frei denken. 10/2009.pdf

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(file: @@FD-102009.pdf@@)94. Jahrgang I Nr. 10 I Oktober 2009 Abschied vom freien Willen Auf Einladung der Freidenker-Vereinigung der Schweiz fand am 9.9.2009 im Volkshaus Zürich eine Lesung mit Dr. Michael Schmidt-Salomon statt. Der vom Spiegel zum «Chefatheisten» gekürte Autor weilte für ein Interview mit dem Schweizer Fernsehen in der Zwingli-Stadt. Trotz kurzfristiger Ankündigung fand sich am lauen Spätsommerabend ein zahlreiches, interessiertes Publikum ein. «Jenseits von Gut und Böse» erschien Mitte September im Pendo Verlag. In seiner Vorstellung erinnerte Andreas Kyriacou, Präsident der Zürcher Freidenker, an die letztjährigen Kontroversen um das «Ferkelbuch». Dass das aktuelle Buch die religiöstheologisch dominierte Wertedebatte nicht nur ergänzt, sondern auf den Kopf stellt macht schon der Untertitel klar. «Warum wir ohne Moral die besseren Menschen sind»: Michael Schmidt-Salomon eröffnete seine Lesung provokativ damit, den Menschen die Willensfreiheit abzusprechen. > Pagina 2 Schicksal versus Handlungsfreiheit Aufgrund der neusten Erkenntnisse der naturwissenschaftlichen Forschung müsse der Mensch als determiniertes Wesen betrachtet werden. Obwohl mit dem freien Willen auch das Konzept von Schuld und Sühne fällt, entlässt Michael Schmidt-Salomon niemanden in die Verantwortungslosigkeit. Das Bekenntnis zum Humanismus und den universellen Menschenrechten geht einher mit der Verpflichtung, für eine faire Welt einzustehen. Zuvor nimmt uns der Autor auf eine lange Reise mit. Die Idee des Bösen wird im Nationalsozialismus mit unvorstellbarer Konsequenz zu Ende gedacht. Anhand der Biographie eines Alfred Eichmann sehen wir die ganze «Banalität des Bösen», dessen «Unterwerfungssehnsucht» ihn zum Spielball fiktiver «Mächte der Finsternis» werden liess. Das Kapitel birgt eine besondere Sprengkraft, denn es widerstrebt vielen, die ungeheuerlichen Taten eines Adolf Hitler oder Josef Stalin zu verstehen und den Spagat zwischen objektiver Verantwortung und subjektivem Unschuldsempfinden zu vollbringen. Freiheit des Tuns versus Moralismuswahn Gemäss Michael SchmidtSalomon bleibt dem Mensch die Freiheit des Tuns. Ist die Gegenwart auch durch die «Sulla congrua il governo ticinese decide in modo … incongruente» Guido Bernasconi > Seite 3 Islam als neue Landeskirche? Kein reformiert.! Die Plakatkampagne kommt! > Seite 4 «Waffen in den fal- Vergangenheit vorbestimmt, verändern die Entscheidungen, die wir im Hier und Jetzt treffen, stets den Fluss der Ereignisse. Das Prinzip Eigennutz steht dabei nicht im Widerspruch mit dem Altruismus: durch Empathie machen wir uns das Leid des andern zueigen und entwickeln somit ein fast egoistisches Bedürfnis zu helfen. Gerade die Abkehr vom «Moralismus-Wahn» erlaubt uns ein tieferes Verständnis für nur vordergründig paradoxe Handlungen wie Grosszügigkeit gegenüber dem Nächsten und Gewalt und Unbarmherzigkeit gegenüber dem Fremden – ein Extrembeispiel dafür ist der Al-Qaida-Führer Osama Bin Laden. Nachdem das «Ich» als reine Konstruktion des Hirnes entthront wird, unsere Persönlichkeit als Ausdruck zwar komplexer, aber rein neuronaler Prozesse, stirbt auch der jahrhundertealte Dualismus, die unheilvolle Trennung von Leib und Geist, Seele und Körper, Mensch und Tier. Die «Freudsche Kränkung», wonach wir nicht Herr im eigenen Haus sind, befreit uns vom Anspruch, die vollkommene Krone der Schöpfung zu sein. schen Händen sind gefährlicher als kirchliche Machtsymbole.» Andreas Kyriacou, Wissensmanager > Seite 5 «Ein religionskritisches Forum lässt niemanden kalt.» Maja Strasser, Neurologin > Seite 7 «Rationale Ethik beansprucht nicht, Wahrheit oder Gewissheit zu sein, sondern vertretbar.» Franz Josef Wetz, Philosoph Neue Leichtigkeit des Seins Auch wenn mit dem Bösen die Aussicht auf «Erlösung» verschwindet, unser Dasein weiterhin von Widrigkeiten, Leid, Schmerz, geprägt ist, bleibt uns dennoch die Hoffnung auf eine bessere Zukunft. Wenn wir uns aber als Produkt von Zufall und Notwendigkeit begreifen, ist kein Platz für Überheblichkeit, dafür schärft sich der Blick für die eklatanten Ungerechtigkeiten auf dem Planeten. Erst die Lektion der eigenen Schwäche ermöglicht jene vorbehaltslose Akzeptanz, die uns ermöglicht, über uns herauszuwachsen. Dazu Michael Schmidt-Salomon: «Erst wenn wir erkennen, dass wir nur jene sein können, die wir sein müssen, können wir jene werden, die wir sein können». Wenn Glück das Bewusstsein des Wachsens ist verstehen wir Evas Aufbegehren gegen die Erstarrung in einem > Seite 4 2 libero pensiero. 10/2009 Una sentenza scandalosa Sulla congrua il governo ticinese decide in modo … incongruente In quanto individuo raziocinante, l’uomo deve veder riconosciuto il proprio diritto alla vita, in libertà e sicurezza, così come a sua volta è tenuto a riconoscere, secondo il criterio della reciprocità, l’analogo altrui diritto. Si tratta di un principio assiomatico al quale si dovrebbe informare (e purtroppo talora ciò non avviene …) l’articolato edificio normativo della civile convivenza. Quando ci si riferisce alla libertà, s’intende in primis quella di pensiero e di opinione: per cui l’individuo ha la facoltà di informare la propria condotta alle proprie scelte ideali, avendo quale unica restrizione il rispetto della corrispondente libertà degli altri membri dell’umano consorzio. Passando dall’enunciazione dei principi alla loro pratica applicazione, va ricordato che nella storia contemporanea la libertà di coscienza è stata spesso confusa con la libertà religiosa (ovvero con la libertà di fede). In questo voluto equivoco i fideisti hanno sostenuto che il pensiero relativista fosse da qualificare come «debole» rispetto a quello «forte», che sarebbe fermamente sorretto dalle certezze dogmatiche connesse alla religiosità. È significativo che l’art.15 della vigente Costituzione federale, nella sua formulazione antepone la libertà di credo a quella di coscienza, invertendo ciò che statuiva l’art.49 della precedente carta fondamentale che garantiva la libertà di coscienza e, subordinatamente, quella di credenza, intendendo con ciò affermare (come risulta dal dibattito preparatorio di quel testo, tenuto nel 1871) la facoltà dei cittadini religiosi di passare da una opzione confessionale ad un’altra. Il fatto è che i credenti, anche quando non hanno preteso di sovrapporre alla comunità civile quella confessionale, hanno comunque fatto in modo che l’una e l’altra operassero in simbiosi, ritenuto che gli areligiosi costituiscono eccezioni da trattare con tolleranza, nella misura in cui, mantenendo la dovuta discrezione, appaiono in qualche modo integrabili. È dunque in quest’ordine d’idee che i membri della comunità religiosa maggioritaria hanno considerato del tutto legittima la compenetrazione delle questioni interessanti la società civile con quelle inerenti la comunità religiosa. Emblematico, tra gli altri, è il caso del finanziamento con il pubblico denaro delle attività connesse all’esercizio delle pratiche religiose (incluso il mantenimento del «sacerdote», ovvero di quell’individuo che, se esercitasse la medesima funzione in nome d’altro dio, verrebbe definito «santone», «sciamano», «stregone» e via di questo passo). In altra occasione (cfr. frei denken, april 2008) avevamo dato notizia del ricorso inoltrato al Consiglio di Stato ticinese da un cittadino areligioso di Morbio Superiore al quale il locale Municipio aveva negato il diritto al rimborso della quota relativa alle spese di culto. In quell’occasione avevamo compiutamente spiegato la questione della congrua, la sua origine, le sue attuali motivazioni, nonché le limitazioni della sua riscossione alla luce della legislazione federale e della relativa giurisprudenza. Il ricorso ha avuto nel frattempo un esito a dir poco paradossale che merita di essere adeguatamente commentato, anche perché in casi come questo occorre mettere ciascuno di fronte alle proprie responsabilità. Il Consiglio di Stato ha ammesso la fondatezza del ricorso del cittadino areligioso, riconoscendo che, per lo meno, una parte dei soldi versati al prete a titolo di congrua corrisponde a quanto gli è dovuto per il suo ruolo sacerdotale. Il leguleio che ha steso la sentenza governativa ha tuttavia sostenuto il doppio ruolo del parroco: per metà di natura religiosa e per metà di interesse civile. Ciò facendo non ha fornito alcun dato concreto che permettesse di giustificate una simile quantificazione, se non il sottinteso intento di partorire un giudizio … salomonico, in conformità al suo orientamento ideologico. Si è trascurato che, secondo la giurisprudenza del Tribunale federale, «tutto quanto viene erogato dal Comune a favore della Parrocchia è presunto fino a prova del contrario, coprire le spese di culto» e, di conseguenza, integralmente detassabile. Stabilendo che il cittadino areligioso avesse diritto al rimborso della metà della tassa di culto, si è creduto di poter affermare che egli avesse solo mezza ragione e, di converso, mezzo torto. Orbene, nel caso in questione, è in discussione non tanto l’entità del tributo quanto l’illegittimità di estorcerlo anche a chi non appartiene a comunità religiosa alcuna. E poiché gli arroganti municipali di Morbio Superiore (Piermario Croci, Tiziano Sciolli, Flaviano Cereghetti, Gian Carlo Vital ed Enzo Agustoni) gli avevano denegato un diritto costituzionalmente garantito, il cittadino areligioso non avrebbe potuto ottenere riparazione al sopruso se non ricorrendo al Consiglio di Stato. Sulla base di un capzioso quanto aberrante meccanicismo, lo pseudogiurista governativo (Marco Lucchini) ha creduto di sentirsi autorizzato ad accollare al ricorrente le tasse e le spese di giudizio derivanti dalla parziale soccombenza, nonché il risarcimento di una quota delle spese legali sostenute dal Municipio. È evidente che chi ha redatto la sentenza, chi l’ha ispirata e chi l’ha avallata ha calcato la mano con intenzioni punitive e deterrenti: per castigare il cittadino che osa contestare la sacralità dell’autorità e per dissuadere tutti coloro che pensassero di seguirne l’eversivo esempio. In tal modo i membri del Consiglio di Stato (Marco Borradori, Luigi Pedrazzini, Gabriele Gendotti, Patrizia Pesenti, Laura Sadis) si son presi una grossa responsabilità: tanto più che, per prassi consolidata, nelle controversie concernenti la garanzia della libertà di coscienza e di credenza si prescinde dalle ripetibili conformemente all’art.154 cpv.1 e 2 OG. Si può capire che il cittadino areligioso non abbia voluto proseguire la battaglia giudiziaria, anche perché una causa di questa natura richiede parecchio tempo e non poco impegno. E certo la sua fiducia nell’amministrazione della giustizia (giustizia alla ticinese!) dev’essere rimasta parecchio scossa dall’incongruenza di una sentenza che pure è stata sottoscritta da tanti esimi giuristi. Il caso induce a qualche riflessione. Anzitutto il comportamento dei membri del Municipio di Morbio Superiore, senza essere giustificabile, è comprensibile: è difficile che dei seguaci di una religione che impone pratiche mistico-magiche (si pensi alla teofagia rituale, alle cerimonie propiziatorie e a tutto il complesso delle credenze superstiziose circa gli eventi miracolosi di emanazione soprannaturale) sappiano separare il loro ruolo di uomini pubblici da quello di membri del corpo mistico clericale. È comunque deprecabile che in nome della fede possano impunemente abusare del potere che loro deriva dalla carica politica. Menzione speciale merita pure Marco Lucchini al quale va attribuito il (de)merito d’aver steso l’inqualificabile testo e, poiché i funzionari subalterni raramente vedono riconosciuto il loro lavoro, pare giusto rendergli l’onore che merita: certamente non se ne dorrà considerato l’apprezzamento che i clericali normalmente riservano ai liberali di sacristia del suo stampo. Per quel che riguarda i consiglieri di Stato, vale, in parte, lo stesso discorso: tre su cinque (il Pedrazzini, la Sadis e la Pesenti) hanno subordinato, a suo tempo, l’assunzione della responsabilità politica all’aiuto del dio dei catto-cristiani. Non si sa se la decisione sul caso di Morbio Superiore abbia ottenuto l’unanime consenso dei membri del governo, che nell’occasione ha rivestito il ruolo d’istanza giudiziaria. Nessuno di loro se n’è dissociato pubblicamente. Il men che si possa dire è che, nella circostanza, hanno tutti fatto una meschina figura. Guido Bernasconi P.S. Per dare a ciascuno il suo, va detto che l’uso della formula «liberali di sacristia» fu coniata da Giovan Battista Rusca (sindaco liberale di Locarno dal 1921 al 1961), il quale in questi termini bollava quei laicisti a parole che di fatto erano clericali camuffati da liberali. 10/2009 frei denken. 3 Allianz der Religiösen Islam als neue Landeskirche ? Im Kanton Luzern hat das Bildungs- und Kulturdepartement – auf den Anerkennungswunsch der Islamischen Gemeinde Luzern (IGL) hin – die Bildung einer Arbeitsgruppe in die Wege geleitet. Die neue Luzerner Kantonsverfassung sieht die Möglichkeit vor, nicht-christliche Religionsgemeinschaften als Landeskirchen anzuerkennen. Bedingung ist, dass diese demokratisch organisiert sind, eine transparente Buchhaltung führen und Männer und Frauen in der öffentlichrechtlichen Organisation gleichberechtigt sind. 20 Minuten11.9.2009 Katholisch-konservative Integration? Die genannten Bedingungen sind exakt auf die katholische Kirche zugeschnitten, welche die Gleichberechtigung in ihrer öffentlichrechtlichen Organisation erfüllt, aber nicht in ihrer kirchenrechtlichen. Im Fall der Muslime wird demnach die Gleichberechtigung auch nur in der öffentlichrechtlichen Organisation gefordert sein, der praktizierte Islam wird davon nicht betroffen sein. Die angestrebte Integration durch Religion findet also – sofern überhaupt – in eine konservativkatholisch geprägt Gesellschaft statt. Entscheidung 2011? Eine Gesetzesvorlage soll bis 2011 erarbeitet werden. Grundsätzlich kann der Luzerner Kantonsrat die Anerkennung beschliessen. Mit einem Referendum und einer Volksabstimmung kann aber gerechnet werden. Die Konfessionsfreien werden ihren Beitrag dazu leisten und das System «Landeskirchen» grundsätzlich infrage stellen. Die Allianz mit den Muslimen richtet sich nämlich gegen die Religionsfreien, die auch im Kanton Luzern zugenommen haben (1990: 3%, 2000: 6%). Möglicherweise verärgern die Katholiken aber viele ihrer treuesten Schäfchen, welche sich wohl weniger als abrahamitische Monotheisten sondern vielmehr als gläubige Christen verstehen. «Sag schön Danke» Was von den Gläubigen erwartet wird, lässt sich aus dem diesejährigen Luzerner Motto des Dank-, Buss- und Bettages lesen: «Sag schön Danke». An diesem Aufruf beteiligte sich erstmals auch die Islamische Gemeinde und auf den Plakaten war das Motto auf Tamilisch, Albanisch und Deutsch zu lesen. rc Wie in frei denken. 9/09 berichtet, wurde die Geschäftsstelle darauf aufmerksam, dass die Zeitung «reformiert.» in rund 135 von 150 Gemeinden in den Kantonen Bern, Jura und Solothurn an alle Haushaltungen zugestellt wird. Der «Stopp-Werbung-Kleber» wird dabei nicht berücksichtigt, da es sich um eine (durch die Kirchgemeinde!) abonnierte Zeitung handelt. Diese Zwangsabos sind aus Sicht der Religionsfreiheit eine Frechheit und aus Sicht des Umweltschutzes eine Verschwendung! Der Zentralvorstand hat den obigen, zweifarbigen Kleber (rot/schwarz) für den Briefkasten drucken lassen. Er kann ab Anfang Oktober – mit einem adressierten und frankierten Rückantwortcouvert – bei der Geschäftsstelle gratis bezogen werden. Gleichzeitig wird er mit einem offenen Brief an reformiert. und die reformierte Kirche BE/JU/SO der Öffentlichkeit vorgestellt. Ziel der Aktion ist es, die Öffentlichkeit auf diese Vereinnahmung durch die Reformierten aufmerksam zu machen und die Kirchgemeinden dazu zu bringen, diese Zwangsabos abzuschaffen. rc Buskampagne Die Plakatkampagne kommt Die Plakate der Buskampagne werden in den Kalenderwochen 44/45 hängen: in Aarau (19), Basel (32), Bern (27), Biel (9), Buchs AG (6), Interlaken (2), Rohr AG (4), St. Gallen (50), Suhr AG (7), Thun (7), Winterthur (10), Zürich (51) und Zug (10). Ablehnung in Luzern Ebenfalls geplant sind einige Plakate in Luzern. Zu unserer Überraschung hat jedoch der Verantwortliche der StadtStand der Plakatkampagne Kampagnenmaterial Auf der Geschäftsstelle kann das neue Postkarten-Set des Basler Texters Hans Peter Brugger und eine beschränkte Anzahl von Kampagnen-Plakaten (Weltformat) und Buttons (produziert durch die Buskampagne Deutschland) bestellt werden. Da ist wahrscheinlich kein Gott...» Spendenziel: Fr. 22'000.Stand 20.9.09: Fr. 20'000.Postkonto: 85-535254-7 Spendenkonto Freidenker-Vereinigung der Schweiz 3001 Bern IBAN: CH2709000000855352547 BIC: POFICHBEXXX verwaltung kurz vor Redaktionsschluss dieser Ausgabe das Plakat abgelehnt mit der Begründung: «Werbung für eine Organisation, die auf ihrer Webseite Formulare für den Kirchenaustritt anbietet, entspricht nicht den ethischen Grundsätzen in Luzern». Plakate der Agentur C offenbar schon, diese hängen nämlich gemäss Beobachtungen von Sympathisanten auch in der Region Luzern. Am 25. Juni 2009 hatte der Luzerner Stadtrat im Zusammenhang mit der Buskampagne auf eine Interpellation von SP-Grossstadtrat David Roth befunden, die Luzerner Verkehrsbetrieben sollten gegenüber Werbung mit religiösem Inhalt gleichberechtigt Zurückhaltung üben. Die Gratiszeitung «20Minuten» titelte am 21.9.2009 in Luzern auf der Frontseite: «ZENSUR: Atheisten-Plakate bleiben teilweise verboten». rc Postkartenset zweifarbig Stück Fr. 20.für FVS-Mitglieder Fr. 15.inkl. Versand (CH), gegen Rechnung 20 Postkarten mit Variationen zum Thema sowie einem Vorwort des Autors. Kampagen-Plakat dreifarbig Stück Fr. 15.inkl. Versand (gerollt) gegen Rechnung Fr. 25.ab 5 Stück versandkostenfrei. Button pink auf weiss Stück Fr. 5.Bestellen mit adressiertem und frankiertem Rückantwortcouvert plus Fr. 5.- in Briefmarken. Farbige Abbildungen auf www.geniess-das-leben.ch Bestellung bei der FVS-Geschäftsstelle Mail- und Post-Adresse Seite 8. www.geniess-das-leben.ch 4 frei denken. 10/2009 Abstimmungsvorlagen November 2009 Von Minaretten und Raketen «Aufklärungsbedarf in Sachen säkularer Staat zeigt sich, wenn Baukommissionen ein muslimisches Zentrum mit Minarett in einer Bauzone nicht für zonenkonform halten, eines ohne aber offenbar schon, und der Dorfpfarrer öffentlich sagt, er sehe durch ein solches Türmchen den religiösen Frieden gefährdet.» Diese Zeilen standen im Freidenker 3/06 als Kommentar zur Ablehnung eines Baugesuchs in der Solothurner Gemeinde Wangen bei Olten. Sowohl die reformierte wie auch die katholische Kirche hatten zuvor gegen das Projekt Einsprache erhoben. Die Gesuchsteller zogen damals den Fall weiter und erhielten vom Kanton Recht – der Bau wurde mit Minarett bewilligt. Die SVP hatte zuvor noch vergeblich versucht, im kantonalen Baurecht ein Minarettverbot festzuschreiben. Das Scheitern dieses Unterfangens war ein wesentlicher Auslöser für die nationale Minarett-Initiative. Die Vertreter der Staatskirchen haben inzwischen der Revierverteidigung abgeschworen und lehnen die Initiative ab. Die Freidenker hingegen dürfen für sich in Anspruch nehmen, dass die damals formulierte Position zwei Jahre später im Rahmen einer breiten Vernehmlassung klar bestätigt wurde: Das Baurecht eignet sich ausgesprochen schlecht, um die Grenzlinie zwischen weltlichem Staat und den Kirchen festzulegen, und schon gar nicht soll es dazu dienen, einer Kirche einen Wettbewerbsvorteil gegenüber einer anderen zu verschaffen. Die Initianten aus EDU und SVP argumentieren, es müsse ein Zeichen gesetzt werden gegen den politischen Islam, und sie verurteilen das Fehlen von Religionsfreiheit und Rechtsstaatlichkeit in den islamisch geprägten Ländern. Gleichzeitig lehnen aber beide Parteien die zeitgleich zur Abstimmung gelangende Initiative für ein Verbot von Kriegsmaterialexporten ab. Wer die Exportstatistiken betrachtet, erkennt sofort, dass es den Befürwortern der Minarett-Initiative in Wirklichkeit bloss um religiöse Agitation in der Schweiz, nicht jedoch um die Menschenrechtssituation in islamischen Staaten geht: Im vergangenen Jahr war Pakistan mit einem Bestellvolumen von 110 Millionen Franken grösster Abnehmer von Schweizer Rüstungsgütern. Die Exporte nach Saudi-Arabien übertrafen mit 34 Millionen im ersten Halbjahr 2009 bereits das Gesamtvolumen des Vorjahres. Ausfuhren im zweistelligen Millionenbereich erfolgten beispielsweise auch nach Bahrain und Malaysia. Regelmässig werden auch Exporte in Länder bewilligt, in denen sich die Direktion für Entwicklung und Zusammenarbeit (DEZA) und andere Schweizer Organisationen in der Konfliktprävention engagieren. Wer weltlich-humanistische Werte hoch hält, tut gut daran, bei der Minarett-Initiative ein «Nein» und bei der Initiative für ein Verbot von Kriegsmaterialexporten ein «Ja» einzulegen. Waffen in den falschen Händen sind weitaus gefährlicher als kirchliche Machtsymbole. Andreas Kyriacou Präsident Zürcher Freidenker Abschied vom freien Willen Fortsetzung von Seite 1 Ohne Angst vor dem Versagen, die im Moralbegriff innewohnt, sind wir zur Veränderung fähig. Zen oder der Geschmack für das Unendliche Lange bevor uns die Hirnforschung die Belege dafür lieferte, dass nicht wir denken sondern «es vielmehr in uns denkt», haben östliche Philosophien die Differenz von Subjekt/Objekt als Illusion entlarvt. Bestärkt durch ein persönliches FlowErlebnis, jenem «ozeanischen Gefühl» der Verschmelzung mit dem Weltganzen, unternimmt Michael Schmidt-Salomon den Versuch einer Synthese zwischen dem westlichen, analytisch-rationalen Ansatz und östlicher Transzendenz in einer Spiritualität frei von inhumanen, fatalistischen Denkmustern. Im Anschluss an die Lesung stellte sich der Autor den Fragen aus dem Saal. Sie kreisten zunächst um die zentrale Frage, ob der radikale Determinismus nicht das Ende der Gestaltungsfreiheit bedeute. Michael Schmidt-Salomon verwies diesbezüglich auf das «kreative Moment», den Unterschied zwischen der Unvorhersehbarkeit des «Lebendigen» und dem immer identischen Verhalten toter Materie. Besonders kritisch wurde die Einordnung Alfred Eichmanns als «autoritärer Charakter» (Erich Fromm) kommentiert, nicht zuletzt aufgrund dessen als unentschuldbar empfundenen Reuelosigkeit. Michael Schmidt-Salomons engagierte Argumentation verdeutlichte, dass Kritik tatsächlich ein Geschenk sein kann. Das debattierfreudige Publikum dankte es ihm mit einem herzhaften Applaus. Grazia Giuli Annen Präsidentin Freidenker Zentralschweiz 10/2009 frei denken. 5 Tierversuche Alternativen sind gefragt In der letzte Ausgabe von frei denken. hat die Schreibende festgestellt: «das Potenzial der leicht ersetzbaren Tierversuche scheint heute ausgeschöpft zu sein», dies aufgrund der Informationen der Stiftung «Forschung 3R». Mitglied M. S. ist anderer Meinung und hat der Redaktion eine Ausgabe von Albatros (3/2009), der Quartalsschrift der «Aktionsgemeinschaft Schweizer Tierversuchsgegner», zukommen lassen. Redaktor Andreas Item schreibt darin, dass nicht die medizinisch relevanten Tierversuche sondern vor allem jene in der Grundlagenforschung zugenommen haben: «Die Grundlagenforschung versucht nicht, für Menschen medizinisch relevante Daten zu erforschen, sondern dient der Befriedigung der menschlichen Neugier (der Erweiterung von Wissen, das irgendwann vielleicht einmal eine Bedeutung haben könnte).» 37% aller Tierversuche werden an Universitäten und Hochschulen gemacht, davon nur 1.5% für die Erforschung und Entwicklung von Medikamenten, der Rest für die Grundlagenforschung. Dabei werden laut Item wider besseres Wissen kaum fortschrittliche, tierversuchsfreie Methoden eingesetzt. Alternativen und Tierverbrauch in den Lebenswissenschaften In der NZZ wurde kürzlich über den VII. Weltkongress zu «Alternativen und Tierverbrauch in den Lebenswissenschaften» in Rom berichtet und Thomas Hartung, der langjährige Leiter des Europäischen Zentrums für die Validierung von Ersatzmethoden für Tierversuche, interviewt. NZZ 26.9.2009 Er stellt fest, dass – nach jahrzehntelangem Stillstand – die Suche nach Alternativen zu Tierversuchen heute gefördert werde, und die Nachfrage nach solchen Methoden wachse. Endlich sei z.B. die erste Methode zum Ersatz des Draize-Eye-Tests validiert worden und einsatzbereit: künftig muss also keinem Kaninchen mehr Shampoo oder Waschmittel in die Augen geträufelt werden, um herauszufinden, ob es augenreizend ist. Mit der neuen Methode lässt sich dies anhand von Zellkulturen bestimmen. Ein riesiger Schritt vorwärts, denn man konnte damit beweisen, dass es möglich ist, etwas so Komplexes mit Ersatzmethoden zu untersuchen. Triebfeder dieser Entwicklung sind gemäss Hartung aber nicht primär ethische Aspekte des Tierschutzes, sondern verschiedene wirtschaftlich relevante Faktoren wie die Prüfungsgeschwindigkeit, die Vorhersagequalität, die Kosten, sowie «Tierversuchsfreiheit» im Imagemarketing. Auch Hartung konstatiert jedoch einen Reformstau: Die Toxikologie sei die einzige Wissenschaft, in der Experimente seit teilweise achtzig Jahren immer in der gleichen Form durchgeführt wurden und werden. Die Standardisierung – und damit Vergleichbarkeit der Ergebnisse – ist ausschlaggebend. Auf der Basis des heutigen Wissens können wir laut Hartung neue Methoden entwickeln, die ohne Tiere auskommen. Diese neuen Verfahren sind auch roboterfähig und können Hunderttausende Substanzen in einer Woche testen. Der umfassende Ersatz von Tierversuchen sei zwar nicht realistisch, aber ihre Anzahl lasse sich deutlich einschränken und man müsse bei jedem Versuch abwägen: Ist er ethisch vertretbar? Ist der Informationsgewinn so gross, dass ich ihn in Kauf nehmen kann?» Der erste und wichtigste Schritt dahin sei es, das Verfahren für die Prüfung von Substanzen umzudrehen. Zellkulturen und andere tierversuchsfreie Methoden sollten am Anfang einer Prüfung stehen. Damit lasse sich ein Profil der Substanz gewinnen. Wenn es dann noch einen Grund dafür gebe, dann könne man gezielt testen und einige wenige Tierversuche machen. Bei Medikamenten wird aber laut Hartung der Tierversuch immer weniger sinnvoll, weil mehr als die Hälfte aller neuen Medikamente menschliche Proteine sind, z.B. Antikörper. Da sei eine Prüfung in Ratten und Mäusen sinnlos. Der Einsatz von Ersatzmethoden liegt gemäss Hartung heute noch weit unter den Möglichkeiten, u. a. deshalb, weil auf dem globalen Markt nicht alle Länder die Alternativen anerkennen. Internationale Harmonisierung sei deshalb wichtig. Heute – so Hartung – frage man nicht mehr, ob wir andere Ansätze brauchen, sondern wie schnell wir sie haben können und was noch fehlt, um sie umzusetzen. Derzeit setzten z. B. die kosmetische Industrie und die EU je 25 Millionen Euro ein für die Erforschung der systematische Toxizität – die grösste Ausschreibung, die es je für Alternativmethoden gegeben hat. Reta Caspar Religionsdiskussion im Internet Ein religionskritisches Forum lässt niemanden kalt «Wie wäre eine Welt ohne Glauben?» fragte Hugo Stamm, Redaktor des TagesAnzeigers, in seinem religionskritischen Blog. Damit begann meine kurze Hassliebe für dessen Diskussionsforum. Der Artikel und die dahindümpelnde Diskussion schrieen förmlich nach einer Ergänzung. Ich erklärte also, worauf eine säkulare Ethik beruht, und beschrieb ein eindrückliches Beispiel für prä-christlichen Altruismus. So zeigt ein 1.7 Millionen Jahre altes Fossil einer Homo-erectus-Frau, dass sie trotz äusserst schmerzhaften Gelenkseinblutungen infolge einer schweren Vitamin-A-Vergiftung (welche mit Knochen- und Muskelschmerzen, Müdigkeit, Allgemeinzustandsverschlechterung, Durchfall, Blutarmut u. a. Symptomen einhergeht) noch Monate überlebt hatte, offenbar weil andere für sie gesorgt und sie beschützt hatten. Ausserdem würzte ich meine Beiträge mit einigen harmlosen Provokationen («Religion ist, wenn man tut, was einem gesagt wurde, unabhängig davon, ob es gut oder schlecht ist. Humanismus ist, wenn man tut, was gut ist, unabhängig davon, was einem gesagt wurde»). Virtuelle Diskussion Die Antworten darauf reichten von freundlicher Zustimmung über Häme bis zu vernichtendem Hass. Es vergingen nur wenige Stunden, bis mir übelste charakterliche und moralische Defizite unterstellt wurden und jegliche Menschlichkeit abgesprochen war. Im Schutz der Anonymität, wo viele unter wechselnden Phantasienamen teilnehmen, wird oft hart und unfair diskutiert. Während ich unter meinem echten Namen schrieb und zu allen meinen Äusserungen stehen konnte, versuchte ich mir stets vor Augen zu halten, dass sich hinter den Pseudonymen Menschen verbergen – Menschen mit Würde, mit verletzlichen und verletzten Gefühlen, mit einer achtenswerten, wenn auch unplausiblen Weltanschauung. Und, nur zu oft, Menschen, die sich selbst durch moderate, differenzierte Kritik in die Enge getrieben fühlen. Soll ich sie deswegen schonen? Was kann ich dafür, dass das Christentum seit dem Ende der Inquisition keine überzeugenden Argumente mehr hat? Bald verbrachte ich jede freie Minute im Forum, ersehnte interessante Kommentare. Ich war süchtig. Süchtig wonach? Nach Streit? Nach grottenschlechten Argumenten, denen man den Gnadenschuss geben konnte? Nach den raren Perlen, Trouvaillen an Geistreichtum und poetischer Mitmenschlichkeit? Psychologische Fundgrube Psychologisch ist dieses Forum eine Fundgrube. Was vor dreieinhalb Jahren als Experiment für wenige Monate angelegt war, wurde zur geistigen Heimat für Bücherwürmer, Philosophen, Schwätzer, Suchende, Traumatisierte, Missionare, Esoterikerinnen, ... Die eine argumentiert ständig mit Alice Miller und dem «inneren Kind». Ein anderer veröffentlicht jeden Tag unter dem Titel «Alltägliches» unzählige Artikel über Verbrechen kirchlicher Würdenträger und knallt den Gläubigen grauenvolle Bibelpassagen um die Ohren, die gar nicht zum heutigen glattgebügelten > Seite 6 6 frei denken. 10/2009 Ein religionskritisches Forum... Gutmenschen-Christentum passen. Was die gezielte Desinformation der Kirchen zu vertuschen versucht, wird hier schonungslos aufgetischt. Eines ist allen gemeinsam: einseitig sind selbstverständlich immer nur die anderen, in Schablonen denkt nur die Gegenseite. Fast jeder betont seine Toleranz, selbst der, der gelegentlich in einer Art verbaler Tollwut blindwütig um sich beisst, dass der Speichel uns um die Ohren fliegt. Bertrand Russell schrieb dazu treffend: «Falls Sie nicht reisen können, umgeben Sie sich mit Menschen, welche andere Meinungen vertreten, und lesen sie eine Zeitung einer anderen Partei. Falls die Leute und die Zeitung verrückt, pervers und böse erscheinen, seien Sie sich bewusst, dass Sie jenen ebenso vorkommen. In dieser Einschätzung mögen beide Seiten Recht haben, aber nicht beide Unrecht.» Eine Gläubige meinte misstrauisch, ich würde moderat und menschlich wirken, aber sie traue mir nicht über den Weg. Nur weil ich ihre eisenzeitliche Weltanschauung nicht teile? Das müsste ihr eigentlich zu denken geben. Doch was nützen Ausführungen gegen tiefverwurzelte Vorurteile? Als ich mich zur Freidenker-Mitgliedschaft bekannte, flogen die Fetzen. Die FVS stellt ein rotes Tuch dar, die Ritualbegleitung wurde als «Religion ohne Religio» und als Botellón verspottet. Meine sachlichen Erklärungen schienen den Kritikern den Wind aus den Segeln zu nehmen, jedenfalls verebbte das Thema vorerst. Das Karussell dreht sich... Andere Themen waren wie Zombies, nicht totzukriegen. Evolutionstheorie versus Genesis. Einsteins vermeintlicher Glaube. Die haltlose Behauptung, Hitler und die Nazis seien Atheisten gewesen. Die Frage, was der Atheismus jemals Gutes bewirkt hätte (hingegen blieb unbeantwortet, was der Absolutheitsanspruch Fortsetzung von Seite 5 Die Freidenker trauern um an Gutem hervorgebracht hatte). Der harte Kern der Debattierenden schmort im eigenen Saft. Ein Argument, das mir vorgestern mangels Schlagfertigkeit zu spät in den Sinn gekommen ist, kann ich heute einsetzen, oder nächste Woche. Das Karussell dreht sich endlos im Kreis. Und immer wieder lästige Missionsversuche. Dabei weiss ich nicht zu wenig über das Christentum, als dass ich davon zu überzeugen wäre, sondern zu viel. Irrationales soll vernünftig, Unplausibles soll glasklare Wahrheit, Mission ein selbstloses Geschenk, Selbstgerechtigkeit und Herablassung aufrichtige Nächstenliebe sein. Wieso tue ich mir das überhaupt an? Absprung Ich vermied es bewusst, zu erwähnen, dass ich Ärztin bin, da ich keine Attacken auf meine menschliche und fachliche Qualifikation provozieren mochte. Andererseits konnte und musste ich mein Fachwissen nicht verbergen. Schliesslich ist ein wichtiges Argument gegen die Religionen, dass sie zu den Bedürfnissen der menschlichen Psyche passen wie der Schlüssel ins Schloss. Hier hatte offenbar das Schloss die Form der Schlüssel vorgegeben, der Mensch die Gottidee seinem Wunschdenken entsprechend geschaffen. Und so kam es, wie es kommen musste: einer sprach mir meine berufliche Qualifikation ab. So dumm-dreist und aus der Luft gegriffen sein Angriff war, damit war für mich eine Grenze überschritten. Meine Sucht war kuriert, ich fühlte mich befreit. Und doch, etwas Wehmut war dabei, als ich mich endgültig vom Forum verabschiedete. Ach ja, hier die Adresse: http://newsnetz-blog.ch/hugostamm/. Und es soll niemand sagen, ich hätte Sie nicht gewarnt! Maja Strasser, Bern Louis Bloch 21.3.1920 – 30.8.2009 Louis kam in Basel zur Welt, wo er auch alle Schulen besuchte. Seine Eltern waren Ende des 19. Jh. vom Elsass nach Basel gezogen. Als junger Bursche hatte der aufgeweckte Schüler zunehmend kritische Fragen zum Judentum, was insbesondere seinem Vater, einem orthodoxen Juden, gar nicht gefiel. Als im Jahr 1943 Louis in Zürich seine grosse Liebe, Fräulein Hanna Gloor, eine Christin, heiratete, kam es zum Bruch mit der ganzen Familie. Die junge Familie liess sich in Basel nieder, wo 1944 die Tochter Elisabeth Hanna und 1947 der Sohn Erich geboren wurden. Da Louis in seinem erlernten Beruf als Gärtner in jenen schwierigen Jahren keine Arbeit fand, bewarb er sich bei der damals jungen und aufstrebenden Migros-Genossenschaft. Dank seinem Interesse und seiner Weiterbildung – unter anderem legte er eine offizielle Prüfung als Rangierlokführer ab – konnte er bald einmal eine verantwortungsvolle Position einnehmen und grosse Bereiche der Migros-Lagerhaltung im Birsfelder Rheinhafen organisieren. Louis selber trafen zwei Schicksalsschläge, mit denen er nur schwer fertig wurde. Im Jahr 1977 erlag der Sohn Erich einer heimtückischen Krankheit und im Jahr 1992 verstarb seine geliebte Frau Hanna, ganz kurz vor der goldenen Hochzeit. Louis war 1968 den Freidenkern Nordwestschweiz (früher Basel und Umgebung) beigetreten. Als Präsident amtete er 10 Jahre und wurde wegen seiner Verdienste zum Ehrenmitglied ernannt. Auch die Schweizer Vereinigung wusste seine Dienste zu schätzen. Louis war während acht Jahren Co-Präsident. Bei den Freidenkern lernte Louis 1994 Ruth Frey kennen. Sie, ebenfalls verwitwet, begleitete von nun an Louis durchs Leben. Zusammen bewohnten sie ihr schönes Einfamilienhaus in Binningen, wo er dank ihrer Zuneigung zu seinem ursprünglichen fröhlichen Wesen zurückfinden durfte. Louis war auch ein Charmeur! Seine Handküsse sind Legende. Louis wir danken Dir für alles, was Du für uns FreidenkerInnen geleistet hast. Hans Mohler Präsident Freidenker NWS, Mitglied Zentralvorstand FVS Die Freidenker trauern um Hans-Ruedi Zihlmann 20.11.1940 – 30.8.2009 Bücher kaufen zum Vorteil der FVS Bestellen Sie Ihre Bücher über den virtuellen Büchershop auf www.freidenken.ch: Amazon vergütet mindestens 5% des Betrages an die FVS. Hans-Ruedi ist in einer konfessionell gemischten Familie in Luzern aufgewachsen. Als Reformierter fühlte er sich im katholischen Luzern in der Schule ausgegrenzt. Seine Ausbildung absolvierte er bei der Post, wo er auch seine spätere Frau Marlène kennenlernte. Mit 31 Jahren nahm er das Wirtschaftsstudium in Bern auf. Marlène hielt ihm den Rücken frei und betreute die beiden Kinder. Beruflich folgten anspruchsvolle Jahre, in denen er auch Rückschläge hinnehmen musste. In seiner Wohngemeinde Selzach übernahm er Verantwortung für den Umbau des Gemeindezentrums, in dessen Foyer am 10. September 2009 auch die Abschiedsfeier stattfand, umrahmt von seinen geliebten Jazz-Melodien. Ende der 90er Jahre war Hans-Ruedi aus er Kirche ausgetreten und aktives Mitglied der Grenchner Freidenker geworden. Mit 60 Jahren liess er sich gerne vorzeitig pensionieren und übernahm in den Umbruchsjahren 2000-2005 das Zentralsekretariat der FVS, wo er die neuen Weichenstellungen der Vereinigung unterstützte. Zusammen mit Marlène, die mittlerweile auch die Führung der Zentralkasse übernommen hatte, war er in diesen Jahren Mitglied des Zentralvorstandes. Aus gesundheitlichen Gründen zog er sich in den letzten Jahren zurück. Umsorgt von seiner Lebensgefährtin ist er in Selzach gestorben. Ihr und ihrer Familie gilt unser Beileid. Reta Caspar Mitglied Zentralvorstand FVS 10/2009 frei denken. 7 Die Freidenker laden ein zum Novembervortrag 2009: Prof. Dr. Franz Josef Wetz FVS-Agenda Zentralvorstand Sa. 17. Oktober 2009 im Freidenkerhaus Bern Philosoph, Autor von «Baustelle Körper» (2009) «Gottlos – Leben ohne Religion» Basel Bern Zürich Zug St. Gallen MO DI MI DO FR 2. November 2009, 19:30, Hotel Merian, Café Spitz, Rheingasse 2 3. November 2009, 19:30, UniS, Schanzeneckstrasse 1, Hörsaal A 003 4. November 2009, 19:30, Volkshaus, Stauffacherstr. 60, Blauer Saal 5. November 2009, 19.30, Theater Casino, Artherstrasse 2, Kl. Saal. 6. November 2009, 19:00, Rest. Dufour, Bahnhofstr. 19 Grosser Vorstand 2009 Sa. 21. November in Olten Eintritt frei – Kollekte zur Deckung der Kosten Büchertisch Basel sätze beanspruchen aber nicht, Wahrheit oder Gewissheit zu sein, sondern lediglich vertretbar. Liberalität, Rationalität und Bescheidenheit durchziehen dieses Buch, das lesefreundlich ist und mit Gewinn zu lesen – gerade auch im Hinblick auf die in der Schweiz anstehenden Entscheidungen zum Thema «Forschung am Menschen». Auch wenn er sich auf die rechtliche Situation und Diskussion in Deutschland bezieht, ist die Argumentation selbst direkt auf die Diskussion in der Schweiz übertragen. Speziesismus in der Bioethik Wie in der Artikelüberschrift angedeutet, befasst sich das Buch mit dem, was Menschen sich und anderen Menschen antun dürfen, und wie sie mit Körperteilen von Menschen umzugehen haben. Diese speziesistische Einschränkung ist dem Autor jedoch an dieser Stelle nicht vorzuwerfen, arbeitet er doch einfach das Feld der heutigen Bioethik-Diskussion ab, und diese ist speziesistisch. Reta Caspar Franz Josef Wetz wurde 1958 geboren. Nach dem Studium der Philosophie, Germanistik und Theologie 1989 Promotion im Fach Philosophie, 1992 Habilitation. Seit 1994 ist er Professor für Philosophie an der Pädagogischen Hochschule im Schwäbisch-Gmünd. Forschungsschwerpunkte: Hermeneutik, Ethik, Kultur- und Naturphilosophie mit der Frage, welche Konsequenzen die modernen Naturwissenschaften für das Selbst- und Weltbild haben. Bioethik – was dürfen wir mit Menschen tun? Franz Josef Wetz untersucht das Verhältnis des Menschen zum Körper in einer Zeit, in der Körperkult vor operativen Eingriffen zur optischen Optimierung der Gestalt nicht mehr Halt macht, während einerseits seine Bedeutung als Arbeitsinstrument zusehends schwindet und andererseits die Bedeutung als Instrument der Selbst- und Grenzerfahrung in der Freizeitindustrie boomt. Vor diesem Hintergrund wird das weite Feld der heutigen biotechnischen Möglichkeiten abgeschritten und mit dem Massstab der Menschenwürde vermessen. Wetz vermisst aber erst einmal den Begriff der Menschenwürde selbst und stellt die Diskussion auf den Kopf, indem er für ein Verständnis von Würde als Ziel der Menschenrechte – nicht als deren Grundlage – plädiert. Er kritisiert die höchst kontroverse öffentliche Diskussion der Risiken und Chancen der Biowissenschaften und der Medizin, die sich vor allem durch Abtausch von Schlagworten auszeichne und deshalb oft wenig helfe sondern einerseits die diffuse Angst vor dem Ungewohnten und Neuen verstärke und andererseits auch übertriebene Hoffnungen auf baldige Heilung wecke. Wetz bahnt einen Weg durch diesen Dschungel und bietet Denkanleitung und Begründungen für eine eigene, ethisch vertretbare Position in Fragen des Umgangs mit unseren Körpern, mit der Fortpflanzung, mit Embryonen und Föten, mit dem Sterben und schliesslich auch mit den Toten. Ein gesondertes Kapitel widmet er den Fragen rund um Gunter von Hagens Ausstellung «Körperwelten», welche derzeit in Zürich zu sehen ist. Selbstbestimmungsrecht… Wetz stellt freiheitliche, gesundheitliche und an Steigerung des Lebensbehagens orientierte Interessen über weltanschauliche Einstellungen. Für die Bioethik bedeutet dies, dass dem Selbstbestimmungsrecht des Einzelnen der Vorrang vor der meist religiös begründeten «Unverfügbarkeit und Heiligkeit des Lebens» einzuräumen ist. Weltanschauungsneutral betrachtet findet dieses Selbstbestimmungsrecht seine Schranken an der Unzurechnungsfähigkeit, an der von aussen gelenkten Selbstbestimmung, also der Fremdbestimmung, und natürlich an den entsprechenden Freiheiten der anderen. … und doch Grenzen Unter diesen Voraussetzungen werden die Grenzen weit gesteckt – auf den ersten Blick für viele wohl sehr weit. Grenzen sieht Wetz etwa bei der planmässigen Züchtung eines sogenannt edleren, höherwertigen Menschen, weil sie zu einer konkreten Benachteiligung angeblich nicht so wertvoller, minderwertiger Menschen führen würde. Zwar ist auch dies eigentlich ein «slippery slope» Argument (Gefahr, auf eine schiefe Ebene zu geraten), das er anderswo kritisiert, aber die historische Erfahrung mit der Eugenik gibt dem Argument Gewicht. Grenzen setzt er u.a. auch bei Eingriffen zur Optimierung von Athleten im Hochleistungssport: beim Gendoping. Wetz lehnt dieses ab, aber nicht wegen eher fragwürdiger Werte wie Chancengleichheit, Fairness und der sogenannten Natürlichkeit im Sport – beliebte Argumente der heutigen Sportethik –, sondern mit Blick auf die Freiheits-, Gesundheits- und Wohlbehagensinteressen der – meist jungen – Athleten, die angesichts kurzfristiger ehrgeiziger Wünschen die längerfristigen Gesundheitsschäden nicht ernst genug nehmen. Liberal, rational, bescheiden Wetz's mit Hilfe rationaler Argumente entwickelte Grund- Jeden letzten Freitag ab 19:00 Freie Zusammenkunft Rest. "Spillmann", Eisengasse 1 Freitag, 2. Oktober 19:00 Freitag, 16. Oktober 19:00 Einführung ins freie Denken Rest. "Urbanstube", Petersgasse 2 Montag, 2. November 19:30 Vortrag siehe Inserat Bern Montag, 12. Oktober 15:00 Seniorentreff im Freidenkerhaus, Weissensteinstr. 49B Montag, 19. Oktober 19:00 Abendtreff Rest. "National" Hirschengraben 24, Bern Dienstag, 3. November 19:30 Vortrag siehe Inserat Schaffhausen Café CoopCity Jeden Samstag 10-11:00 Freidenkerstamm St. Gallen Mittwoch, 21. Oktober 10:00 Freidenkerstamm Restaurant "Dufour" Freitag, 6. November Vortrag siehe Inserat 19:00 Zentralschweiz Donnerstag, 15. Okt. 19:00 Herbst-Stammtisch Rest. "La Piazza", Dächlistube beim Bahnhof Arth-Goldau Donnerstag, 5. Nov. Vortrag siehe Inserat 19:30 Zürich Franz Josef Wetz Baustelle Körper Bioethik der Selbstachtung Klett Cotta 2009 287 Seiten, Fr. 42.90 ISBN 3608942017 Montag, 12. Oktober 14:30 Freie Zusammenkunft Hotel "Hirschen", 1. Stock Niederdorfstr. 13, 8001 Zürich Mittwoch, 4. November 19:30 Vortrag siehe Inserat Drogen, Psychopharmaka und Neurochips: die Manipulation des Hirns zur Behebung von Krankheit und zur Hebung der Lebensqualität ist in vollem Gange. Wie viel Neurodoping verträgt der Mensch? Wo verlaufen die ethischen Grenzen? Was sind die Massstäbe zur Beurteilung solcher Manipulationen? Sollte in einem liberalen Staat mit offener Gesellschaft nicht jeder mit seinem Gehirn machen können, was er möchte? «Hirndressur» Vortrag von Prof. Dr. Franz Josef Wetz Mittwoch, 4. November 2009, 12:00-13:30, Grabenpromenade 3, Bern Kosten: Fr. 25.00, Anmeldung: 031 320 30 30, Kurs-Nr.: 102094 Veranstalterin: Volkshochschule Bern, www.vhsbe.ch Freidenker-Vereinigung der Schweiz FVS Mitglied der Internationalen Humanistischen und Ethischen Union (IHEU) www.frei-denken.ch Kontakte für weltliche Feiern Basel: Freidenker Nordwestschweiz 061 321 31 48 Basel: Freidenker-Union 061 601 03 43 oder 061 601 03 23 Bern / Freiburg / Wallis 079 449 54 45 oder 079 795 15 92 Grenchen und Umgebung 076 539 93 01 oder 032 645 38 54 Mittelland 062 926 16 33 St. Gallen / Ostschweiz 052 337 22 66 Vaud / Jura / Neuchâtel / Valais 026 660 46 78 ou 022 361 94 00 Winterthur / Schaffhausen 052 337 22 66 Zentralschweiz 041 855 10 59 Zürich 079 668 49 71 Sollte unter der regionalen Nummer niemand zu erreichen sein, wenden Sie sich bitte an die FVS-Geschäftsstelle: 031 371 65 67 oder an 052 337 22 66 Basel / Nordwestschweiz Freidenker Nordwestschweiz Postfach 260 4010 Basel basel-nws@frei-denken.ch Präsident: H. Mohler 061 261 36 19 Mitgliederdienst: B. Bisig 061 321 31 48 Vaud incl. JU / NE / VS Ass. vaudoise de la Libre Pensée CP 5264 1002 Lausanne vaud@frei-denken.ch Président: Secrétariat: J. P. Ravay 022 361 94 00 026 660 46 78 Freidenker-Union Basel Postfach 4471 4002 Basel basel-union@frei-denken.ch Präsident: G. Rudolf 061 601 03 43 Mitgliederdienst: 061 601 03 23 Winterthur Freidenker Winterthur Postfach 1806 8401 Winterthur winterthur@frei-denken.ch Präsident: K. Schmid 052 337 06 27 Bern inkl. FR / VS FreidenkerInnen Region Bern Postfach 831 3550 Langnau regionbern@frei-denken.ch Präsident: D. Aellig 079 449 54 45 Zentralschweiz Freidenker Zentralschweiz Zugerstr. 35 6415 Arth zentralschweiz@frei-denken.ch Präsidentin: G. Annen 041 855 10 59 Genève Libre Pensée de Genève 27 ch. des quoattes 1285 Avusy genève@frei-denken.ch Président: J. P. Bouquet 022 756 40 49 Zürich Freidenker Zürich Postfach 3353 8021 Zürich zuerich@frei-denken.ch Präsident A. Kyriacou 044 253 18 96 Mitgliederdienst: M. Dobler 044 341 38 57 A. Bachmann 044 463 41 89 Grenchen und Umgebung Freidenker Grenchen u. Umgebung Postfach 418 2540 Grenchen grenchen@frei-denken.ch Präsident: S. Mauerhofer 076 478 69 94 Mitgliederdienst/ L. Höhneisen Krankenbesuche 076 539 93 01 Bitte Adressänderung melden und Kosten sparen FVS / ASLP Zentralkasse Postfach 217 CH-2545 Selzach zentralkasse@frei-denken.ch Freidenker-Vereinigung der Schweiz FVS Geschäftsstelle Weissensteinstr. 49b Postfach CH-3001 Bern Tel. 031 371 65 67 Fax 031 371 65 68 Mittelland Freidenker Mittelland Postfach 56 4628 Wolfwil mittelland@frei-denken.ch Präsident: H. Haldimann 062 926 16 33 info@frei-denken.ch Postkonto: 84-4452-6 Ostschweiz Freidenker Ostschweiz Postfach 359 9001 St. Gallen ostschweiz@frei-denken.ch Kontakt: M. 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