber dies ist genau die zentrale Frage. Gegen die strukturelle Gewalt, die in den gläubigen Familien, Gemeinschaften und Staaten herrscht, gibt es eben gerade kein einfaches, griffiges Mittel – das sehen wir überall dort, wo trotz fortschrittlicher Gesetze und Regierungen die alten Un-Sitten in den Familien und in den Clans weiterleben. Ein Verbot mag uns liberalen Menschen heute als unschön vorkommen – möglicherweise werden wir es aber eines Tages als wirksamen Beitrag zur allerorts geforderten Integration von ImmigrantInnen bewerten. Beitrag der Religionen? Es mutet eigenartig an, wenn der Bundesrat von der "Bedeutung der Kirchen in der Wertediskussion" der Gesellschaft spricht. Natürlich, faktisch haben die Kirchen eine Bedeutung, deshalb müssen sie vor allem in die Pflicht genommen werden. Einen besonderen Beitrag haben sie aber – das zeigen die jüngere und ältere Geschichte – nicht geleistet, im Gegenteil: Wie Leuenberger bemerkt, haben gerade in den jüngsten Konflikten die Kirchen und die Religionsführer einmal mehr ihre unheilvolle Rolle als göttliche Legitimationsverordner für kriegerisches Handeln demonstriert. Von solchen Leuten ist kein Beitrag zur eines der rund 7'000 "Liebeskreuze" in Europa Wertediskussion zu erwarten. Die Kirchen und Religionsführer haben immer nach Erweiterung ihres Einflusses gestrebt und nicht nach der Verbreitung von Werten, die ein friedliches Zusammenleben der Menschen fördern. Menschenrechte sind säkulare Werte Wenn Politiker den Kirchen eine wichtige Rolle in der Wertediskussion zuschreiben, dann meist in der Absicht, politische Probleme auf Wertefragen zu reduzieren und zu delegieren, an Ethikerinnen und Theologen... Dabei ist das, was das Christentum an Positivem enthält, bereits in die Menschenrechtserklärung eingeflossen. Der Rest – Monotheismus und Erlösungsmythos – ist kontraproduktiv. Der Weg hin zu einer freien und gerechteren Weltgemeinschaft ist noch weit – Bush & Taliban & Co sind darauf ein gefährliches Hindernis. Wir alle sind gefordert, die sozialen Missstände, die überall auf der Welt ein Nährboden für -ismen jeder Art sind, und die verhängnisvolle Verbindung von Religion und Politik zu bekämpfen! Religionsfreiheit für Individuen Die verfassungsrechtliche Religionsfreiheit muss dabei weiterhin sorgfältig ausgelegt werden, damit sie nicht durch die Hintertür von den Kirchen zur besonderen Wirtschaftsfreiheit im Wettbewerb auf dem Markt der Religionen umfunktioniert wird. Reta Caspar FREIDENKER 11/04 das Letzte "Gott hat uns die Intelligenz gegeben, um zu forschen"*, meint Bundesrat Couchepin zur Stammzellenforschung. Kein Problem also... Weiter meinte er, der Rubikon sei mit der künstlichen Befruchtung überschritten worden, jetzt soll man die Embryonen für die Forschung verwenden dürfen, wenn man sie "respektvoll" behandle... Was man sich darunter wohl vorstellen muss? rc *NZZ 7.10.2004 3 Moderne Menschheit? Die global etablierten Wissenschaftler der "scientific comunity" haben als das ungefähre Alter der modernen Menschheit 100'000 Jahre ermittelt – mittels geologischen und radiologischen Datierungsmethoden. Dabei müssen sie nach wie vor in erster Linie ausgehen von nur vereinzelt und unvollständig auffindbaren Human-Fossilien. Daraus ergeben sich aber ebenfalls – nach wie vor – mehr Fragen als Antworten: Es ist heute wichtiger, die richtigen Fragen zu stellen, als mit einer spekulativen Antwort aufzuwarten und gar dreinzuknütteln – allgemein bekannt ist ja das Geständnis des altgewordenen Charles Darwin: My hypothesis on the origin of the species is one endless argument (="ein einziger, endloser Kriegsgrund"). Was heisst "modern"? Beispielsweise könnte eine intelligente Frage lauten: Was heisst hier im Zusammenhang mit den jungsteinzeitlichen Menschen, der kein Jota anders war als der heutige Mensch (biologisch und anatomisch und wohl auch verhaltensbiologisch), eigentlich "modern"? Die "Moderne Menschheit", vor und seit einhunderttausend Jahren? Und weiter kann man sich fragen: Was hat sich im Verlauf dieser ungeheuerlich langen Zeit in den Menschenkörpern und -seelen den wirklich alles verändert – oder auch nicht? Vielleicht die sozialen (bzw. asozialen) Organisationsformen? Die Anatomie? Die Gehirn-Anatomie? Die Innervierung der rechten oder linken Hand? Die psychologischen Verhaltens-Reflexe? Einzig die verfügbare Technologie? Die nähre und weitere, Regenwald- oder Wüsten-Umgebung? Der Glaube an die christliche Nächstenliebe? Das allgemeine Lebensgefühl vom sonnigen, polynesischen Palmenstrand...? Kommen wir zurück auf den anthropologischen Begriff vom "modernen Menschen". Modern bedeutet, dass wir Human-Exemplare vorliegen haben, welche nicht mehr nur schimpansenhafte Troglodyten ("Höhlenbewohner"...), Frauenräuber, Grosswildjäger und Chindli-Frässer sind, sondern gewissermassen ein "Edward" oder eine "Lucy" von nebenan. Wir haben es auchmitMenschen zu tun, welche über ein MinimalGehirnvolumen von 1'250 ml (Durchschnittsgewicht beim Mann 1'375 g; bei der Frau – mehr Wasser im gleichen Volumen – 1'245 g...). Allein vorliegender Klammerinhalt könnte der aufmerksame Leser, bzw. die aufmerksame Leserin, als einen Hinweis darauf werten, dass es sich bei vorliegender Definition vom "modernen CroMagnon"- Homo um eine naturwissenschaftlich-positivistische Definition aus dem 19. Jahrhundert handeln muss. Damals wurde ja auch der zoologische (sic!) "Artbegriff" geprägt - für unsereins: "Homo sapiens sapientis", bzw. "Homo sapiens sapiens" – wobei man sich damals offiziell noch nicht sicher war, ob man(n) wirklich die farbigen Tropenbewohner und die neandertalischen Bleichgesichter all in einen Topf (zoologischnomenklaturmässig und so) werfen dürfe... Kein Neandertaler Heute ist man sich indessen einig: Der Neandertaler (übrigens nachweislich noch mit einem grösseren Gehirnvolumen als unsereins heute...) hat nichts, aber auch gar nichts mit den modernen Menschenrassen zu tun stammesgeschichtlich, verwandtschaftsmäs-sig und so... Der doppelt-weise (Homo Doppel-S.), die zoologische Kategorie der "wissenden der Wissenden" (= Sapiens Sapientis) sind für jene Blutsverwandten jener fünf (warum gerade fünf?!) "Urmütter out of Africa" reserviert, welche genetisch in ein hochmodernes, molekularbiologisches Raster eingekastelt werden können, welches ein für allemal "Menschen" von den "Untermenschen" (und den "Übermenschen"?) feinsäuberlich trennt... Glauben = Nicht-Wissen Zu dieser Art modernem "Humanismus" hat uns Freidenker ein international bekannter Publizist, ein gewisser Erich v. Däniken, anlässlich eines Besuchs einer FVS-Delegation am 221.9.2004 in dessen "Mystery-Park" in Interlaken, eine interessante, gewissermassen "doppelt-negative" Definition auf den Rückweg mitgegeben: "Glauben ist gleich Nicht-Wissen". Und gerade wir Freidenker wissen ziemlich genau, dass man nicht alles glauben soll, was den lieben, langen Tag so dahergeschwätzt bzw. multimedial aufgeprotzt dem modernen, drangsalierten Menschen so ans Herz gelegt wird... Aufgeklärt und humanistisch Halten wir uns deshalb an die freidenkerische Version, wie sie seit der französischen Revolution (welche immerhin die Sklavenwirtschaft global und offiziell abzuschaffen vermochte, schliesslich und endlich, bis Ende des vorletzten Jahrhunderts..) nachprüfbar vorliegt: "Wissende" Menschen sind rundum aufgeklärte Menschen, gebildete und humanistisch gesinnte Menschen, welche sich für alltägliches Leben nicht mit Glaubenskonstrukten und -Prothesen behelfen müssen, aus etwaigem Mangel an echten und wirklich wirksamen Kenntnissen (...die mafiösen Kenntnisse einer "Hamlet"-Dorfgemeinschaft sind nicht wirkliche Kenntnisse, auch wenn sie überlebenswichtig daherkommen...), also ein "Homo" (oder deutsch: "Ein Mann bzw. eine Männin"...), der den Ausgang "aus selbstverschuldeter Unmündigkeit" gefunden hat. – Forts. S. 5 4 FREIDENKER 11/04 FreidenkerInnen im Mistery-Park Interlaken Zu neunt zogen wir am 21. September los, in die Höhle des Löwen. Und – siehe da – der Löwe war anwesend! Zur öffentlichen Uraufführung des neugestalteten Vimana-Präsentations-Teils war die gesamte Presse eingeladen worden. Erich von Däniken betonte in seinem Referat, dass nur wenige Menschen Gelegenheit hätten, die von ihm ausgewählten unerklärbaren Bauten und Spuren zu besuchen, und dass es deshalb sinnvoll sei, dieselben konzentriert und professionell für jedermann vorzuführen und alle Besucher zum Staunen und Nachdenken zu bringen. Die Anlage ist so gestaltet, dass es möglich ist, an einem einzigen Tag alle Stationen zu erleben, doch für eine Vertiefung lohnen sich weitere Besuche. Unsere drei Mitglieder aus Basel benutzten denn auch die Reise für einen mehrtägigen Aufenthalt im Gebiet des wunderschönen "Bödelis". Sie schätzten zudem die gute Zugänglichkeit auch im Rollstuhl. Die Anlage ist raffiniert und abwechslungsreich gestaltet, sodass allein schon die Parkteile zwischen den Themenbauten und der wettergeschützte Rundgang einen Besuch wert sind. Erich von Däniken ist ja vielbeschäftigt und häufig auf Erkundungsfahrt. Umso mehr war es für zwei von unserer Gruppe das grosse Glück, dass er sich nach der Pressekonferenz samt deren Bewirtung eine Viertelstunde Zeit nahm für eine "Privat-Audienz", bei der er einmal mehr als offene, unkomplizierte, weitgereiste und äusserst sachkompetente Persönlichkeit zu erleben war. Doch das Deuten und Nachdenken über die grossen Welträtsel überlässt er den Besuchern und uns allen. Auch bei ihm führte freies, vorurteilsloses Denken zu seinen Entdeckungen und Erklärungsversuchen. Die Variante, dass frühere Besucher von anderen Planeten als "Götter" bezeichnet wurden, ist sicher Hansheiri Winkler (Freidenker Winterthur) mit Erich von Däniken die sensationellste und natürlich auch umstrittenste Deutung. Wer aber die grossFortsetzung von Seite 4 flächigen Nazca-Scharrbilder in Peru Wie sagte doch Voltaire, al er über würden Professores und Plutokra- aus einem Fluggerät heraus betrachten kann, auch wenn es in Interlaken sein Verhältnis zum "Bon Dieu", dem tes...? Gott der Guten und Reichen (lateinisch: Eins jedenfalls ist für uns heute, zu nur Filmaufnahmen sind, wird Bonii = die Reichen), befragt wurde: Beginn des dritten christlichen Mille- schwerlich andere Varianten bevor"Nous nous saluons, mais nous ne niums, sicher: Seit Heinrich Schlie- zugen. Auf ebener Erde sind diese nous parlons plus..." manns Troja-Fund, exakt sich orien- kilometerlangen Gebilde kaum austierend an Homers Gesängen (ca. 800 zumachen und schon gar nicht zu Fragen stellen vor unserer Zeitrechnung aufgeschrie- überblicken. Und jetzt frage ich euch, liebe Leser: ben) im 19. Jahrhundert, darf man Wieviel wisst ihr wirklich über die ca. auch hierzulande, in unserer streng Es tut gut, als Freidenker mit Welt97'000 Jahre alte Menschheitsge- eingekastelten Vernunft, wieder "ver- rätseln konfrontiert zu werden. Es schichte – von der (mehr oder weniger rückte" Fragen stellen. Genau das gibt überall wunderbare Konstellaexakt) schriftlich überlieferten "Ge- bezweckt der "Mystery-Park" im schö- tionen zu entdecken, auch in unseschichte", bzw. "Urgeschichte", wel- nen Interlaken, zwischen den beiden rer Umgebung und in unserem Allche wieder einmal als verbindlichster Voralpenseen: Fragen über Fragen – tag – und vor allem im grandiosen "Mistery-Park". (wenn auch gottloser) Katechismus du darfst!! Heinrich Habicht, Winterthur verkauft werden will, von den HochAndreas Hänni, dipl. phil Nat., Belp FREIDENKER 11/04 5 Filmtipp Monte Grande oder Was ist Leben? Wie können Körper und Geist als ganzheitliches Wesen existieren? Der Chilenische Neurobiologe Francisco Varela beschäftigte sich von seiner Kindheit bis zu seinem frühzeitigen Tod mit dieser Frage. Die Struktur des Films basiert auf Varelas nicht-linearem Denken und fokussiert auf Autopoiesis*, Ethik, Bewusstsein, Meditation und Sterben. Erzählt und reflektiert wird von ihm selbst, von seinen Familienangehörigen, von führenden Wissenschaftern, engsten Freunden und Denkern wie Heinz von Foerster, dem 2002 verstorbenen Vater der Kybernetik, dem Biologen und Forschungskollegen Humberto Maturana und anderen. Varela beeindruckt durch seine klaren Gedanken und tiefschürfenden Fragen, was einen seiner Professoren bemerken lässt, dass nicht immer offensichtlich gewesen sei, wer der Lehrer und wer der Schüler gewesen wäre. Dennoch bleibt er bescheiden und unkompliziert, selbst als ihn eine steile Karriere in die Arena des internationalen Wissenschaftsbetriebs führt. Treu seiner Maxime, dem gefestigten Wissen zu misstrauen, relativiert er seine eigene Rolle, indem er sie mit derjenigen eines mittelalterlichen Troubadours vergleicht, der gegen Kost und Logis sein Lied singt. Spielorte: Basel kult.kino camera Bern kino cinemovie2 Zürich Kino arthouse movie Freienstein Di. 16. + Fr. 19. 11.04 "Neues Kino" Zuchwil-SO Sonntag 5. 12.04 Kino canva *Autopoiesis (griechisch: autos = selbst und poiein = machen, also eigentlich "Sich-Selbstgestaltung" oder "Sich-Selbstmachen") ist ein von den Biologen Maturana und Varela ab 1973 für (biologische) Organismen geprägter Begriff, der von Systemtheoretikern auch für gesellschaftliche Phänomene und Systeme verwendet wird. Er beschreibt die Eigenschaft eines Systems, sich selbst zu fördern und die für seine Existenz notwendigen Teile selber zu erzeugen. Francisco Varela 1946-2001 war ein Genie der Synthese. Er studierte Biologie und promovierte mit nur 24 Jahren an der Harvard University, war dann zunächst Professor für Biologie in Chile und musste – mit der Machtergreifung des Diktators Pinochet – aus seinem Heimatland fliehen. Er lehrte als Gastprofessor für Neurobiologie und Philosophie in Deutschland, Frankreich und der Schweiz, organisierte zahlreiche Konferenzen und Treffen mit dem Dalai Lama und war als unermüdlicher und unorthodoxer Anreger auf dem Parkett der internationalen Wissenschaftsszene unterwegs. Zuletzt arbeitete er in Paris. Bis zu seinem Tod Ende Mai 2001 war Francisco Varela dort am Centre National de Recherche Scientifique Forschungsdirektor. Gleichwohl ist es ebenso deutlich, dass der gesamte Ameisenhaufen auf einer globalen Ebene eine eigene Identität besitzt. Nun kann man sich fragen, wo sich dieser Insektenstaat befindet. Wo ist er? Wenn man, um dies herauszufinden, in den Ameisenhaufen hineingreift, dann hat man nur einzelne Ameisen, also die Verkörperung lokaler Regeln, in der Hand. Und man bemerkt dann, dass sich eine zentrale Steuerungseinheit nirgendwo lokalisieren lässt, da es sich nicht um eine wesenhafte, sondern um eine beziehungsmässige, eine relationale Identität handelt. Die Ameisen bestehen an sich, aber es sind ihre Beziehungen untereinander, die eine ganz reale, eine konkret erfahrbare Identität ergeben." F. V. Der Baum der Erkenntnis H. R. Maturana, F. J. Varela 1984 Eine künstlerische Darstellung des Prinzips Autopoeisis: "Drawing Hands" von M.C. Escher Der Ameisenhaufen "Zu der wichtigsten wissenschaftlichen Entdeckung dieses Jahrhunderts gehört die Erkenntnis, dass lokal interagierende Komponenten, wenn sie mit den notwendigen Regeln verbunden werden, ein plötzlich auftauchendes Muster – eine neue Dimension der Identität, eine andere Stufe des Seins – zu produzieren vermögen: Dieser Übergang von lokal wirksamen Regeln zu den dann global auftauchenden Mustern erlaubt es, zahlreiche verschiedene Phänomene, die sonst als vollkommen geheimnisvoll und undurchdringlich erscheinen würden, zu erklären. Auf einmal besitzt man einen universalen Schlüssel, um dem Verständnis des Gehirns, eines Tornados, eines Insektenstaates, einer Tierpopulation und letztendlich auch der Erfahrung eines Ich näher zu kommen. Warum ist die Idee eines plötzlich oder allmählich auftauchenden Musters so interessant? Denken wir für einen Moment an das Beispiel einer Ameisenkolonie. Es ist völlig klar, dass sich die lokalen Regeln in der Interaktion zahlloser einzelner Ameisen manifestieren. Die Gewissheit der Ungewissheit Gespräche zum Konstruktivismus mit Heinz von Foerster, Humberto Maturana, Francisco Varela, Paul Watzlawick u.a., Heidelberg 2002, 224 S., ISBN 3896702270 Euro 19.90 6 FREIDENKER 11/04 aus den Sektionen Winterthurer Freidenker in den Sektionen Basel - Union Jeden letzten Freitag im Monat ab 19:00 Uhr: Freie Zusammenkunft im Restaurant "Storchen" Basel. Basel - Vereinigung Jeden letzten Donnerstag im Monat 15 bis ca. 17:30 Uhr: Donnerstag Hock Restaurant "Park", Flughafenstr. 31. Bei schönem Wetter im Gartenrestaurant. Bern Montag, 1. November ab 19:00 wie jeden 1. Montag im Monat Freie Zusammenkunft Freidenkerhaus, Weissensteinstr. 49B Voranzeige "Pumpehüüslifest" – wie eine neue Tradition entsteht... Weil wir den Platz der letztjährigen Grillparty nicht mehr benützen konnten, mussten wir uns etwas Neues einfallen lassen. Im Püntenareal Sporrer in Wülflingen, wo unser Hansheiri Winkler Mitglied ist, konnten wir ein passendes Lokal mit gedeckter Veranda finden. Niki Locher am Herd, Annamarie und Madeleine im Service, servierten uns nach dem Apero ein gekochtes Menu vom Feinsten. Auch die Nachspeise durfte sich sehen lassen. Natürlich war auch für die passenden Getränke bis zum Kaffee mit Seitenwagen gesorgt. Wir sahen rundum fröhliche und zufriedene Gesichter, Die bereits für nächstes Jahr wieder gebuchte total 27 an der Zahl. Heiri Equipe Niki, Annamarie und Madeleine. animierte uns mit der Guitarre zum Singen, dazwischen klimperte Jürg ein wenig auf dem Keyboard. Ein gelungenes Fest, fanden wir alle. Es erhielt auch spontan einen eigenen Namen: "Pumpehüüsli-Fäscht", benannt nach dem so angeschriebenen Lokal, vor dem als Wahrzeichen ein antiker Pumpenbrunnen steht. Es war bald klar, dass hier eine "neue Tradition" entsteht. Das Menü für nächstes Jahr steht bereits fest! Herzlichen Dank nochmals Allen, die mitgeholfen haben. jlc Sonntag 12. Dezember Jahresfeier 2004 Hotel Bern. Bitte Datum reservieren, Einladung folgt. Mittelland Samstag, 4. Dezember ab 15:00 Freie Zusammenkunft im Hotel Arte, Riggenbachstrasse 10, 4600 Olten Winterthur Mittwoch, 3. November 19:30 Mittwoch-Stamm Restaurant "Chässtube" am Archplatz Voranzeige Freidenker-Union Region Basel Jahresspende für die Bergwaldpflege Die "Stiftung Bergwaldprojekt" leistet einen aktiven Beitrag zur Erhaltung der Schutzwälder. Die Stiftung wurde 1987 gegründet und seither haben über zehntausend Menschen in der Schweiz, in Deutschland und Österreich an einem Einsatz teilgenommen. Dabei lernen die TeilnehmerInnen in der praktischen Waldarbeit den Lebensraum Bergwald aus der Nähe kennen und leisten mit ihrer Arbeit einen eigenen aktiven Beitrag zu dessen Erhaltung. Seit 1987 haben über 10'000 TeilnehmerInnen an Arbeitseinsätzen des Bergwaldprojekts in der Schweiz, in Deutschland und Österreich teilgenommen. Teilnehmen können interessierten Frauen und Männer ab 18 Jahren. Forstliche Kenntnisse sind nicht nötig. Das Bergwaldprojekt sorgt für Unterkunft, Verpflegung und Unfallversicherung während der Arbeit. Das Jahresbudget der Stiftung beträgt rund Fr. 900'000.- . Spenden erhält sie von Einzelpersonen, Beiträge von Greenpeace, Kanton Graubünden, Migros Kulturprozent, vom WWF und andere Institutionen. Es werden Sponsoren gesucht f¨ür die einzelnen Projektwochen. Der Aufwand für den Einsatz einer Gruppe Freiwilliger (5-8 Personen) beträgt rund Fr. 8'000.- pro Projektwoche – Bildung und Naturerlebnis inbegriffen. Freidenker-Union Region Basel Spendenkonto 40-457936-2 Sonntag, 5. Dezember Liechterfäscht Einladung folgt. Zürich Dienstag, 9. November 14:30 Freie Zusammenkunft Thema: Lebensgefühl u. Denkweise eines weltlichen Humanismus Restaurant "Schützenruh" Voranzeige Sonntag, 12. Dezember Sonnenwendfeier im Restaurant "Schützenruh" Eine persönliche Einlagung erhalten die Mitglieder anfangs Dezember. Grosser Vorstand FVS Samstag, 20. November 2004 9:30 Uhr Hotel "Arte" in Olten Traktanden: Budget 2005 Informationen zur geplanten FVS-Geschäftsstelle FREIDENKER 11/04 7 FVSFreidenker-Vereinigung der Schweiz Mitglied der Weltunion der Freidenker und der Internationalen Humanistischen und Ethischen Union Trauer Feiern Basel (Vereinigung) 061 401 35 19 oder 061 321 31 48 Basel (Union) 061 321 39 30 oder 061 601 03 23 Bern 031 372 56 03 oder 031 911 00 39 Grenchen 076 53 99 301 oder 032 645 38 54 Luzern und Innerschweiz 041 420 45 60 Schaffhausen 052 337 22 66 St. Gallen 052 337 22 66 Vaud Waadt 026 660 46 78 ou 022 361 37 12 Winterthur und Thurgau 052 337 22 66 Zürich 01 463 16 55 Falls unter der regionalen Nummer niemand zu erreichen ist: Zentralsekretariat FVS 032 641 26 24 oder 052 337 22 66 Regional- und Orts- Gruppen Freidenker-Vereinigung Basel und Umgebung Postfach 302, 4012 Basel *auch Fax Präsidentin: Y. Andrek 061 401 35 19* Vizepräsidentin: B. Bisig 061 321 31 48* Kassier: R. Wenger Tel. 061 692 86 27 Fax 061 692 86 28 Mitgliederdienst: R. Frey 061 421 12 80 Freidenker-Union Region Basel USF Postfach 4471, 4002 Basel Präsident: G. Rudolf 061 601 03 43 Infos: 061 321 39 30, 061 601 03 23 Mitgliederdienst: 061 321 39 30 Postkonto: 40-4402-5 Bestattungsfonds: 40-4007-5 Freidenker Bern Postfach, 3000 Bern 1 Präsident a.i.: J. Kaech 031 372 56 03 Mitgliederdienst: A. Hänni 078 859 35 73 Libre Pensée de Genève 27 ch. des quoattes, 1285 Avusy Président: J.P. Bouquet 022 756 40 49 tél. et fax Sektion Grenchen und Umgebung Postfach 451, 2540 Grenchen Auskünfte: Peter Hess, Präsident 032 645 38 48 oder 076 376 38 48 Mitgliederdienst/Krankenbesuche: Lotti Höneisen 076 53 99 301 Sektion Luzern-Innerschweiz Postfach 2908, 6002 Luzern Präsidium: vakant FVS Mittelland Postfach 637, 4600 Olten Präsident: W. Zollinger 062 293 39 30 Freidenker Schaffhausen c/o Alice Leu Haargasse 12, 8222 Beringen Kontaktperson: A. Leu 052 685 23 03 FVS-Regionalgruppe St. Gallen c/o Ernst Diem St.Georgenstr. 218b, 9011 St.Gallen Präsident: E. Diem 071 222 47 54 Associazione Svizzera dei Liberi Pensatori (ASLP) Sezione Ticino Casella postale 721, 6902 Paradiso Presidente: R. Spielhofer 091 994 21 45 Ass. vaudoise de la Libre Pensée Case postale 131, 1000 Lausanne 17 Président: J.P Ravay 022 361 94 00 Secrétariat: 026 660 46 78 Winterthurer Freidenker Postfach 1806, 8401 Winterthur Präsident: J.L. Caspar 052 337 22 66 Sekretariat: D. Dünki 052 222 98 94 FVS-Ortsgruppe Zürich Postfach 7210, 8023 Zürich Präsident: H. Rutishauser Tel. und Fax 01 463 16 55 Mitgliederdienst: M. Dobler 01 341 38 57 FREIDENKER - BIBLIOTHEK Zürich, im Sozialarchiv Stadelhoferstr. 12 (Nähe Bellevue) Bücherausgabe: Mo. - Fr. 10–20 Uhr Sa. 10–13 und 14–16 Uhr Auskunft: 01 251 80 66 FVS Zentralsekretariat Zentralkasse Mitglieder melden ihre Adressänderungen bitte an die Sektionen. Zuschriften an den Vorstand, Adressänderungen Nichtmitglieder, Auskünfte, Materialbestellungen an: Zentralsekretariat FVS Postfach 217 CH-2545 Selzach Tel. 032 641 26 24 Fax 032 641 26 25 Internet: www.freidenker.ch Postkonto: 84-4452-6 Adressänderungen an: Postfach 217 CH-2545 Selzach Impressum Redaktion Reta Caspar Rainweg 9 031 911 00 39 3052 Zollikofen e-mail: reta.caspar@swissonline.ch Erscheinungsweise monatlich Redaktionsschluss 15. des Vormonats Jahresabonnement Schweiz: Fr. 30.– inkl. Porto Ausland: Fr. 35.– inkl. Porto (B-Post) Probeabonnement: 3 Monate gratis Druck und Spedition Basler Druck+Verlag AG, bdv Postfach, 4010 Basel ISSN 0256-8993, Ausgabe 11/2004 Namentlich gekennzeichnete Beiträge können, aber müssen nicht mit der Ansicht der Redaktion übereinstimmen. 2545 Selzach AZB