Freidenker 11/2007.pdf

PDF download

(file: @@freidenker-200711.pdf@@)libero pensatore 92. Jahrgang Nr. 11 November 2007 An der erstmaligen Verleihung des Deschner-Preises begründete Michael Schmidt-Salomon, warum die Giordano Bruno Stiftung den britischen Evolutionsbiologen Richard Dawkins mit dem Deschner Preis ausgezeichnet hat: Dawkins verkörpere zunächst einmal ein zentrales Ideal der Stiftung: "Klartext zu sprechen". Seit Jahren mache er unmissverständlich, dass er mit dem einseitigen Nichtangriffspakt, der der Wissenschaft von der Religion abverlangt werde, nicht einverstanden sei und auch gesellschaftlich privilegierte Wahnidee der Überprüfung durch die kritische Vernunft nicht entzogen werden dürften. Neben seinem erheblichen Einfluss für den weltweiten Aufschwung der Religionskritik, seien es aber insbesondere auch die herausragenden Leistungen von Dawkins auf dem Gebiet der Evolutionstheorie. Für den Weg zu einer "Einheit des Wissens", zu einer Überwindung der Gräben zwischen Naturwissenschaften einerseits und den Geistes- und Sozialwissenschaften andererseits habe der Preisträger wesentliche Impulse gegeben. Wer an der Entwicklung eines naturalistischen und zugleich humanistischen Weltbildes arbeite, komme an seinen Werken nicht vorbei. Karlheinz Deschner wies in seiner Ansprache darauf hin, dass die Stiftung sich nicht nach einem Atheisten sondern einem Pantheisten benenne und, dass die berühmtesten Leute Pantheisten gewesen seien: Goethe, Spinoza. Nicht minder Berühmte seien Agnostiker, David Hume, (mit Einschränkung) Kant; Agnostiker auch "Ich bin Atheistin, obwohl ich katholisch erzogen worden bin. Respekt und Nächstenliebe sind mit wichtig." Amanda Amman, Studentin, Miss Schweiz 2007. Bescheidenes Wissen statt Gotteswahn Comte, Spencer, Darwin, Russell, Camus, die meisten Neukantianer und Positivisten. Deschner wünschte nach seinen Ausführungen, dass er nicht gottgläubig, nicht christgläubig, nicht islamgläubig, nicht europagläubig sei, so auch nicht "wissenschaftsgläubig" allgemeinen Mordens hört, ist keine Philosophie", habe nicht Marx, sondern Schopenhauer gesagt. Sein dritter, ganz besonderer Wunsch, war, jene auszuzeichnen, die immer wieder für den Schutz der Tiere eintreten. Schon das erste Bibelblatt gäbe sei, erstens, dass auch Wissenschaftler berücksichtigt werden, die - wie Hans Albert - weder die "Illusion objektiver Gewissheit" noch die "Kollateralschäden" der Forschung verschleiern. Sein zweiter Wunsch war der Appell, an die Not der Menschen zu denken. Denn: "Eine Philosophie, in der man zwischen den Seiten nicht die Tränen, das Heulen und Zähneknirschen und das furchtbare Getöse gegenseitigen "Sterben gehört zum Leben. Suizidbeihilfe gehört in die Wohnzone." Seite 3 "Leichen sollten bescheiden sein." Reta Caspar, Juristin. Seite 5 das Tier zum Schlachten, zum Verschlingen frei - und kein "Wort Gottes" sei bis heute "so erfolgreich wie diese furiose Fressofferte einer Religion, die damit prahle, alle Tieropfer abgeschafft zu haben, und doch mehr Tiere opferte als jede andere Religion, nur nicht mehr Gott, sondern dem eigenen Bauch". Schliesslich betonte Deschner, von Dawkins viel gelernt zu haben und Seite 4 dass es ihn zumal entzückt "Kreationismus ist keine Wissenschaft. Wissenschaft behauptet nicht, die Wahrheit zu wissen." Guido Masé, Biologe. Kurator der Darwin-Ausstellung Liestal. Seite 6 FREIDENKER 11/07 1 "Ritorno" del religioso? Semmai crisi del fideismo! Conosciuti i dati del censimento federale del 2000, il governo cantonale ticinese ha ritenuto opportuno conoscere nel dettaglio il fenomeno dell'associazionismo confessionale nel Ticino. Perciò, su proposta del capo del Dipartimento delle istituzioni – il clericale Luigi Pedrazzini –, ha incaricato della bisogna la "storica" Michela Trisconi De Bernardi. In effetti, il confronto dei dati dell'ultimo censimento con quelli delle precedenti rilevazioni statistiche del periodo postconciliare (dal 1970 in poi) mette in evidenza una realtà che non può non suscitare qualche preoccupazione, per più d'un motivo, in chi ha a cuore la… pace confessionale. Complessivamente, la proporzione dei credenti d'ogni fede è scesa dal 98,2% del 1970 all'87,8% del 2000. Di converso è aumentata sia la proporzione degli areligiosi dichiarati, sia di coloro che hanno omesso l'indicazione della propria opzione ideologicofilosofica ritenendola irrilevante ai fini della propria connotazione identitaria: insieme rappresentano il 12,2% dei censiti. Con tutto ciò, la diversificazione delle scelte è aumentata a dismisura. Di fronte a questa incongruenza non stupisce che si sia voluto vederci chiaro. È dunque lecito supporre che l'indagine sia stata commissionata anche per ragioni di "polizia", in funzione sussidiaria al "monitoraggio" di cui sono oggetto, ad opera dei servizi di sicurezza, i gruppi "estremisti" di carattere politico-ideologico e/o fideistico. Al proposito non è inutile ricordare che nel 2002 è stato istituito a Ginevra il Centro intercantonale d'informazione credenze religiose alla cui attività partecipano agenti dei Cantoni del Ticino, Ginevra, Vallese e Vaud. La Trisconi De Bernardi ha preso in considerazione tutte le risposte e ha tentato di classificare i censiti chiaramente riconoscibili quali adepti delle organizzazioni religiose già note. Con una pignoleria talora opinabile (ad esempio quando nell'ambito cattolicoromano scorpora due gruppi a suo giudizio dissenzienti) ella è riuscita a individuare le organizzazioni di riferimento dei cattolici, quelle degli ortodossi, degli evangelici riformati del "primo protestantesimo", degli israeliti, dei musulmani distribuiti in venticinque diverse associazioni (o Chiese, comunità, assemblee, sette che dir si voglia). Orbene, tutti questi fedeli "tradizionali" (che seguono la fede dei padri) rappresentano l'86,1% dei 306'846 residenti nel Ticino censiti nel 2000. E i rimanenti credenti "alternativi" rappresentanti l'1,7% dei censiti (ovvero circa 5200 persone), dove vanno collocati, come vanno etichettati? La Trisconi De Bernardi, nel suo lodevole desiderio di fornire il più completo e dettagliato panorama del fideismo organizzato, ha esteso la sua indagine a tutti i collettivi religiosi di cui fosse possibile trovare un recapito nel Ticino. Così, non volendo lasciare orfani i fedeli di orientamento alternativo, è riuscita a determinare circa cinquantacinque associazioni ove costoro potessero aggregarsi anche solo in dimensione gruppuscolare. Molta fatica per poca cosa? La ricercatrice ha pensato che ne valesse la pena, considerato che, indipendentemente dai loro contenuti specifici, tutte le credenze hanno la medesima…"dignità". Ma non è per esibire il suo zelante impegno che ella si è data la pena di compilare minuziosamente il lunghissimo catalogo. Preoccupata per la crescita dello aconfessionalismo nonché dell'indifferentismo in materia di fede, la Trisconi De Bernardi ha voluto vedere nella diversificazione delle scelte religiose e quindi nella proliferazione delle formazioni confessionali la prova tangibile di un "ritorno del religioso". Le cose non stanno così poiché, semmai, all'ingresso di "nuovi" credenti nelle comunità fideistiche di recente istituzione fa riscontro l'uscita dalle Chiese tradizionali di un corrispondente numero di fedeli disillusi. La gente affamata di "nutrimento spirituale" non è per nulla in aumento: ciò a cui si assiste è il travaso di individui inquieti da una comunità ad altre. Segno che il collettivo da cui disertano offre illusioni meno credibili e meno saporite di quelle propinate dai nuovi fratelli di fede. Stando così le cose, più che di un rifiorire della religiosità sarebbe piuttosto il caso di parlare della sua crisi. Per altro, né il censimento, né l'indagine commissionata dal Consiglio di Stato danno del Ticino religioso più che una immagine di facciata: coloro che si dichiarano appartenenti ad una Chiesa (ciò vale soprattutto per gli enti confessionali cui è stata riconosciuta la personalità giuridica di diritto pubblico) sono spesso equivocamente definiti come "credenti non praticanti". Rimarrebbe da verificare quanto sia partecipativa una credenza caratterizzata dallo astensionismo. Vero è che non esistono dati statistici attendibili relativi alla pratica religiosa. C'è però una indicazione molto significativa dell'interesse (nel caso, del disinteresse) che i giovani nutrono per il fatto religioso: non appena gli studenti raggiungono il limite d'età che loro permette di scegliere se frequentare o meno l'ora di religione, l'astensione supera il 90 %. E questo in un Paese ove gli aderenti alla Chiesa cattolica e a quella evangelico-riformata rappresentano ufficialmente l'81,7%! Per i clericali il punto dolente sta proprio in questo: nella "diserzione" dalla "istruzione religiosa". Guido Bernasconi seguito su fd-libero pensiero Nr. 12 2 FREIDENKER 11/07 Sterbehilfe Sterben gehört zum Leben Die unglaubliche Odyssee der Sterbehilfeorganisation Dignitas hat weltweit Schlagzeilen gemacht: Nachdem ihr eine Wohnung in Zürich nach acht Jahren gekündigt worden ist, zieht die Organisation von Gemeinde zu Gemeinde. Gegen 200 Personen werden von Dignitas jährlich bei der Selbsttötung begleitet, mehr als die Hälfte davon kamen aus Deutschland, wo die Sterbehilfe nicht erlaubt ist. Auf Druck der Bevölkerung haben reihenweise Gemeinden verfügt, dass diese Nutzung einer Wohnung einer Bewilligungspflicht gemäss Baugesetz unterstehe, weil es eine Nutzungsänderung darstelle. Ist Sterben eine Nutzungsänderung in der Wohnzone? Wohin gehört das Sterben? In die Wohnzone? Ja, natürlich, gestorben wird bei uns doch – wenn nicht im Spital – zuhause. In einem Spital kann heute noch keine Sterbehilfe geleistet werden, obwohl das – gerade auch für Leute, die aus dem Ausland kommen – ideal wäre, weil die Leichentransporte nicht weiter auffallen würden. Dies ist in der Schweiz bisher aber nur sehr eingeschränkt möglich (siehe Kasten). In die Gewerbezone? Das wäre nicht apriori absurd, obwohl Dignitas gerade ihre "gewerbsmässige" Tätigkeit bisweilen angelastet wird. Aber die entgeltliche Dienstleistung der Suizidbeihilfe ist kein "selbstsüchtiger Beweggrund" gemäss Art. 115 StGB. In Zürich lag die betreffende Wohnung in einer Zone mit gemischter Wohn- und Gewerbenutzung, wo auch gewisse Störungen in Kauf genommen werden müssen. Sterbetourismus (k)ein Problem? Die Schweiz ist ein Tourismusland: Menschen aus der ganzen Welt kommen zu uns für Ferien, zum Einkaufen von Dienstleistungen, auch von medizinischen. Auch die Tatsache, dass Suizidwillige vor allem aus Deutschland in die Schweiz reisen, weil sie in ihrem Land legal keine solche Dienstleistung erhalten können, ist nichts besonderes: Denken wir nur an das Bankgeheimnis... Es wäre deshalb absolut abwegig, die Dienstleistung von Dignitas an Menschen, die keinen Wohnsitz in der Schweiz haben oder keinen Schweizerpass, rechtlich einzuschränken. Dies hat auch die EthikKommission 2005 in Ihrem Bericht zur Suizidbeihilfe festgestellt. Auch der neueste Vorstoss von religiöser Seite in dieser Richtung dürfte scheitern. Suizid ein Grundrecht In einem wichtigen Urteil hat das Bundesgericht im Februar 2007 festgestellt: "Zum Selbstbestimmungsrecht im Sinne von Art. 8 Ziff. 1 der Europäischen Menschenrechtskonvention gehört auch das Recht, über Art und Zeitpunkt der Beendigung des eigenen Lebens zu entscheiden; dies zumindest, soweit der Betroffene in der Lage ist, seinen entsprechenden Willen frei zu bilden und danach zu handeln." Diese europaweit erstmalige Feststellung des Grundrechtes auf Suizid wird, so hofft Dignitas, mithelfen, auch anderswo die Positionen aufzuweichen. Baurecht versus Grundrecht? Hier geht es also um ein Menschenrecht: Das Recht auf den selbstbestimmten Tod. Der Versuch, ein Grundrecht via Baurecht zu verhindern wird vor dem Gericht scheitern müssen. Natürlich ergeben sich aus dieser Dienstleistung Immissionen für die Nachbarschaft. Aber, wer das in seiner Nähe duldet, erbringt für die Gemeinschaft den selben Dienst, wie jene, die in der Umgebung eines Spitals regelmässig durch Sirenen geweckt und täglich auf die Lebenstatsache von Unfällen, Verbrechen und Krankheit aufmerksam gemacht wird. Derseelische Schaden, den gewisse Nachbarn da geltend machen wollen, ist übertrieben – diese Leute müssten sich jedenfalls die Frage gefallen lassen, wieviele Leichen sie sich allwöchentlich via Fernseh-Krimis zu Gemüte führen! Staatliche Aufsicht? Der Bundesrat hat es bisher abgelehnt, eine nationale Gesetzgebung zur Sterbebeihilfe zu erarbeiten, mit Suizidbeihilfe in Pflegeeinrichtungen in der Schweiz In der Regel müssen heute Sterbewillige das Spital verlassen, wenn sie eine Sterbehilfe beanspruchen wollen. Die Schweizerische Akademie der Medizinischen Wissenschaften SAMW empfahl zu Jahresbeginn den Spitälern, eigene Richtlinien zu erlassen. Alters- und Pflegeheime können frei über die Zulassung von Sterbebeihilfe entscheiden. Kanton Genf/Kanton Waadt Universitätsspital erlaubt seit 2006/ 2005 Sterbehilfeorganisationen ihre Tätigkeit im Spital, wenn eine Person nicht mehr transportfähig ist. Kanton Zürich Universitätspital Zürich Interne Regelung vom März 2007 lehnt die Suizidbeihilfe in den eigenen Räumlichkeiten grundsätzlich ab. Zürcher Stadtspitäler Verbot der Suizidbeihilfe. Städtische Alters- und Pflegeheime lassen seit 2001 die Suizidbeihilfe zu. Das Heimpersonal darf sich daran aber in keiner Weise beteiligen. der Begründung, das geltende Recht genüge, um allfällige Missbräuche zu bekämpfen. Tatsächlich ist auch im Falle des immer wieder in den Schlagzeilen stehenden Präsidenten von Dignitas, Ludwig A. Minelli, bisher noch kein Verstoss gegen geltendes Recht festgestellt worden. Politik ist gefordert Ein Grundrecht muss auch ausgeübt werden können, eine Lösung muss her. Die FDP will im Kanton Zürich offenbar einen runden Tisch anregen, damit eine Lösung gefunden werden kann, die den Betroffenen Suizidwilligen ein Sterben in einem würdevollen Rahmen ermöglicht wird. Vertreter von Politik, Kirche und Medizin sollen dabei sein. Die Kirchen? Warum nicht auch die Freidenker? Wir bleiben dran. Reta Caspar FREIDENKER 11/07 3 Forts. v. S. 1 habe, wie Dawkins als Naturwissenschaftler und besonnener Gelehrter, "zuweilen bedeutende Dichter zitiere, bezaubernde Lyrik, magische, mystische gar". Egoistische Gene überwinden Die wissenschaftliche Laudatio auf den Preisträger hielt Franz M. Wuketits, selber Evolutionsbiologe und Professor für die Philosophie der Wissenschaft an der Universität Wien. Er schilderte die überspringende Begeisterung von Dawkins, seine Vorstellungen vom Leben und seiner Geschichte zu formulieren und zu verteidigen. Viele Biologen seien von der Idee in Dawkins Buch "Das egoistische Gen" abgestossen gewesen, dass man die Evolution am besten verstehe, indem man die Selektion auf der untersten Ebene der Gene studiere. Er zitierte Dawkins, der oft missverstanden worden sei, aber geschrieben habe: "Lasst uns versuchen, Grosszügigkeit und Selbstlosigkeit zu lehren, denn wir sind egoistisch geboren. Lasst uns verstehen lernen, was unsere eigenen egoistischen Gene vorhaben, denn dann haben wir vielleicht die Chance, ihre Pläne zu durchkreuzen – etwas, das keine andere Art bisher angestrebt hat." Humanistisches Weltbild Mit diesen Zeilen komme, so Wuketits, ein humanistisches Weltbild deutlich zum Ausdruck. Sie seien eine Einladung, unsere eigentliche Natur zu verstehen, und zwar auf der vernünftigen Überzeugung, dass nur der, der die evolutionären Rahmenbedingungen des menschlichen Lebens verstanden hat, auch in der Lage sein wird, einen realistischen "humanistischen Rahmen" (Julian Huxley) jenseits illusionärer, idealistischer Ansprüche zu entwickeln und zu verteidigen. Und, so schloss der Laudator: "Wir sind affenartigen Vorfahren entsprungen, haben aber nun die Möglichkeit, unsere eigene Vergangenheit, Gegenwart und Zukunft bewusst zu reflektieren. Es liegt an uns, daraus das Beste zu machen. Tun wir das, dann müssen wir all den metaphysischen Müll entsorgen, der unser Selbstverständnis verdunkelt und – schlimmer noch – der Menschheit Leid zugefügt hat. Richtig verstanden, ist die Theorie der Evolution der beste Weg, der "dunklen Seite" unserer Gedankenwelt zu widerstehen. Das ist, wie ich meine, die Botschaft von Richard Dawkins. Als Mitstreiter in Sachen Evolution grüsse ich ihn." Wir haben einen Traum Nachdem Herbert Steffen den Text der Urkunde verlesen hatte, wurde in Begleitung des Liedes "Imagine" von John Lennon die Urkunde und der Scheck überreicht – bei stehenden Ovationen der Anwesenden im Saal. Die vielfachen Glückwünsche wurden von dem GBS-Vorstandsmitglied Ernst Salcher abgerundet, der pointiert über unseren grossartigen Traum eines friedlichen Lebens sprach: "Wir alle haben einen Traum: die Überwindung der religiösen Intoleranz, des religiösen Fundamentalismus und der Religionskriege. Und schliesslich können wir vielleicht auch den Glauben an ein religiöses Paradies überwinden – eingedenk, dass wir sicherlich kein Paradies bauen können, aber eine friedliche und humane Welt, in der sich lohnt zu leben. Auch wenn wir selbst diese Welt wahrscheinlich noch nicht selber erleben werden, können und müssen wir darin fortfahren, den Weg dafür zu bereiten. Und wir sollten unseren Traum dabei niemals vergessen." Aus dem gleichen Holz Richard Dawkins bedankte sich und bemerkte, dass Karlheinz Deschner aus dem gleichen Holz geschnitzt sei, wie er selbst. Er wies darauf hin, dass es einen Templeton-Preis für Forschung gebe, welche die Verbindung zwischen Wissenschaft und Religion untermauert, und dessen finanzielle Ausstattung höher als der Nobelpreis sei. Dawkins meinte dann fröhlich, wenn er zwischen dem Templetonund dem Deschner-Preis zu wählen hätte, er würde sich für den DeschnerPreis (10'000 Euro) entscheiden. Dann ging er auf Wuketits Hinweis ein, Charles Darwin habe in der "Entstehung der Arten" von einem Schöpfer geschrieben. Dieser Satz sei in der ersten Auflage noch nicht enthalten gewesen sondern erst später hinzugefügt geworden – wohl auf Druck der damaligen religiösen Autoritäten oder Darwins Frau. Dawkins sprach ausführlicher über den Widerspruch zwischen Wissenschaft und Religion und wie es der Religion immer wieder gelänge, sich wie ein Parasit auch wissenschaftlicher Erkenntnisse zum eigenen Vorteil zu bedienen. So seien die Attentäter des 11. September nicht die Inkarnation des Bösen, sondern aus der Sicht ihrer Religionen hätten sie richtig gehandelt und würden dafür belohnt werden, indem sie das World Trade Center und sich selbst zerstörten. Es sei bestürzend, wie viele Religiöse dieses Töten als richtig, schön und gesegnet betrachten würden. Diese Männer waren nicht dumm oder böse, sie waren nette Leute, gut ausgebildet, teilweise Ingenieure, sie kannten wissenschaftliche Methoden, aber ihre Gehirne waren von religiösem Glauben übernommen worden. Und unsere Gehirne sind offensichtlich sehr leicht verwundbar, um von solchem Wahn befallen zu werden. Er betonte eindringlich, dass wir keine Religion brauchen – die offensichtliche und alltägliche Evidenz würde ausreichen. Er äusserte sich auch zum Vorwurf, dass er nicht zwischen "böser" und "guter" Religion, dem Mainstream der Gemässigten, unterscheiden würde, sondern alle Religiösen angreifen würde. Aber, so wandte er ein, die "bösen" Fundamentalisten seien auch von den "guten" Religiösen vorbereitet und unterwiesen worden, so dass jeglicher Unterschied nicht gerechtfertigt sei. Dawkins betonte ausführlich, wie die notwendige Gutgläubigkeit von kleinen Kindern, ihren Eltern und generell Älteren alles zu glauben, um Lebensgefahren zu vermeiden, von den Religiösen missbraucht werde, um dem noch unkritischen Kind Werte zu vermitteln, die ausschliesslich religiösen Zwecken dienten. Bei aller Ernsthaftigkeit war die Rede mit vielen Anspielungen und Seitenaspekten gewürzt, die immer wieder Beifall und ein befreiendes Lachen hervorriefen. Friedrich Halderbrook Quelle: www.hvd.de Kürzungen durch die Redaktion 4 FREIDENKER 11/07 Bestattungskultur Wider den Leichentourismus Tote werden traditionellerweise auf Friedhöfen beigesetzt. Bis im 19. Jahrhundert lagen diese in der Regel in den Kirchhöfen. Aus Platzgründen und im Zuge der Laizisierung wurden ab dem 19. Jh. staatliche Friedhöfe eingerichtet – ausserhalb des Siedlungszentrums. Immer aber stand das persönliche Grab im Zentrum, im Gegensatz zu den "anonymen Massengräbern", die mit Krieg und Grauen in Verbindung gebracht wurden. In den letzten 20 Jahren haben insbesondere kirchenferne Menschen andere Bestattungsformen gesucht und gefunden: das punkto Unterhalt günstige Gemeinschaftsgrab entspricht den Familienrealitäten mehr, weil die Kinder meist nicht mehr an Wohn- und Sterbeort der Eltern leben. Aber auch die Kosten sind ein nicht unerheblicher Faktor. Das Geschäft mit den Toten hat lange unbeachtet floriert – neue Bestattungsformen liessen deshalb Steinmetze und Friedhofsgärtner klagen. Aber neue Bedürfnisse wekken auch neuen Geschäftsgeist. Unter den Begriffen Naturbestattungen findet man derzeit auf dem Internet alles, was man sich vorstellen kann, und noch mehr: Waldbestattungen, Alpbestattungen, Flussbestattungen, Luftbestattungen, Weltraumbestattungen, "Brilliantbestattungen" – und wen wunderts: vieles davon in der Schweiz für deutsche Kundschaft, weil hierzulande die Asche von Verstorbenen an die Angehörigen ausgehändigt wird. Nun entsteht also nach dem aus humanistischen Gründen verständlichen Sterbetourismus (siehe Seite 3) auch ein Leichentourismus. Den Leichen wird das "ewige Paradies" in den Schweizer Bergen versprochen: "dem Himmel etwas näher"... Dahinter verbirgt sich ein neues Geschäft, das Geschäft mit dem Individualismus und Narzissmus. Wer selbstbestimmt leben und sterben will, will nun auch über seine Asche bestimmen. Unbedacht bleibt dabei wohl oft, dass es die Nachkommen sind, die diese Sonderwünsche zu erfüllen haben. Nicht selten kann dies eine Zumutung sein... Eine Zumutung ist es aber bestimmt für die Umwelt: Stellen wir uns nur vor, es würde zur Mode, ein Kleinflugzeug zu starten, um jemandes Asche über uns zu verstreuen... Verständlich, dass sich da Widerstand regt, nicht nur z.B. – aus religiösen Gründen – bei den Katholiken im Wallis, sondern auch bei den FreidenkerInnen. Lasst uns Vorbild sein in Sachen Bescheidenheit – als Leichen! Reta Caspar Leser schreiben Nochmals Organ- und Körperspende Die Einwendungen unseres Basler Freundes in FD 10/07 nehme ich ernst. Wenn es für einen denkenden, aufgeschlossenen Menschen jedoch selbstverständlich ist, im Spital Bluttransfusionen und Spenderorgane für sich zu akzeptieren, so sollte er auch seine Spende nicht verweigern. Gegen die Ganzkörperspende liefert mir Georges leider kein grundsätzliches Argument, höchstens eine persönlich Abneigung. Für die Ausbildung unserer Ärztinnen und Ärzte sind Leiche nun einmal unbedingt nötig. Um dem Handel mit Verstorbenen entgegenzuwirken, rufe ich zu entsprechenden Spenden auf. Es ist doch absolut widersinnig, dass Leiche aus China und den USA in die Schweiz importiert werden müssen, währen hier bei uns tausende eingeäschert oder vergraben werden. Wir sind alle auf die moderne Medizin angewiesen, weshalb ich der Meinung bin, mutige, einsichtige Männer und Frauen sollten ihren inneren oder familiären Widerstand überwinden. Selbstverständlich kann diese Haltung von einem fanatisch Religiösen nicht erwartet werden, obwohl es diesem eigentlich egal sein könnte, da er ohnehin im Paradies weiterleben wird. Wenn Georges am liebsten in ein Tuch gewickelt der Erde (und den Würmern) übergeben werden will, so soll sein Wunsch Befehl sein. Das wollen ja schliesslich auch alle Muslime. Nur muss dort noch die Lagerichtung stimmen und es darf keine Erde verwendet werden, die schon einmal einen Toten bedeckt hat, und diese Grabstätte muss auf ewig unberührt bleiben. Die Juden andererseits verlangen den Sarg ohne Deckel – man muss ja jederzeit wieder aussteigen können. Jeder dieser Abermillionen Toten benötigt ein paar Quadratmeter Platz also eine Riesenfläche, die doch besser als Kultur- oder Bauland genutzt werden sollte. Der moderne Mensch verfügt über umweltfreundlichere Bestattungsformen: Ein gepflegtes Gemeinschaftsgrab wirkt doch viel menschlich-tröstlicher oder der Waldfriedhof, wo für wenig Geld ein Baum ausgewählt wird, an dessen Wurzeln die Asche des verstorbenen begraben wird, ist total umweltfreundlich. Ist eine Einkehr im stillen Wald nicht geeigneter, um von einem lieben Verstorbenen Abschied zu nehmen? Sogar in Bern, auf Stadtboden, besteht ein abgegrenztes Waldstück zu diesem Zweck. Wir sollten uns doch endlich vermehrt dem Leben zuwenden, allen Menschen zu einem besseren und schöneren Dasein verhelfen und den aufwändigen und nutzlosen Totenkult endgültig in der Antike und im Mittelalter zurücklassen. Jean Kaech, Bern FREIDENKER 11/07 5 Kreationismus Ein neuer Kulturkampf in Europa? Europa: Europarat warnt Die Parlamentarische Versammlung des Europarates hat am 4.10.07 die europäischen Regierungen nachdrücklich aufgefordert, mit "aller Entschiedenheit" gegen die Einbeziehung des Kreationismus – der die Evolution der Arten durch natürliche Auslese leugnet – in den Unterricht (als gleichberechtigte Wissenschaftsdisziplin neben der Evolutionstheorie) anzugehen. Im Bericht, der mit nur 48 gegen 25 Stimmen (!) angenommen wurde, wird der Kreationismus als "Bedrohung für die Menschenrechte" beurteilt. Es müsse vermieden werden, dass sich der Glaube gegen die Wissenschaft stelle. Der Kreationismus könne nicht für sich in Anspruch nehmen, eine wissenschaftliche Disziplin zu sein. Auch die Theorie des "Intelligenten Designs", die neuste, verfeinerte Version des Kreationismus, verurteilt der Europarat in seiner Resolution. Intelligentes Design versuche, seinen Ansatz als wissenschaftlich darzustellen und darin liege die Gefahr. Zuvor war im Juni ein Dokument über "Die Gefahr des Kreationismus in der Schule", das von einer Gefahr für die Demokratie sprach, von der Ratsmehrheit aus der Traktandenliste gekippt worden. http://assembly.coe.int/Main.asp?link=/ Documents/AdoptedText/ta07/ERES1580.htm Lesetipps Das Ende des Glaubens Seit Krieg wieder heilig ist und betende Politiker zu Kreuzzügen aufrufen, wird allenorten von einem Wiedererstarken der Religion gesprochen. Sam Harris betrachtet den Zusammenhang zwischen Religion und Gewalt mit nüchternen Augen und postuliert: Das Ende des Glaubens. Endlich spricht einer aus, was viele kaum mehr zu denken wagen, und endlich ein Autor, der zu unterscheiden weiss zwischen Religion und Spiritualität. Sam Harris Das Ende des Glaubens: Religion, Terror und das Licht der Vernunft Edition Spuren; 2007 342 Seiten, Fr. 36.-, ISBN: 3905752069 Schweiz: Kreationisten aktiv In der Schweiz hat sich der kreationistische Verein Pro Genesis mit einem offenen Brief an Bundesrat Couchepin und die Bildungsdirektoren gewandt mit den Ergebnissen einer Befragung, nach der 75% von 1'110 (durch das Marktforschungsinstitut IHA) befragten SchweizerInnen wünschten, dass im Biologieunterricht der Gymnasien künftig die Schöpfungslehre gleichwertig neben der Evolutionstheorie gelehrt werde. Der Verein empfiehlt ein anderes Lehrbuch und liefert gleich auch Verbesserungsvorschläge an die Verlage, welche die heutigen Lehrmittel der Gymnasien herausgeben. Kommentar der Baselbieter Bildungsdirektors in der BaZ: "Mit dem gleichen Anspruch könnte ja auch Erich von Däniken kommen und fordern, dass eine Theorien zur Erklärung der Zivilisation gelehrt werden." Auch die Lehrmittelverlage haben nicht vor, Lehrmittel aus weltanschaulichen Gründen zu ändern. In der Schweiz sind offenbar Schulen ungefragt mit dem "Atlas der Schöpfung" beliefert worden, womit ein türkischer Verlag mit Allah und "wissenschaftlichen Beweisen" gegen Darwin an den Schulen ankämpfen will. BaZ 8.9.2007 www.progenesis.ch, www.harunyahya.de Religion vergiftet die Welt Welche Rolle darf Religion heutzutage spielen? Keine – wenn es nach Christopher Hitchens geht. Schon gar keine Sonderrolle, dazu ist unsere Welt zu klein geworden. In seiner Streitschrift legt er eloquent und provokant dar, dass die Rückkehr zum Glauben – ob als archaische Staatsdoktrin oder vermeintlich modernes Sinnstiftungsangebot für den Privatgebrauch – in eine gefährliche Sackgasse führt. Eine gute Welt, so empfand es Bertrand Russell 1927 in seinem grundlegenden Vortrag "Warum ich kein Christ bin", brauche keine Fesselung der freien Intelligenz durch Worte, die vor langer Zeit von unwissenden Männern gesprochen wurden. Hitchens beleuchtet die Entstehung, Verbreitung und Wirkung diverser Glaubensgemeinschaften und macht deutlich, wie stark und unheilvoll der Einfluss der Religionen auf die Politik heute ist. Christopher Hitchens Der Herr ist kein Hirte. Wie Religion die Welt vergiftet. Verlag: Blessing, 2007 352 Seiten, Fr. 32.-, ISBN: 3896673556 "Adam, Eva und Darwin: Szenen einer Problembeziehung" Ausstellung Im MuseumBL, Amtshausgasse 7, 4410 Liestal Ist die Welt das Resultat eines Evolutionsprozesses oder wurde sie in sechs Tagen von Gott erschaffen? Charles Darwin legte in der Mitte des 19. Jahrhunderts mit seinem Werk "Über die Entstehung der Arten" den Grundstein für die moderne Evolutionsbiologie. Einige seiner Behauptungen mussten widerlegt werden, andere gewinnen in der heutigen Forschung an Aktualität. Manche religiösen Lehren können ihr Weltbild noch immer nicht mit Darwins Thesen in Übereinstimmung bringen. Worin besteht diese Kluft und warum ist sie noch immer vorhanden? Wir fragen nach, worin Darwins Errungenschaften eigentlich bestehen, und was Religion mit Wissenschaft am Hut hat. Denn wenn Fossilien plötzlich zum Politikum werden und im Biologieunterricht die göttliche Schöpfung gelehrt werden soll, ist es Zeit für eine Ausstellung, die versucht Ursachen und Hintergründe zu beleuchten. Kommentar im nächsten FREIDENKER. Heute schon auf www.frei-denken.ch Bis 29. Juni 2008 Museum.BL, Liestal Öffnungszeiten: Di bis So. 10:00-17:00 Geschlossen über die Festtage: 24.-26.12.2007, 31.12.07-2.1.08 Eintritt: Fr. 7.-/5.Museumspass ist gültig. 6 FREIDENKER 11/07 Schweizer Medien: Religion sells In den Schweizer Medien ist Religion allenthalben ein Thema. Aber sie lassen voreilig Kommentatoren sprechen anstatt zuerst die Positionen klar darzustellen. Da wird von "Kreuzzugsmentalität" und "missionarischem Furor" von Richard Dawkins und anderen "neuen Atheisten" geschrieben, anstatt zu berichten, was genau deren Thesen sind. Da werden gläubige Wissenschaftler bemitleidet, die nicht zu ihrem Christentum zu stehen wagen aus Angst, als Wissenschaftler nicht mehr ernst genommen zu werden. Und es wird festgestellt, dass an englischen Universitäten über die Möglichkeit von Wundern und "wissenschaftliche Theologie" und wissenschaftliche Gottesbeweise diskutiert werde. Es wird kopfschüttelnd geschrieben der Atheismus sei hierzulande längst salonfähig, religiöser Glaube längst Privatsache und die Vereinbarkeit von Wissenschaft und Religion kein Problem, da ja gemäss einer Studie jeder fünfte von 149 USEvolutionsbiologen offenbar an Gott glaubt und jeder zehnte an eine Form von Leben nach dem Tod (NZZ am Sonntag 23.9.07). Nichts war allerdings zu lesen darüber, dass die Evangelikalen in den USA seit 30 Jahren eigene Universitäten aufbauen und eigene Juristen und "Wissenschaftler" ausbilden mit dem Ziel, deren Arbeit als Wissenschaft zu verkaufen und die Mehrheit im Obersten Gerichtshof der USA anzustreben. Erklärtes Ziel der Evangelikalen ist es auch, staatliche Schulen ganz abzuschaffen und die Bildung in die Hände der Christen zu führen ("God's Warriors" 23. August 2007 CNN). Wer aber an die Offenbarung glaubt, muss sich tatsächlich die Frage gefallen lassen, was er (Frauen gibt es da bezeichnenderweise kaum) in der Forschung überhaupt sucht. Skeptizismus ist jene Haltung, die Forschende vor Falschinterpretationen schützt – aber nichts darüber in jenem NZZ-Artikel! Machen wir uns klar: Für unsere Medien ist Religion eines jener Unterhaltungsthemen, die Einschaltquoten und Auflagen garantieren. Ihr Ziel ist naturgemäss auch, es mit niemandem zu verderben. Deutlich wird dies in der Eigenwerbung des Tagesanzeigers, der schreibt: "Was, wenn immer mehr Leute aus der Kirche austreten? Werden die Pfarrer dann arbeitslos? Und auch die Priester? Muss auch der Papst abdanken? Wird sein Papamobil auf Ebay versteigert? Und ersteigert von einem Ölscheich im Nahen Osten? Bleibt er damit im Wüstensand stecken? Hält er dies für ein göttliches Zeichen? Und sich selbst dann für den neuen Messias? Konvertiert er zum Christentum? Tun es ihm alle seine Untertanen gleich? Gibt es dann immer mehr Christen? Dranbleiben. Tages-Anzeiger" FVS Agenda Grosser Vorstand 2007 Sa., 24. November 2007, Olten DV 2008 Sa., 12. April 2008, Olten Basel – Union Jeden letzten Freitag im Monat ab 19:00 Uhr: Freie Zusammenkunft im Café "Spillmann", Eisengasse 1 Basel – Vereinigung Jeden letzten Donnerstag im Monat 15 bis ca. 17:30 Uhr: Donnerstag Hock Restaurant "Park", Flughafenstr. 31 Bern Montag, 12. November 14:00 Nachmittagstreff im Freidenkerhaus Weissensteinstr. 49b, Bern Montag, 19. November 19:00 Freidenker-Stamm Rest. "Celina", Spitalgasse 2, Bern Sonntag, 2. Dezember 11:00 Jahresendfeier im Hotel "Bern", Bern Mitglieder aus anderen Sektionen sind willkommen: Anmmeldung bis 30.11.07 an den Präsidenten: 079 449 54 45 St. Gallen Mittwoch, 14. November Freie Zusammenkunft Rest. "Dufour", St. Gallen 10:00 Eine fett gedruckte, verkürzte Wachstumsbotschaft für die Christen, etwas kleingedruckte Satire für die Säkularen, etwas Islam-Angst für die Verunsicherten ... Flott muss Information daherkommen und ja nicht anstrengend sein. Wir kommen also nicht darum herum, die Autoren selber zu lesen. Auf der nebenstehenden Seiten finden Sie die Angaben. Reta Caspar Sonntag, 9. Dezember 11:00 Liechterfäscht in Winterthur Anmeldung bis 28.11.07 an die Präsidentin: 071 351 29 81 Winterthur Dienstag, 6. November 14:00 Dienstags-Stamm Rest. "Chässtube" Sonntag, 9. Dezember 11:00 Liechterfäscht im Rest. "Chässtube" Mitglieder aus anderen Sektionen sind willkommen! Anmmeldung bis 30.11.07 an das Sekretariat: 052 222 98 94 Was nach den Schweizer Wahlen bleibt: Weiterer Geheimplan Der S-Plan wurde 1962 im syrisch-irakischen Grenzgebiet entdeckt, von Experten als authentisch eingestuft und auf 4578 v. Chr. datiert. Der S-Plan beschreibt den Ablauf der Schöpfung bis zum Sündenfall. Indizien deuten auf ein Komplott, das Luzifer die Schuld an allem Übel der Welt unterschieben soll. Laut dem Vatikan handelt es sich bei dem Dokument allerdings lediglich um eine "persönliche Orientierungshilfe" Gottes. Zürich Montag, 12. November 14:30 Freie Zusammenkunft Thema: FVS-Öffentlichkeitsarbeit Rest. "Schweighof" Samstag, 15. Dezember 14:30 Sonnwendfeier Rest. "Schweighof" Mitglieder aus anderen Sektionen sind willkommen! Anmeldung bis 8. 12. an den Präsidenten: 044 341 38 57 FREIDENKER 11/07 7 FVS Freidenker-Vereinigung der Schweiz Mitglied der Weltunion der Freidenker (WUF) und der Internationalen Humanistischen und Ethischen Union (IHEU) Trauerfeiern Basel: Freidenker Nordwestschweiz 061 321 31 48 Basel: Freidenker-Union 061 601 03 43 oder 061 601 03 23 Bern 079 449 54 45 oder 031 911 00 39 Grenchen und Umgebung 076 53 99 301 oder 032 645 38 54 Luzern und Innerschweiz 041 420 45 60 Mittelland 062 926 16 33 St. Gallen 052 337 22 66 Vaud/Waadt 026 660 46 78 ou 022 361 37 12 Winterthur und Thurgau 052 337 22 66 Zürich 044 463 16 55 Sollte unter der regionalen Nummer niemand zu erreichen sein, wenden Sie sich bitte an die FVS-Geschäftsstelle: 031 371 65 67 oder an 052 337 22 66 www.frei-denken.ch Sektionen Winterthur Winterthurer Freidenker Postfach 1806, 8401 Winterthur Präsident: J.L. Caspar 052 337 22 66 Sekretariat: D. Dünki 052 222 98 94 Familiendienst: M.Ochsner 052 232 04 77 Basel Freidenker Nordwestschweiz Postfach 260, 4010 Basel Präsident: H. Stieger 079 217 01 29 Vizepräsidentin: B. Bisig 061 321 31 48 Sekretariat: E. Oberer 061 313 39 50 Kassier: H. Mohler 061 261 36 19 Mitgliederdienst: R. Frey 061 421 12 80 Freidenker-Union Basel Postfach 4471, 4002 Basel Präsident: G. Rudolf 061 601 03 43 Infos/Mitgliederdienst: 061 601 03 23 Postkonto: 40-4402-5 Zürich Freidenker Zürich Kasernenstr. 95, PF 3353, 8021 Zürich Präsident: H. Rutishauser Tel. und Fax 044 463 16 55 Mitgliederdienst: M. Dobler 044 341 38 57 Bern Freidenker Bern, Postfach 831 3550 Langnau d.aellig@bluewin.ch Präsident: D. Aellig 079 449 54 45 FREIDENKER - BIBLIOTHEK Zürich, im Sozialarchiv Stadelhoferstr. 12 (Nähe Bellevue) Bücherausgabe: Mo. - Fr. 10–20 Uhr Sa. 10–13 und 14–16 Uhr Auskunft: 044 251 80 66 Genf Libre Pensée de Genève 27 ch. des quoattes, 1285 Avusy Prés: J.P. Bouquet 022 756 40 498 Grenchen Freidenker Grenchen und Umgebung, Postfach 418, 2540 Grenchen Präsident: S. Mauerhofer 076 388 46 39 info@freidenker-grenchen.ch Mitgliederdienst/ Lotti Höneisen Krankenbesuche: 076 53 99 301 FVS-Geschäftsstelle Mitglieder melden ihre Adressänderungen bitte an die Sektionen. Zuschriften an den Vorstand, AboMutationen, Auskünfte, Materialbestellungen an: Freidenker-Vereinigung der Schweiz FVS, Geschäftsstelle Postfach CH-3001 Bern Tel. 031 371 65 67 Fax 031 371 65 68 info@frei-denken.ch Postkonto: 84-4452-6 Adressänderungen an: Postfach 217 CH-2545 Selzach Luzern/Innerschweiz Kontakt: B. Greter 041 420 45 60 Mittelland Freidenker Mittelland Postfach 56, 4628 Wolfwil Präsident: H. Haldimann 062 926 16 33 Schaffhausen Freidenker Schaffhausen Postfach 69, 8213 Neunkirch Kontakt: R. Imholz 079 751 41 38 Impressum Redaktion Reta Caspar, c/o H. Montens, Carroz-Derrière 9, CH-1844 Villeneuve E-mail: reta.caspar@swissonline.ch Erscheinungsweise monatlich Redaktionsschluss 15. des Vormonats Jahresabonnement Schweiz: Fr. 30.– Ausland: Fr. 35.– (B-Post) Probeabonnement 3 Monate gratis Druck und Spedition Printoset, Flurstrasse 93, 8047 Zürich www.printoset.ch ISSN 0256-8993, Ausgabe 11/2007 Namentlich gekennzeichnete Beiträge können, aber müssen nicht mit der Ansicht der Redaktion übereinstimmen. St. Gallen Freidenker Region St. Gallen c/o S. Breitler Haldenweg 37, 9100 Herisau Kontakt: S. Breitler 071 351 29 81 Tessin/Ticino AZB P.P./Journal CH-2545 Selzach Associazione Svizzera dei Liberi Pensatori (ASLP) Sezione Ticino Casella postale 721, 6902 Paradiso Presidente: R. Spielhofer 091 994 21 45 Waadt/Vaud Ass. vaudoise de la Libre Pensée Case postale 5264, 1002 Lausanne 022 361 94 00 Président: J.P. Ravay Secrétariat: 026 660 46 78