Freidenker 07/2006.pdf

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(file: @@freidenker-200607.pdf@@)libero pensatore 91. Jahrgang Nr. 7 Juli 2006 Sterbehilfe soll hierzulande weiterhin so praktiziert werden wie bisher, so Ende Mai die Antwort des Bundesrates auf Vorstösse aus dem Parlament. Diese hatten Vorschläge gefordert zur Regulierung der indirekten aktiven und der passiven Sterbehilfe, der Sterbehilfeorganisationen und insbesondere auch des sogenannten Sterbetourismus aus dem nahem Ausland, wo Hilfe zur Selbsttötung nicht straffrei ist. KritikerInnen wenden ein, dass es sich bei der Sterbehilfe um einen Graubereich am Lebensende handle, der regelungsbedürftig sei. Richtig daran ist, dass es sich um einen Graubereich handelt. Sehr fraglich ist aber, ob man diesen Graubereich durch Gesetzgebung verringern kann, oder ob man ihn nur verschiebt. Wo nachweisbar ohne Einwilligung der betroffenen Person oder aus eigensüchtigen Motiven der betreuenden Person gehandelt wird, sind im Strafgesetz heute schon hohe Strafen angeordnet. Tatsächlich ist aber alles, was im Bereich des Sterbens – und ebenso im Bereich des Gebärens – geschieht, in gewisser Weise ein Graubereich, weil jede medizinische Handlung in diesen äusserst sensiblen Lebensabschnitten eben auch lebensentscheidend sein kann. Auch die detaillierteste Gesetzgebung wird dort versagen müssen, wo es um innere Einstellungen und Motive geht. Das Leben ist in diesen beiden Zeitabschnitten in hohem Grade abhängig von anderen Menschen, von nahestehenden aber auch von professionellen HelferInnen. Ob nahestehend oder nicht, alle Beteiligten han"'Christliche Wertegemeinschaft', hinter einem Schwall von Phrasen kaschiert, ist meist nur unersättliche Macht- und Geldsucht." Karlheiz Deschner Seite 4 Sterbehilfe bleibt unverändert deln im Rahmen ihrer eigenen Biographie und ihrer eigenen Motive – dass diese nicht altruistisch sondern vor allem egoistisch sind, das ist ein Faktum, das wir nicht wegdiskutieren können. Die einzige Möglichkeit, uns in Momenten lebenswichtiger Entscheidungen – uns selbst oder andere betreffend – etwas gegen reine Willkür zu schützen, besteht darin, dafür zu sorgen, dass mehrere Menschen solche Entscheidungen gemeinsam fälvertrauen, mit dem Hausarzt oder der Hausärztin, mit LebenspartnerInnen und Kindern – und schliesslich allenfalls auch in Form einer Mitgliedschaft bei einer Sterbehilfe-Organisation. Die FVS bietet in ihren "Wegleitungen für die Wechselfälle des Lebens" Checklisten und Formulare an, damit in guten Zeiten für schwierige Zeiten vorgesorgt werden kann, sie können via Webseite oder Geschäftsstelle bezogen werden. len. Wichtig ist, dass wir alle uns Gedanken machen über unsere eigenen Vorstellungen und Wünsche und ein offenes Ohr haben für die Wünsche und Vorstellungen anderer Menschen. Darüber hinaus ist es nötig, seinen eigenen Willen kundzutun, in Form eines Patiententestamentes, in Gesprächen mit Menschen, denen wir "Kommunikationsfreiheit ist Voraussetzung für das Funktionieren eines demokratischen Gemeinwesens." Richter Wilfried Hassemer zum Karikaturenstreit. Seite 5 Interessant zu lesen sind auch die Richtlinien der Schweizerischen Akademie der medizinischen Wissenschaften (SAMW), die kürzlich zum Thema "Betreuung von Patientinnen und Patienten am Lebensende" in überarbeiteter Fassung erschienen sind. Daraus geht u.a. auch hervor, was PatientInnen von Seite 3 "Das Geläut des Münsters, ein metallisches Dröhnen, ... ein Lärm, dass man seine eigenen Gedanken nicht mehr hört ..." Max Frisch im Roman "Stiller". Seite 6 FREIDENKER 7/06 1 Un libro sempre attuale Primo vero –"libero pensatore"! (2) (Seguito dell'articolo di Marco Brenni su Friedrich Nietzsche. La prima parte è apparsa su freidenker-libero pensatore 6/06, la terza e ultima parte apparirà su freidenker-libero pensatore 8/06.) Lo "Zarathustra", dovrebbe quindi esser affrontato per ultimo e non per primo, (come fanno purtroppo, quasi tutti); e solo, dopo aver digerito le altre sue grandi opere principali, da "Umano troppo umano", alla "Gaia Scienza" ad "Aurora" ad "Al di là del Bene e del Male" a "Genealogia della Morale" nonché, alla quasi autobiografica, "Ecce Homo" ... Abbandonate, almeno in parte, le vesti di eminente psicologo, (soprattutto in questo, fu geniale), e pure, ma sembra quasi una contraddizione, del moralista, (proprio lui, che per definizione, si situa "Al di là del Bene e de Male"), Nietzsche prepara, abborda e sviluppa proprio nello "Zarathustra" i suoi temi speculativi più importanti; dalla "morte di Dio", almeno nella "coscienza" del mondo occidentale, alla "Trasvalutazione di tutti i Valori", alla "Volontà di potenza", brillantemente percepita, come una delle caratteristiche fondamentali dell'animo umano: nessun altro riuscì a recepirla così nitidamente, prima di lui. Per approdare infine al "Superuomo", che non è la "bestia bionda", ariana, rozzamente intesa – et pour cause – dai nazisti, ma una fase della evoluzione dell'umanità. Infine "l'amor fati" cioè, il dire "Sì" alla vita, in tutte le sue manifestazioni, dalle baldorie spensierate ed anche "sfrenate", (per lui: "dionisiache"), a quelle dolorose ed anche tragiche. Da ultimo, va menzionata la sua visione dell'Universo come "Eterno Ritorno", idea probabilmente desunta dall'antica mitologia greca-classica. Vale a dire: ogni cosa è destinata a ritornare "identica a se stessa" e questo all'infinito! (Un po' come la ciclicità "eterna", delle stagioni). Nietzsche affronta in effetti la sua opera maggiore e più significativa, col mezzo apparen-temente più lontano: la poesia! È pure degno di nota, che nessun filosofo al mondo, ha mai avuto l'onore di vedere il suo pensiero immortalato in una delle più note sinfonie di tutti i tempi, ossia proprio, il "Così parlò Zarathustra" di Richard Strauss (attenzione: non è quello dei Walzer). Tale oltremodo brillante composizione, imponente ed unica nel suo genere, soprattutto per la sua parte introduttiva, che inizia con l'assai solenne "annuncio – rivelatore": " Dio è morto" ! E non fu di certo, un annuncio da poco: in ogni caso, Nietzsche fu estremamente coraggioso ed anche, spregiudicato, se si pensa ai tempi veramente moralisti e pure bigotti, perché vittoriani, in cui era costretto, "malgré lui", a vivere. Nietzsche, "allievo morale" di Schopenhauer, ebbe con il suo maestro, un enorme importanza per lo sviluppo delle scienze psicologiche e persino, psichiatriche, che a fine ottocento, si stavano appena affacciando, a livello scientifico. Egli ha, infatti anticipato, e con grandissimo intuito alcune acquisizioni fondamentali per le suddette scienze: lo stesso Freud, in un suo scritto, ammise che in fondo Nietzsche, (che lo precedette), "stranamente", la pensava come lui, ma questo, per puro caso! Ma, soprattutto, l'eminente psichiatra Alfred Adler, critico di Freud, che sviluppò una sua personale e differente teoria sulle nevrosi, (nella opera: "Il temperamento nervoso" del 1907)), fu indubbiamente influenzato dal pensiero di Nietzsche. Adler afferma in sostanza, che la maggior parte delle nevrosi hanno origine soprattutto in "sensi d'inferiorità", giustificati o del tutto, (o soprattutto), immaginari. C'entrano quindi pure, le "aspirazioni" (o ambizioni) abortite, e quindi si evidenzia una volta di più, la "volontà di potenza", ma qui, frustrata! Schopenhauer, a sua volta, la chiamava semplicemente – "Volontà" – nel senso d'affermazione prepotente della "forza" o "istinto vitale". In ogni caso, nutro il più che legittimo sospetto, (condiviso pure da altri), che sia Freud, sia Adler (ma anche altri), senza mai ammetterlo, hanno attinto, Friedrich Nietzsche (1844-1900) a piene mani, dagli aforismi e rivelazioni intuitive sulla psiche umana, del tutto geniali, di entrambi i suddetti filosofi: Nietzsche, e Schopenhauer, furono in effetti, grandissimi indagatori dei meandri più oscuri, soprattutto nascosti ed anche "repressi", dell'animo umano. Anche per questo Nietsche fu odiato da molti: ovviamente aveva messo "il dito" su cose spiacevoli ed anche "inammissibili". Fu quindi accusato addirittura di "follia", ancor prima che si ammalasse veramente a livello psichico, e questo solamente, nei suoi ultimi anni di vita. ( È accertato, che la sua "follia", in età matura, fosse da ricondurre ad una malattia venerea – probabilmente sifilide – contratta molti anni prima). Da giovane era solo, malfermo di salute, ma per altri motivi: per questo, fu sovente emarginato; ciò che lo spinse tuttavia, a sviluppare, un forte spirito critico, e pure un'acutissima facoltà d'osservazione dei comportamenti umani! Infine, lo criticano, se non addirittura, disprezzano, sia perché ritenuto del tutto arbitrariamente, "filosofo del nazismo", sia perché, morì suicida all'età di soli 56 anni. Per quanto concerne quest'ultima "accusa": egli fu solo coerente con se stesso. Infatti, già nei suoi primi aforismi, afferma che ogni persona, dovrebbe avere la piena facoltà, anche giuridica, di togliersi la vita, quando questa gli diventasse insopportabile (soprattutto per malattia), e quindi del tutto priva di senso, tanto da risultare, semplicemente, invivibile. Aborriva infatti la "morte cristiana", che costringe a pag. 3 sopportare fino all'ultima 2 FREIDENKER 7/06 Forts. v. S. 1 ÄrztInnen verlangen können. Denn auch hier muss gelten: Meine Freiheit endet dort, wo sie den freien Entscheid meiner Mitbetroffenen tangiert. Das Sterbehilfe in der Schweiz Eine im Herbst 2005 veröffentlichte internationale Studie kommt zum Schluss, dass in 41% aller Todesfälle in der Schweiz Sterbehilfe geleistet wird. Das bedeutet, dass am Ende des Lebens auf lebenserhaltende Behandlungen verzichtet wird (passive Sterbehilfe) oder eine Behandlung, die einen früheren Tod zur Folge haben könnte, angewendet wird, wenn der sterbenden Person dadurch das Leiden verringert werden kann (indirekte aktive Sterbehilfe). In 82% der Fälle wurde das Vorgehen zuvor mit den Betroffenen oder zumindest deren Angehörigen besprochen. Die häufigste Methoden der passiven Sterbehilfe sind der Abbruch der Medikamentenverabreichung und der künstlichen Ernährung. Die Verkürzung des Sterbeprozesses durch Sterbehilfe betrug in 92% der Fälle weniger als 4 Wochen. NZZ 3.10.2005 Suizidbeihilfe durch eine Sterbehilforganisation wird in etwa 0.4% der Todesfälle geleistet. Aktive Sterbehilfe, die Tötung auf ausdrückliches Verlangen, kommt immerhin in 0.3% der Todesfälle vor – sie ist und bleibt in der Schweiz verboten. Medieninformation Uni Zürich 17.6.2003 heisst, das medizinische Personal hat ebenso ein Recht auf Handeln gemäss persönlicher ethischer Überzeugung. Ein frühzeitiges, offenes Gespräch z.B. mit dem Hausarzt oder der Hausärztin ermöglicht einen rechtzeitigen Wechsel, falls sich herausstellt, dass unüberbrückbare ethische Differenzen bestehen. Palliative Pflege fördern Mehr Verantwortung übernehmen will der Bundesrat allenfalls in der Ausbildung und Forschung im Bereich Palliativpflege und in der Krankenver- sicherung. Damit wird eine neue Entwicklung eröffnet: Nicht einfach schnelles Sterben ermöglichen, sondern den Entscheidungsspielraum der Betroffenen erweitern, indem eine breite Palette von Schmerztherapien und Betreuungsangeboten zugelassen und erprobt werden können. Das "leichte Sterben" (Euthanasie) per se gibt es nicht, jeder Mensch sollte deshalb jene Sterbebegleitung erhalten, die ihm oder ihr entspricht und ihm oder ihr ein würdevolles Sterben ermöglicht. Reta Caspar "Wenn er versichert ist, dann liegt er im Koma – wenn nicht, dann ist er tot." cont. pag. 2 esalazione, tribolazioni e dolori, sovente insostenibili: anzi, l'agonìa, soffrendo pure le "pene dell'inferno", è pure titolo di merito, di cui si terrà in ogni caso conto, per poter raggiungere per la via più diretta, il Paradiso! Per quanto concerne il rimprovero, del tutto idiota, di "filosofo precursore", per non dire addirittura "causa" del nazismo, trattasi d'un'accusa manifestamente infondata! È vero che egli mise soprattutto in evidenza, "la volontà di potenza", (suo vero chiodo fisso): ma in ogni caso, scoprì con ciò, solamente una verità fondamentale dell'animo umano. Anche se difficilmente ammessa, perché contraddice con tutta evidenza, il messaggio cristiano, che predica l'esatto opposto, ossia: gli "pseudovalori" del rimanere umili, e sottomessi; del considerare la vita, qui su questa terra, solo come un misero e disprezzato, "passaggio per l'Al di là", ove tutto verrebbe in ogni caso, almeno per i più "meritevoli", com-pensato e soprattutto, riscattato! Invece, la "realtà" che ci circonda, afferma Nietzsche, indica l'esatto opposto: intanto la "volontà di potenza", ha manifestamente dominato, tutta la storia dell'umanità, con infinite guerre, di predominio, ivi comprese, ovviamente, quelle religiose! Inoltre basta osservare le ambizioni dei comuni mortali: Quasi tutti, aspirano in un modo o nell'altro ad un certo livello di potenza: c'è chi ama ostentare "oggetti", chi "carriere", chi il "sapere" (che non è sinonimo di "cultura"), e via dicendo, per volontà di potenza, (o per usare un termine meno forte: ambizione)! Anzi, chi è totalmente sprovvisto di ogni "ambizione", è considerato oggigiorno un caso patologico, dagli esperti delle psiche umana. Continua Marco Brenni FREIDENKER 7/06 3 "Christliche Wertegemeinschaft" Der Autor und Kirchenkritiker Karlheinz Deschner verbindet Geschichts- und Religionskritik (Interview). KUNST+KULTUR: Was assoziieren Sie, wenn Sie den Begriff "christliche Wertegemeinschaft" hören? KARLHEINZ DESCHNER: Unter all den zielstrebig ins Kraut – und leider nicht nur ins Kraut – schiessenden Schlagwörtern des Christentums gehört die "christliche Wertegemeinschaft" zu den kuriosesten Konstrukten. Sie wird denn auch von den Wertegemeinschaftlern selbst selten näher erklärt – schliesslich sprechen die schöne ethische Ausstrahlung und das irgendwie vornehm Abstand Gebietende des Begriffs für sich. Die Crux der Interpretation ist auch nicht der Wertebegriff, sondern dessen ominöses Beiwort. Denn dass es dem Abendland an Werten, Bonitäten hehrster Herkunft, Kulturwerten, Sozialwerten, Personwerten, Vitalwerten etc. nicht mangelte, dafür hat es gesorgt, von der antiken Wertphilosophie über die Experten des Mittelalters bis zu den zahlreichen neuzeitlichen Werttheoretikern, hat es um so mehr gesorgt, als all diese Werte ja immer blutig in die Binsen fuhren. Und zugleich sah sich freilich die theologische Diskussion, zumal gerade in der jüngsten Zeit, ausserstande, das "spezifisch Christliche" zu benennen. War doch von der Geburt des Herrn bis zu seiner Himmelfahrt, vom zentralsten Glaubensinhalt bis zum periphersten Ritual alles "Christliche", restlos alles, bereits im Judentum, Hellenismus, Buddhismus voll präsent, was im Prinzip sogar prominente Kirchenväter, darunter der grösste, Aurelius Augustinus, ausdrücklich bestätigten. Unmittelbar auf der Spur dagegen ist man unseren Wertegemeinschaftlern in der so genannten Profan- und Heilsgeschichte: angefangen von dem ersten christlichen Monsterverbrecher, dem heiligen Kaiser Konstantin, von den Völkermorden an den Goten, den Wandalen, den Blutbädern der Merowinger, der Auslöschung der Awaren, der Ausrottung des Heidentums, den fast fünfzig menschenmordenden Kampagnen des kanonisierten Starbanditen Karl über die jahrhundertelange "Ostkolonisation", die Vernichtung der Templer, die Kreuzzüge, die Scheiterhaufen der Inquisition, die "Ketzer"- und Hexenverbrennungen, über die Hugenottenmassaker, die Dezimierung der Schwarzafrikaner, die Ausmerzung der Indianer Mittel-, Süd- und Nordamerikas, über den Dreissigjährigen Krieg, die ewigen Judenjagden bis zu dem in enger Kooperation mit allen heiligen Kirchen geführten Ersten und Zweiten Weltkrieg, der kaum vorstellbar grässlichen Massakrierung von 750'000 orthodoxen Serben durch katholische Kroaten, den Atombombenabwurf Trumans, den mit besonderer Beteiligung Kardinal Spellmans betriebenen Gemetzeln von Vietnam bis zu den frommen Bush-Kriegen am Golf, um nur an einige "Highlights" der Historie zu erinnern. "Christliche Wertegemeinschaft", wie immer auch hinter einem atemverschlagenden Schwall von Phrasen kaschiert, ist in praxi meist nur unersättliche Macht- und Geldsucht, kaltblütige Gier einfach nach Mehr, Mehr, Mehr. Und stets auf Kosten auch der eigenen Menschen, Völker, denen man Fürsorge, Verantwortung vorgaukelt, indem man sie ausbeutet, in Armut, Elend, Untergang treibt, von den christlichen Sklaven- und Bauernmassen des späten Altertums und des langen, langen Mittelalters bis zum Industrieproletariat des 19. Jahrhunderts, ja bis heute. Also noch mal: eine winzige Minorität ("Gemeinschaft"!), die sich schamlos bereichert, und eine ungeheuere Majorität, die dabei zugrunde geht: "christliche Wertegemeinschaft"! K+K: CDU-Politiker wie Werner Lensing behaupten, die Kirchen und die "christliche Wertegemeinschaft" seien unverzichtbare "normativ stabilisierende Kräfte" auch für die säkularisierte Gesellschaft. "Ohne den Einfluss der Kirchen", so das MdB gegenüber dem "Rheinischen Merkur", "wäre es weder zur Entwicklung des Sozialstaates noch zur Versöhnung nach dem Zweiten Weltkrieg gekommen." DESCHNER: Natürlich "stabilisieren" Kirchen und "christliche Wertegemeinschaft". Fragt sich nur, was sie stabilisieren! Und für wen! Doch zur "Entwicklung des Sozialstaats" ist es nicht durch die Kirchen gekommen, eine Propagandalüge skandalösester Art, sondern – verschwindende Ausnahmen beiseite – im ständigen Kampf gegen sie. Denn wahr ist, dass alle sozialen Erleichterungen der Neuzeit nicht durch die Kirche, sondern gegen sie geschaffen wurden. Dass die Menschheit fast alle humaneren Formen und Gesetze des Zusammenlebens verantwortungsbewussten ausserkirchlichen Kräften verdankt. Dass die Kirche, was kein Gegner des Christentums, sondern der bedeutende protestantische Theologe Martin Dibelius schreibt, stets die "Leibwache von Despotismus und Kapitalismus" gewesen ist. "Darum waren alle", wie der christliche Gelehrte bekennt, "die eine Verbesserung der Zustände dieser Welt wünschten, genötigt, gegen das Christentum zu kämpfen." Und natürlich ging es den westlichen Kirchen nach dem Zweiten Weltkrieg nicht um "Versöhnung", jedenfalls nicht mit dem Osten, sondern um seine Niederringung; dabei hätte die Kubakrise fast zum dritten Weltkrieg geführt. K+K: Spätestens seit dem 11. September wird in der westlichen Welt mit Verweis auf die Notwendigkeit der Verteidigung des christlichen Kulturerbes, das mit Zivilisation, Humanität, Demokratie, Emanzipation identifiziert wird – also Werte, die eigentlich gar nicht christlicher Provenienz, sondern Derivate der historischen Aufklärung sind –, wieder zunehmend die Abgrenzung zur islamischen Kultur gefordert, die auf Kopftuch, Antisemitismus und bluttriefendes Schwert des Jihad reduziert wird. Wie erklären Sie sich diese Seite 5 neu erwachte Sehnsucht 4 FREIDENKER 7/06 Staat - Kirche Schranken der Freiheit Glaubensgemeinschaften, ihre Religion ungestört auszuüben. Der Staat verhalte sich gegenüber den verschiedenen Religionsgemeinschaften neutral – es gebe keine Staatsreligion –, sei aber nicht laizistisch, sondern fördere die Religionsgemeinschaften, weil er wisse, dass die Zugehörigkeit zu solchen Gemeinschaften "etwas Gutes" sei. In diese Richtung gingen auch Bestrebungen der Schweizer Landeskirchen, die einen sogenannten Religionsartikel in die Verfassung aufnehmen wollten, der genau diese wohlwollend anerkennende Haltung des Staates zu den (anerkannten) Religionen ausdrücken soll. Anlässlich der Streichung des Bistumsartikels forderte der Schweizerische Evangelische Kirchenbund (SEK) einen umfassenden Religionsartikel. Diese Idee verwarfen die eidgenössischen Räte aber bereits vor der Abstimmung im Juni 2001. Der SEK liess darauf einen Entwurf ausarbeiten für einen Religionsartikel, der unter anderem der zunehmend Unter diesem Titel referierte kürzlich der deutsche Verfassungsrichter und Strafrechtsprofessor Winfried Hassemer an der Universität Zürich. Er führte aus, wie im Karikaturenstreit deutlich geworden ist, dass die verfassungsmässige Meinungsäusserungs- und Pressefreiheit auf muslimischer Seite, aber auch von gewissen Kommentatoren, nicht verstanden wird. Die deutsche Verfassung behandle die Kommunikationsfreiheit nicht nur als subjektives Recht des Individuums, seine Meinung zu äussern, sondern in der Präzisierung der Pressefreiheit als objektives Voraussetzung für das Funktionieren eines demokratischen Gemeinwesens. Nur wer sich frei äussern und informieren kann, ist wirklich ein Bürger, eine Bürgerin. Zum Verhältnis zwischen Staat und Glauben führte Hassemer aus, dass der deutsche Staat das Grundrecht des Individuums auf Glaubensfreiheit schütze, aber auch die Freiheit der Fortsetzung von Seite 4 multikonfessionellen Gesellschaft Rechnung tragen und die Verankerung der Rechte öffentlich-rechtlich anerkannter Religionsgemeinschaften in der Bundesverfassung beinhalten sollte. 2002 wurde der Expertenbericht diskutiert und schliesslich der Weg über die Lancierung einer Volksinitiative verworfen – seither ist es ruhig geworden um dieses Projekt. Ein neuer Weg schlägt der dieses Jahr gegründete "Rat der Religionen" ein (siehe FREIDENKER 6/06). Nicht mehr über die Verfassung, sondern über den Dialog untereinander und v.a. mit den Politikern wollen die Kirchen nun erreichen, dass sie als VertreterInnen von religiös begründeten Grundwerten mehr Einfluss auf die Politik gewinnen. Dass der Dialog unter den Religionen zu begrüssen ist, das unterstrich auch Hassemer in seinem Vortrag – gleichzeitig wies er darauf hin, dass in Deutschland das Zensurverbot höher gewichtet werde als die Rücksicht auf religiöse Empfindlichkeiten. Das gilt unserer Ansicht nach auch für die Schweiz. NZZ 8.6.2006 rc nach der monokulturellen westlichchristlichen Gesellschaft? DESCHNER: Ist das nur Abgrenzung? Oder schon mehr? Aggressive Staaten brauchen Gegner, suchen Gegner, schaffen sie. Ein Prinzip gewiss nicht nur der "christlichen Wertegemeinschaft", wenn auch ihr vielleicht besonders gemäss. Gegenspieler, Erbfeinde, Glaubensfeinde, Gottesfeinde, kurz "Böse" sind unerlässlich in einer ewig brutal konkurrierenden Gesellschaft, unerlässlich um Krieg machen, um Ressourcen gewinnen zu können, begehrte Territorien, strategisch wichtige Basen, Höchstprofite der Rüstungsindustrie. Die Religion, Christentum, Islam, das ist, wer wüsste es nicht, zumal auf christlicher Seite, allenfalls zweitrangig, ein Vorwand. "Mit Gott" kämpft es sich an allen Fronten immer etwas leichter, mit besserem Gewissen – unter Hitler, der seine Bewegung "tatsächlich christlich" genannt, sich ausdrücklich zum "Werk des Herrn" bekannt und ihn im Krieg auch angerufen hat; unter Stalin, der sogar katholische Feldpfaffen zuliess für sein polnisches Kontingent; unter den vielen frommen US-Präsidenten. Jetzt rückt gerade "der Moslem" ins Visier. Aber er ist austauschbar, bei passender Gelegenheit wird ihm ein anderer folgen, "der Russe" etwa, "der Chinese" oder was immer die weltpolitische Konstellation hergibt. K+K: Kritiker dieser Tendenz analysieren die wachsende Islamfeindschaft in der westlichen Welt als neue Spielart des Rassismus. Der türkische Schriftsteller Zafer Senocak behauptet sogar, dass die "Muster des antisemitischen Diskurses heute nicht mehr auf Juden, sondern auf die Muslime angewandt werden: Dunkelhäutige Menschen aus einer fernen, finsteren Zeit bedrohen das weisse, aufgeklärte Europa". DESCHNER: Auch Rasse ist nur ein Versatzstück wie Religion. K+K: Seit den neunziger Jahren zeichnet sich sogar in der deutschen Linken eine Regression in die konserva- tiv-christlich-westlichen Wertegemeinschaft ab. So behauptete beispielsweise die linke Wochenzeitung "Jungle World", der Satz "Zivilisation oder Barbarei" sei "in den Besitz von George W. Bush übergegangen". Wie erklären Sie sich diesen Paradigmawechsel? DESCHNER: Paradigmawechsel? Man kriecht dem augenblicklich Stärksten in den Hintern – und sieht entsprechend beschissen aus. K+K: Karl Marx schrieb, die Kritik der Religion sei der Anfang aller Kritik? DESCHNER: Der Satz des von mir (der ich nie Marxist war) hochgeschätzten Karl Marx hat mir immer gewisse Schwierigkeiten gemacht, deren Erklärung hier zu weit führen würde. Vielleicht aber liesse sich das MarxZitat ergänzen: Keine gründliche Geschichtskritik ohne Religionskritik, denn beide sind nur zwei Seiten derselben Medaille. Quelle: http://www.kunstundkultur-online.de FREIDENKER 7/06 5 Kirchenglocken – Heimat oder Lärm? Die Zahl der Beschwerden gegen Kirchenglockenlärm nimmt zu. Die Lärmemissionen von Kirchen werden seit 20 Jahren vom Umweltschutzgesetz erfasst, da eine Kirche als Anlage gilt. Spezifische Lärmgrenzwerte wurden für Kirchen jedoch keine festgelegt, aber die Bevölkerung darf ganz allgemein durch den Lärm von Anlagen in ihrem Wohlbefinden nicht erheblich gestört werden. Kirchenglocken werden tagsüber mehrheitlich weltlich, d.h. zur Zeitangabe, eingesetzt. Dieser Brauch war sinnvoll in einer Zeit, in der andere Zeitmesser fehlten und etwa die Bauern froh waren, durch die Glocken an die Melkzeit erinnert zu werden. Heutzutage ist dieses Bedürfnis wohl nicht mehr gegeben. Das Läuten für religiöse Zwecke ist zwar in der Regel wesentlich lauter, findet aber seltener und zu weniger sensiblen Tageszeiten statt. Konflikte um Kirchenglockenlärm werden vor allem im Zusammenhang mit dem Stundenschlag in der Nacht und dem frühen Morgengeläut geführt. Störung der Nachtruhe Zu welcher Tageszeit das morgendliche Läuten zulässig ist, wird in der Polizeiverordnung der Gemeinde geregelt. Während der Nacht ist das Geläut nicht erlaubt, wenn dadurch die Ruhe gestört wird. Ausserhalb der Nachtruhezeiten haben die Gemeinden einen grösseren Ermessensspielraum. Wissenschaftlichen Studien zum nächtlichen Aufwachen durch Glo-ckenlärm existieren bis heute nicht, deshalb werden Untersuchungen über Fluglärm beigezogen. Gemäss BUWAL ist ein Maximalpegel von 60 Dezibel (dB) am Ohr einer schlafenden Person dort die kritische Schwelle. Eine Anwendung dieser Praxis auf die Lärmemissionen von Kirchen ist jedoch umstritten, da Fluglärm sich bezüglich Impuls und Frequenz von Glockenlärm unterscheidet. Lärmmessung An einem Wohnhaus wurde während einer Woche die Lärmbelastung durch Kirchengeläut gemessen. Die Messung wurde an einem 200 Meter von der Kirche entfernten Fenster vorgenommen. Der Mittelungspegel (Leq) im offe- Verein IG Stiller: Nachtruhe bitte! 2004 wurde in Zürich der Verein IG Stiller gegründet. Gemäss Statuten geht es ihm um Lärmreduzierung im Allgemeinen. Da sich aber sonst keine Anti-Lärm-Organisation mit Lärm von Kirchenglocken beschäftigt, wurde das Thema zum Schwerpunkt der IG Stiller. Der Verein setzt sich mit verschiedenen Mitteln für seinen Anliegen ein: Sanfte Anfrage mit Anträgen an die Kirchgemeinde Lärmumfragen Publizität Antrag an die Gemeinde (Wechsel auf die politische Ebene), um einen rekursfähigen Entscheid zu erwirken Bei Ablehnung Rekursmöglichkeit an die nächste/n Instanz/en, falls die finanziellen Mittel dazu vorhanden sind. Der Verein sieht sich als Teil einer Bewegung, welche schon seit Hunderten von Jahren aktiv ist. Entsprechend liegen allein in der Schweiz schon über ein Dutzend Gerichtsfälle zu Glockenlärm vor. Erfolgreich ist der Verein vor allem mit seinen publizistischen Anstrengungen, welche dazu geführt haben, dass Glockenlärm heute ein bekanntes Problem ist (z.B. Reportagen und Berichte im: Tele Top, Tele Ostschweiz, Radio Aktuell, St. Galler Tagblatt, Tagesanzeiger, NZZ, Blick, und diversen lokalen Zeitungen). Neben dem nächtlichen Glockenlärm selber ist es vorallem der Filz von Politik, Vereinen, Gewerbe, Nachbarn und Kirchgemeinden, welche in Dörfern ausgeprägt und für die Anliegen des Vereins hinderlich ist. Die Eingesessenen trauen sich vielfach nicht, den Verein zu unterstützen, weil ihre Mitgliedschaft in einem oder mehreren Gremien oder der Nachbar/Geschäftspartner/etc ein solches Outing nicht goutieren könnte und sie mit Repressalien rechnen müssten. "Es braucht eine/n "Externen" - aber mit den an diesem Ort hinterlegten Schriften – der/die sich als "Winkelried" opfert und mit seinen/ihren Ansichten und Wünschen an die Öffentlichkeit gelangt; also seinen/ihren Kopf in den Wind zu stellen wagt und sich zum Vornherein bewusst sein muss, dass er/sie sich warm anziehen, mit steifem Gegenwind rechnen und einen breiten und gut imprägnierten Rücken besitzen muss." Die IG Stiller fordert: Die Einhaltung sämtlicher gesetzlich vorgeschrieben Ruhezeiten wie sie z.B. im Polizeireglement einer Gemeinde vorgegeben sind. Zeitschlag (=Weckschlag) und kultloses Läuten sind während dieser Zeit zu unterlassen. Als minimale Nachtruhezeit empfiehlt die IG Stiller die Zeit zwischen 22:00 und 07:00. Alle Religionsgemeinschaften haben sich an diese gesetzlich vorgeschriebenen Ruhezeiten zu halten. Weitere Informationen unter www.nachtruhe.info Kontaktadresse: Verein IG Stiller, Sekretariat 6300 Zug S. 7 6 FREIDENKER 7/06 nen Fenster betrug je nach Anlass 70 bis 78 dB. Die Lärmbelastung durch die Stunden- und Viertelstun-denschläge lag zwischen 54 und 61 dB – zweifellos erhebliche Lärmbelastungen also. Kulturelle Wurzeln Beschwerden und gerichtliche Auseinandersetzungen haben in den letzten Jahren unterschiedlichen Erfolg gehabt. Das Bundesgericht verweist in seiner eher glockenfreundlichen Rechtsprechung jeweils auf das kulturelle Brauchtum. Das Kirchenglockengeläut wird – soweit hat das Bundesgericht sicher recht – von vielen Menschen mit einem Heimatgefühl verbunden. Tatsächlich ist der Brauch des Glockenläutens uralt. Bereits in vorchristlicher Zeit, so z.B. bei den Griechen, wurden Schellen eingesetzt, um böse Geister, den Winter oder wilde Tiere zu vertreiben – regionale Bräuche wie z.B. der Chalanda Marz im Engadin zeugen heute noch davon. Christliche Wurzeln hat der Glockenlärm jedoch keine. In der Bibel werden Glocken sogar eher negativ dargestellt und im frühen Christentum war das Läuten als heidnischer Brauch verpönt. Dennoch fand es schliesslich – wie viele andere heidnische Gebräuche – Eingang in den christlichen Alltag. In den Klöstern wurde das Geläut als erstes eingeführt, ab ca. 700 n. Chr. wurden die Mönche so zum Stundengebet gerufen. Ab dem 10./11. Jahrhundert wurden hohe Kirchtürme gebaut und es entstand ein Wettbewerb, wer den höchsten Kirchturm und die grössten Glokken besass. Deshalb hängen heute noch vielerorts unnötig grosse und entsprechend laute Glocken in den Türmen. Erst nach der Renaissance kam – zu- sammen mit anderen vorchristlichen Elementen – auch das Glockenläuten wider die bösen Geister, wider die Hexen und Teufel auf. Nun waren es kirchlich geweihte Glocken, die mehrmals pro Nacht läuteten und frühmorgens der nächtliche Spuk definitiv verscheuchen sollten, und seither galt jeder Versuch, das Glockengeläut einzuschränken, als Versuch des Teufels, die Kirche zu besiegen. Eine alte Glockeninschrift beschreibt ihren Zweck: "Vivos voco, mortuos plango, fulgura frango" – die Lebenden rufe ich, die Toten beklage ich, Blitze breche ich. Umweltschutzgesetz Nach dem Umweltschutzgesetz (1983) wurde 1986 auch die Lärmschutzverordnung erlassen. Gestützt darauf reichen heute überall in der Schweiz Private Beschwerden ein, und bestehen auf ihrem Recht auf ungestörte Nachtruhe. Auf der Homepage des 2004 gegründeten Vereins "IG Stiller" (siehe Kästchen Seite 6) ist die wachsende Zahl von erfolgreichen Beschwerden dokumentiert. Achtung Religionsfreiheit Die Landeskirchen, Gemeindebehörden und Gerichte sind gut beraten, wenn sie Hand bieten zu einvernehmlichen Lösungen und sich nicht auf die christliche Tradition und die Religionsfreiheit berufen. Längerfristig könnte letzteres zum Bumerang werden, wenn nämlich etwa Muslime auf Gleichbehandlung pochen sollten, und uns eines Tages nicht nur Glockenschlag und -geläut sondern auch Muezzins mehrmals täglich mit ihrem Lärm belästigen. Reta Caspar FVS Schweiz Zentralvorstand Daten Sa., 19. August 2006, Bern Sa., 21. Oktober 2006, Bern Grosser Vorstand 2006 Sa., 18. November 2006, Olten DV 2007 So., 6. Mai 2007, Bern in den Sektionen Agenda Basel – Union Jeden letzten Freitag im Monat ab 19:00 Uhr: Freie Zusammenkunft im Restaurant "Storchen" Basel Basel – Vereinigung Jeden letzten Donnerstag im Monat 15 bis ca. 17:30 Uhr: Donnerstag Hock Restaurant "Park", Flughafenstr. 31 Bern Sonntag, 16. Juli 2006 ab 13:00 Sommertreff im Freidenker-Garten Freidenkerhaus, Weissensteinstr. 49 B Apéro/Lunch/Dessert inkl. Getränke Fr. 19.-. Anmeldungen bis 13. Juli unter 031 372 56 03 (Kaech). Auch Freunde aus Nachbarsektionen sind willkommen! Biel-Nidau Jeden 1. Donnerstag im Monat ab 19:00 Uhr: Freidenker-Stamm Rest. "Urania", Bahnhofplatz 1, Biel Grenchen Samstag, 8. Juli 2006 ab 14:00 Grillparty am Strandweg 33 in Gerolfingen. Ortsunkundige wählen 076 388 4639 oder 032 396 1825. Fleisch und Alkoholisches mitbringen. Mittelland Samstag, 8. Juli 2006 ab 15:00 Freie Zusammenkunft Restaurant "Kolpinghaus", Olten Winterthur Mittwoch, 5. Juli 2006 19:30 Mittwochstamm Rest. "Chässtube" Zürich Dienstag, 11. Juli 2006 14:30 Treffpunkt "Grünwald" Bus 69 und 80 bis ETH-Hönggerberg von dort zu Fuss bis Grünwald ca. 45 Min. oder direkt mit Bus 46 und 89 bis Geeringstr., Bus 485 bis Grünwald. Sonntag, 27. August 2006 Grillfest auf dem Sternenberg FREIDENKER 7/06 7 FVS Freidenker-Vereinigung der Schweiz Mitglied der Weltunion der Freidenker (WUF) und der Internationalen Humanistischen und Ethischen Union (IHEU) Trauerfeiern Basel (Vereinigung) 079 217 01 29 oder 061 321 31 48 Basel (Union) 061 601 03 43 oder 061 601 03 23 Bern 031 372 56 03 oder 031 911 00 39 Grenchen und Umgebung 076 53 99 301 oder 032 645 38 54 Luzern und Innerschweiz 041 420 45 60 Mittelland 062 926 16 33 St. Gallen 052 337 22 66 Vaud/Waadt 026 660 46 78 ou 022 361 37 12 Winterthur und Thurgau 052 337 22 66 Zürich 044 463 16 55 Sollte unter der regionalen Nummer niemand zu erreichen sein, wenden Sie sich bitte an die FVS-Geschäftsstelle: 031 371 65 67 oder an 052 337 22 66 www.freidenker.ch Sektionen Winterthurer Freidenker Postfach 1806, 8401 Winterthur Präsident: J.L. Caspar 052 337 22 66 Sekretariat: D. Dünki 052 222 98 94 Familiendienst: M.Ochsner 052 232 04 77 FVS-Ortsgruppe Zürich Postfach 7210, 8023 Zürich *auch Fax Präs.: H. Rutishauser x0044 463 16 55* Mitgliederdienst: M. Dobler 044 341 38 57 Freidenker-Vereinigung Basel und Umgebung Postfach 302, 4012 Basel Präsident: H. Stieger 079 217 01 29 Vizepräsidentin: B. Bisig 061 321 31 48 Kassier: R. Wenger Tel. 061 692 86 27 Fax 061 692 86 28 Mitgliederdienst: R. Frey 061 421 12 80 Freidenker-Union Region Basel USF Postfach 4471, 4002 Basel Präsident: G. Rudolf 061 601 03 43 Infos/Mitgliederdienst: 061 601 03 23 Postkonto: 40-4402-5 Freidenker Bern Postfach, 3001 Bern Präsident a.i.: J. Kaech 031 372 56 03 Mitgliederdienst: J. Kaech 031 372 56 03 Libre Pensée de Genève 27 ch. des quoattes, 1285 Avusy Président: J.P. Bouquet 022 756 40 49 tél. et fax Sektion Grenchen und Umgebung Postfach 418, 2540 Grenchen Präsident: S. Mauerhofer 076 388 46 39 info@freidenker-grenchen.ch Mitgliederdienst/ Lotti Höneisen Krankenbesuche: 076 53 99 301 FVS Sektion Mittelland Postfach 56, 4628 Wolfwil Präsident: H. Haldimann 062 926 16 33 Freidenker Schaffhausen c/o Rosemarie Imholz Postfach 69 079 751 41 38 Gigering 57, 8213 Neunkirch FVS-Regionalgruppe St. Gallen c/o Susanne Breitler Haldenweg 37 071 351 29 81 9100 Herisau Associazione Svizzera dei Liberi Pensatori (ASLP) Sezione Ticino Casella postale 721 6902 Paradiso Presidente: R. Spielhofer 091 994 21 45 Ass. vaudoise de la Libre Pensée Case postale 5264 1002 Lausanne Président: J.P. Ravay 022 361 94 00 Secrétariat: 026 660 46 78 FREIDENKER - BIBLIOTHEK Zürich, im Sozialarchiv Stadelhoferstr. 12 (Nähe Bellevue) Bücherausgabe: Mo. - Fr. 10–20 Uhr Sa. 10–13 und 14–16 Uhr Auskunft: 044 251 80 66 FVS-Geschäftsstelle Mitglieder melden ihre Adressänderungen bitte an die Sektionen. Zuschriften an den Vorstand, AboMutationen, Auskünfte, Materialbestellungen an: Freidenker-Vereinigung der Schweiz FVS Geschäftsstelle Postfach CH-3001 Bern Tel. 031 371 65 67 Fax 031 371 65 68 info@freidenker.ch Postkonto: 84-4452-6 Adressänderungen an: Postfach 2622, CH-4002 Basel Impressum Redaktion Reta Caspar Rainweg 9 031 911 00 39 CH-3052 Zollikofen E-mail: reta.caspar@swissonline.ch Erscheinungsweise monatlich Redaktionsschluss 15. des Vormonats Jahresabonnement Schweiz: Fr. 30.– Ausland: Fr. 35.– (B-Post) Probeabonnement 3 Monate gratis Druck und Spedition Printoset, Flurstrasse 93, 8047 Zürich www.printoset.ch ISSN 0256-8993, Ausgabe 7/2006 Namentlich gekennzeichnete Beiträge können, aber müssen nicht mit der Ansicht der Redaktion übereinstimmen. P.P./Journal CH-4002 Basel AZB